"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
"Mmmmmmmm…"
"Mi scrivi una canzone?
Anche con dentro tutte quelle borgate e quei noiosissimi ragazzi di vita coi brufoli?
[….]"(Laura Betti a Pasolini).
Ballata del suicidio
( di seguito la versione in italiano, spagnolo e francese)
.
Pietà, pietà!
Voi mi volete
morta e sepolta:
senza voce,
senza gesti,
senza viso,
senza vita…
che non torni
- voi dite - mai più
la pazzia ch’essa fu,
qui tra noi!
Pietà, pietà!
Gente felice,
voi mi sperate:
impiccata,
annegata,
incendiata,
maciullata…
Che sta a fare
- voi dite - se fa
solo rabbia, e lo sa,
qui tra noi?
Pietà, pietà!
Gente per bene,
voi mi temete:
nel mio amore,
nel mio vizio,
nel mio ardore,
nel mio odio…
Perché vive
- voi dite - quaggiù,
peccatrice e tabù,
qui tra noi?
Pietà, pietà!
Gente normale,
mi condannate:
a tremare,
ad odiare,
a celarmi,
a sparire…
Chi è diverso
- voi dite - non può
rimaner neanche un po’
qui tra noi!
Pietà, pietà!
Gente al potere,
voi minacciate:
con l’arresto,
con la cella,
con la gogna,
con il rogo…
La passione
- voi dite - non dà
che fastidi e ansietà
qui tra noi!
Pietà, pietà!
Pareva eterno
il mio destino:
di parlare,
di cantare,
di godere,
di peccare…
Ma sì, ma sì!
Per me è finita,
state tranquilli…
Entro nell’ombra,
vi lascio il mondo…
In Spagnolo
¡Piedad, piedad!
Vosotros me queréis
muerta y enterrada:
sin voz,
sin gestos,
sin rostro,
sin vida...
que no regrese
decís vosotros – nunca más
la locura que ella fue,
aquí ¡entre nosotros!
¡Piedad, piedad!
Gente feliz
vosotros me esperáis:
ahorcada,
ahogada,
incendiada,
destrozada...
¿Qué hace ahí
decís vosotros – si da
sólo rabia, y lo sabe,
aquí entre nosotros?
¡Piedad, piedad!
Gente de bien,
vosotros me teméis:
en mi amor,
en mi vicio,
en mi ardor,
en mi odio...
¿Por qué vive
-decís vosotros – aquí abajo
pecadora y tabú,
aquí entre nosotros?
¡Piedad piedad!
Gente normal,
me condenáis:
a temblar,
a odiar,
a ocultarme,
a desaparecer...
El que es diferente
decís vosotros – no puede
quedarse ni un poco
¡aquí entre nosotros!
¡Piedad, piedad!
Gente en el poder,
vosotros me amenazáis:
con la detención,
con la celda,
con la picota,
con la hoguera...
La pasión
- ecís vosotros- no da
más que molestias y ansiedad
¡aquí entre nosotros!
¡Piedad, piedad!
Parecía eterno
mi destino:
de hablar,
de cantar,
de gozar,
de pecar...
Pero sí, pero ¡sí!
Para mi se acabó,
quedáos tranquilos...
Entro en la sombra,
os dejo el mundo...
In Francese
di Daniel(e) Bellucci
Nizza
Pitié, pitié !
Vous me voulez
morte et enterrée:
sans voix,
sans gestes,
sans visage,
sans vie ...
que plus jamais
- dites-vous - ne revienne
la folie qu'elle fut,
ici parmi nous !
Pitié, pitié !
Gens heureux,
vous me voulez :
pendue,
noyée,
brûlée,
broyée...
Que fait-elle
- dites-vous - si elle ne provoque
que de la colère, et elle le sait bien,
ici parmi nous ?
Pitié, pitié !
Gens de bien,
vous me craignez:
dans mon amour,
dans mon vice,
dans mon ardeur,
dans ma haine...
