"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
[...] Per esempio, un epigramma intitolato Alla bandiera rossa. In esso delineo una tragica situazione di regresso nel sud (come si sa, coincidente con il progresso economico, almeno apparente, del nord) e concludo augurandomi che la bandiera rossa ridiventi un povero straccio sventolato dal piu' povero dei contadini meridionali. Forse per questo Salinari mi chiama, senza mezzi termini, senza appello, 'populista'" [...]
Pier Paolo Pasolini
da un articolo su Vie Nuove del 9 novembre 1961
raccolta nel volume Le belle bandiere
Editori Riuniti
Alla bandiera rossa
Nuovi epigrammi (1958-59)
Per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui esista:
chi era coperto di croste è coperto di piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese africano,
l'analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.
Pier Paolo Pasolini
La religione del mio tempo, 1961
"La sirena neocapitalistica da una parte, la desistenza rivoluzionaria dall'altra: e il vuoto, il terribile vuoto esistenziale che ne consegue. Quando l'azione politica si attenua, o si fa incerta, allora si prova o la voglia dell'evasione, del sogno ("Africa, unica mia alternativa") o un'insorgenza moralistica (la mia irritazione contro una certa ipocrisia delle sinistre: per cui si tende ad attenuare, classicisticamente la realtà: si chiama ‘errore del passato', eufemisticamente, la tragedia staliniana, ecc.)"[...]
[ P. P. Pasolini, in Vie Nuove, 16 novembre 1961.]
Sembra una critica ad un partito imborghesito e appiattito sulle posizioni di una classe operaia ormai proiettata in una società postmoderna, quella del nord Italia, integrata ideologicamente al neocapitalismo industriale. Pasolini rivolge questi versi ad sottoproletariato privato dei diritti civili, ai più poveri, ai più oppressi, a chi è coperto di piaghe, al bracciante diventato mendicante, al napoletano, al calabrese, all'analfabeta, ad una bufala, ad un cane e a tutti loro, chiede di sventolare la bandiera rossa. Un invito a ricostruire un partito, quello comunista, ripreso anche da Berlinguer, in parte:
il P.C.I deve diventare, anche, il partito degli umili particolarmente sfruttati e disprezzati.
La religione del mio tempo, è una raccolta di poesie edita da Garzanti nel 1961 e dedicata ad Elsa Morante. In essa, Pasolini rivolge il suo sguardo al futuro in modo analitico e mette in evidenza gli effetti del neocapitalismo e della rinuncia rivoluzionaria che l’Italia del Boom economico, affronta tra gli anni ’50 e ’60. Pasolini traccia in questi versi, la strada di una poesia profondamente civile.
B.E.
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