"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Il Vangelo secondo Pasolini di Fabrizio Falconi
Archiviata la nostra pausa krishnamurtiana - ma come tutte le cose, ci ritorneremo a tempo debito - riprendiamo il cammino, concendendoci una divagazione cinematografica.
In queste ultime settimane ho ricevuto spesso commenti su 'Passion' di Mel Gibson, film che io personalmente ho trovato orribile.
Ma è una opinione personale, ovvio. Ma tanto per offrire un contraltare al sadico-sanguinolento polpettone (avvelenato) americano, inviterei tutti a riscoprire il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, che considero il film più 'alto' realizzato sui Vangeli.
E' paradossale, certo (ma solo per chi non legge con attenzione le parole di Gesù), che un tale risultato (oggi omologato anche dalle gerarchie e dalle case editrici ecclesiastiche, che diffondono il film di Pasolini senza più remore, e anzi, con entusiasmo) sia stato ottenuto da un uomo e da un artista che aveva fatto della sua vita e del suo pensiero una continua 'eresia'. Per dirla in soldoni, da un peccatore.
Eppure il film, anche rivisto oggi (nonostante alcune scelte formali, un po' datate) mantiene intatta tutta la sua carica spirituale e artistica. Nel viso di quel giovane, che Pasolini scelse, anonimo come tutti gli altri interpreti, tra una folla di studenti, nel suo modo di interpretare le parole di Cristo, c'è molto più Vangelo che in tutti gli altri kolossal-peplum ammannitici dall'industria di hollywood dalla nascita del cinema.
Un esempio.
Seguendo fedelmente il racconto evangelico di Matteo, Pasolini arriva fino alla Crocefissione, infilando, proprio dopo le ultime parole di Cristo in Croce, e dopo il suo ultimo respiro, un coup-de-teathre straordinario:
lo schermo si fa nero. E resta nero per quasi un minuto.
La voce fuori campo - di Cristo - pronuncia quelle terribili parole:
Voi udrete con le orecchie, ma non intenderete; e vedrete con gli occhi, ma non comprenderete. Poichè il cuore di questo popolo si è fatto insensibile e hanno indurito le orecchie e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi e per non sentire con le orecchie.
Sono andato a ricontrollare la citazione, che è tratta da Matteo 13, 11-17.
La citazione riportata da Pasolini però è un po' diversa dall'originale. Che secondo la versione della Bibbia di Gerusalemme è:
Come è noto, quindi, queste frasi pronunciate da Gesù sono in realtà una citazione dal Profeta Isaia.
Andiamo a rileggere il passo relativo, sempre secondo la Bibbia di Gerusalemme.
E' una profezia terribile, appunto, quella di Isaia, riportata da Gesù. Una profezia che pare compiutamente avveratasi proprio nei nostri tempi.
Per completezza, riportiamo anche gli altri due passi del Nuovo Testamento dove la stessa frase ritorna. La prima è nel Vangelo di Giovanni (12, 40 e seguenti).
26 'Va' da questo popolo e di' loro: Udrete con i vostri orecchi, ma non comprenderete; guarderete con i vostri occhi, ma non vedrete.' 27 'Perché il cuore di questo popolo si è indurito: e hanno ascoltato di mala voglia con gli orecchi; hanno chiuso i loro occhi per non vedere con gli occhi non ascoltare con gli orecchi, non comprendere nel loro cuore e non convertirsi, perché io li risani.' 28 Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani ed essi l'ascolteranno!".
Perchè Pasolini ha messo quella frase che Gesù pronuncia secondo Matteo all'inizio della sua predicazione, alla fine, e cioè quando Gesù muore, e lo schermo si fa totalmente buio ?
Ciascuno trova la sua risposta, guardando e riscoprendo il film, a patto che, ovviamente, i suoi occhi non siano chiusi per non vedere.
Fabrizio Falconi
Fonte:
http://mysterium.blogosfere.it/2006/01/il-vangelo-seco.html
Nessun commento:
Posta un commento