Pourquoi vit-elle
- dites-vous - là-bas
pécheresse et tabou,
ici parmi nous ?
Pitié, pitié !
Gens normaux,
vous me condamnez:
à trembler,
à haïr,
à me cacher,
à disparaître ...
Celui qui est différent
- dites-vous - ne peut rester,
ne serait-ce un instant,
ici parmi nous !
Pitié, pitié !
Gens au pouvoir,
vous menacez:
de l'arrestation,
de la cellule,
du pilori,
du bûcher...
La passion
- dites-vous - ne procure
qu'ennuis et anxiété
ici parmi nous !
Pitié, pitié !
Mon destin
semblait éternel :
de parler,
de chanter,
de jouir,
de pécher...
Mais oui, mais oui !
Pour moi c'est terminé,
soyez-en rassurés ...
Je m'enfonce dans l'ombre
et vous laisse le monde ...
"Non vedo perché sia la musica che le parole delle canzonette non dovrebbero essere più belle. Un intervento di un poeta colto e magari raffinato non avrebbe niente di illecito. Anzi, la sua opera sarebbe sollecitabile e raccomandabile. Personalmente non mi è mai capitato di scrivere versi per canzoni: ossia, come alla maggior parte dei miei amici, non mi si è presentata l’occasione. Musicisti e parolieri si sono stretti in un impenetrabile clan, si son ben protetti dalla concorrenza (e si capisce, i diritti d’autore fruttano talvolta milioni). Quanto a me, credo che mi interesserebbe e mi divertirebbe applicare dei versi ad una bella musica, tango o samba che sia."
(1956 Pasolini intervistato dalla rivista "Avanguardia)
L’occasione gli si presentò nel 1959, quando Laura Betti sollecitava agli amici scrittori e poeti i testi per le canzoni del suo nuovo spettacolo “Giro a vuoto”, che debuttò a Milano nel 1960 con la regia di Filippo Crivelli, e all’appello risposero in molti: da Moravia a Flaiano, da Fortini ad Arbasino, e Pasolini contribuì con tre canzoni in romanesco, “Valzer della toppa”, “Macrì Teresa detta Pazzia”, musicate da Piero Umiliani e “Cristo al Mandrione”, su musica di Piero Piccioni, diretto riflesso del lavoro compiuto sul dialetto in occasione della stesura dei romanzi “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”. Per la seconda edizione dello spettacolo Pasolini scrisse poi il testo di “Ballata del suicidio”, su musica di Giovanni Fusco, che Laura Betti incise solo in francese (“La parade du suicide”), mentre “Marilyn” è una poesia scritta in occasione della morte di Marilyn Monroe, che entrò a far parte della terza edizione di “Giro a vuoto” (1963) recitata da Laura Betti su accompagnamento musicale di Marcello Panni. “Uccellacci e uccellini” è la messa in musica (firmata da Ennio Morricone) dei titoli di testa dell’omonimo film diretto da Pasolini nel 1966, che fu affidata alla voce di Domenico Modugno così come “Cosa sono le nuvole” (di cui Modugno firmava anche la musica) che compariva all’interno dell’episodio “Che cosa sono le nuvole?”, girato da Pasolini nel 1968 per il film “Capriccio all’italiana”. “I ragazzi giù nel campo” e “C’è forse vita sulla Terra?” sono due testi adattati da Pasolini e Dacia Maraini sulle musiche composte da Marcos Hadjidakis per il film di “Dusan Makavejev Sweet Movie” (1974) . “Meditazione orale” è un altro testo espressamente poetico, scritto da Pasolini su richiesta di Morricone, al quale era stata commissionata una composizione per un disco celebrativo del centenario di Roma capitale e che Pasolini recita, come scrive Morricone rievocando quella collaborazione, “con la compostezza asciutta, la timidezza severa che emanava dalla sua persona”.
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