"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Un saggio di Pier Paolo Pasolini, mai trascritto prima
Amarezza di Franco de Gironcoli
Libertà
domenica 14 aprile 1946
pag. 3
( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )
Vòt poesils, Altris poesils: (1) due minimi testi poetici, in friulano, che rispondono a un desiderio accorato di espansività, a cui fa quasi da controcanto, una disadorna amarezza, Cuintriciant:
Une glestùte insomp de culine,
dacis, sarniz un tor
cu’ ’ne ciampane che treulànt dindine
spandìnt ta vòs intòr.
Ciare. ciampane che treulànt dindìne
Insomp d'un sarnîz tor,
dacis 'ne glesiùte de culìne,
spandinti la vòs intòr.
Ma qui si è tutto acquietato nell’ambigua calma della musica, nella provvisoria indifferenza del gioco. La. voce umana è tutta nascosta dietro quella fitta siepe di sillabe, quell’intreccio di suoni difficili, riemergendo (e rischiando una stonatura) solo nel sentimentale «spandint la vòs intor». Ma intanto si guardi quell'avverbio dacis, che è diventato un puro squillo. Questi e altri sono i piccoli miracoli di un friulano usato dal di fuori, come il marmo per una statua — un marmo prezioso e raro. Per il de Gironcoli lo scrivere in friulano è dunque un evadere immediato, che avrebbe la sua utilità umana anche se la lingua consolatrice non riapparisse poi sulla pagina sotto forma di versi. Il mutare lingua è pet lui un improvviso mutare corso ai pensieri, un aprir loro varchi impensati attraverso la fresca vegetazione di un giardino selvaggio. Io che conosco la vespertina, l’orfica malinconia di questo giardino, posso assicurare quanto il de Gironcoli ne abbia saputo godere e risparmiare.
Piàrdisi tal mar dai siuns
come il scirocal tai nui..
Lo sfociare nel friulano non ha mutato — impercettibilmente, ma essenzialmente — il tono dell'accorato? Anche la traduzione italiana ne serba l’imprevisto:
Perdersi nel mare dei sogni,
come lo scirocco tra le nubi...
Quante cose: mare, segni, scirocco, nubi. Ma, la novità poetica si accentua soprattutto su quella parola scelta per puro piacere estatico, scirocal, ché, appunto, anche tradotta, cioè nella sua sostanza, si rivela come scoperta poetica. Ed è dà questo scirocal (tanto più ‘equivalente alla realtà — l’umido, il grigiore, il profumo — di scirocco), che la lirichetta si di snoda, appunto per vie in italiano imprevedibili, e che in friulano sono suggerite da un concatenarsi di analogia, di parole aderenti alla natura, che nascendo l'una dall'altro trasportano il poeta, da un ingorgo sentimentale, fin nel cuore di una landa addolcita dalla pioggia:
...ca sì disgrope in ploe,
e la tiare a si giolt
di tant vajum.
Dove la materia delle parole (disgrope, ploe, e, infine, lo stupendo. vajum) è alleggerita dal bianco silenzio, dallo sfumare laconico del periodo, E si noti ancora come il paragone non sia tanto lungo da sottrarre a quella tiare e a quel vajum la riposta violentazione morale. Abbiamo visto dunque in « Cuintriciant » e in «-Piàrdisi tal mar dai siuns» (è aggiungiamo .«-Tol pitèr-». altro controcanto) due dei risultati più puri, più giocati, con quella loro fermezza e lontananza.
E’ qui che possono venir in mente certi frammenti greci, certi tanca giapponesi ecc, ece.; è qui che può prender piede una certa suggestione facile (per il lettore e per il poeta). Ma il de Gironcoli non si lascia tentare: che queste tre volte; le altre cinque poesie del primo fascicoletto rispondono piuttosto a un bisogno più vero, diciamo più umano, del poeta: a quella sua amarezza scontrosa.
Quell'amarezza che è il suo interno controcanto e che gli dà la maniera di tentare certe esclamazioni sorde, impoetiche, direi. ma così materiate di umore umano:
Speranzis, amòrs. dolòrs, neàts tal làt de vite
E’ un crepuscolarismo connaturato in de Gironcoli, ma già privo dei vizi del crepuscolarismo; intanto per quella sua laconicità, per quel suo uso degli aloni poetici..., ma soprattutto per un pudore che preferisce, se mai, rischiare la melodia, simbolista e pascoliana, del settenario. Il rischio è di cadere nel dialettale (Zorutti):
Doi voi di more nere
Cusì ven su ’e sere
Ma il de Gironcoli si difende ancora con la gratuità della sua ispirazione, con la lontananza di quelle parole scelte è inserite in un ritmo punto cantabile, ma qua e là perfino un po’ grezzo. C'è, in «Cussì ven su ’e sere», dal verso «Lu bo ta so stalute» alla fine un’innocenza così capricciosa e candida che riesce perfino a commuovere — e nel senso vecchio di questa parola.
In « Altris poeslis» la sua amarezza ha accenti più sconsolanti, e quindi più scoperti, in disordine. L’esclamativo si infittisce:
...cu no pues piui clatàju
ca uéi desmènteàju!
...fagla ardint,
bampe
ca dut cussùme?
È Certe accuse palesi alla vita, al mondo mostrano come il de Gironcoli, non più giovane, e cui mestiere è quello così apertamente umano del chirurgo, non tema di parere maldestro nell’obbedire agli inviti di un canto privo di ambizioni e aderente agli acmi del sentimento.
Ma ecco un altro di quei risultati puri, greci:
Ta ciarande scrosagn
il rusignùl
al jà ciantàt ir sere:
un altri an l'è passat.
Oh ce passion!
L'è cùlì primeverè.
L'endecasillabo «ta ciarande scrosagn il rusignù», così selvaggio, ha una profonda dolcezza nel c dolce di ciarande, nei due s sonori, nei due gn petrarcheschi (quel rosignol che sì soave piagne ...) Ma l’'ingenuità dell'esclamazione: Oh ce passioni! seguita da quell’enunciazione così astratta e così reale: l'è cùlì primeverè, costi primavera, non possono non ricordare certi cari poeti delle origini.
Ed è in queste «Altris poesils» che il de Gironcoli ha scritto il suo pezzo migliore, quello dove si fondono il canto delibato, terso e l'amara angoscia dei rimpianti. II fare dei nomi per de Gironcoli (che si professa non Ietterato e che ora col finire della «quiete desolata e paurosa della guerra» dice di non sapere più che cosa sia poesia) potrebbe parere un vezzo critico. Ma per «E l'è restade un'olme» un nome, quello di Montale, mi vien troppo spontaneo. (E anche in «Vot poesils» l'esclamativo amare della II si rasserena in un particolare montaliano, nel cosi detto amuleto:
@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare |
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