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martedì 15 aprile 2025

1975, Pasolini e la polemica sull'aborto - Cronologia di fatti, misfatti e banalità

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



1975
Pasolini e la polemica sull'aborto
Cronologia di fatti, misfatti e banalità

 Il 13 gennaio 1975, viene arrestato Gianfranco Spadaccia, per una disobbedienza civile, organizzata dal CISA (Centro d'informazione sulla sterilizzazione e sull'aborto di Firenze) e attivamente sostenuta dal Partito Radicale, contro la legge italiana che vietava l'aborto. Con Spadaccia, allora segretario del partito, vengono arrestati anche Emma BoninoAdele Faccio e Giorgio Conciani. L'accusa è procurato aborto.

 Il 19 gennaio 1975, sulle pagine del Corriere della sera, viene pubblicato un articolo  di  Pier Paolo Pasolini, intitolato "Sono contro l’aborto" ( poi in Scritti corsari col titolo "Il coito, l’aborto, la falsa tolleranza del potere, il conformismo dei progressisti"). La polemica scatta immediatamente. 

 

Il 15 gennaio, sulle pagine del Corriere della sera, pubblica un articolo dal titolo: Sono contro l'aborto 
Il 21 gennaio, Carla Lonzi invia una lettera indirizzata a Pier Paolo Pasolini, al Corriere della sera, nella quale esprime la sua opinione sull'aborto - Il Corriere non la pubblica e Pasolini, non la legge.
Il 21 gennaio, dalle pagine del Quotidiano dei lavoratori, Ida Farè, attacca Pier Paolo Pasolini 
Il 21 gennaio, Umberto Eco (Dedalus), dalle pagine di Il Manifesto, ci va con mano pesante contro Pasolini
.Il 22 gennaio, Giorgio Manganelli pubblica sul Corriere della sera, un articolo: Risposta a Pasolini 
Il 24 gennaio Alberto Moravia, dallepagine del Corriere, risponde all'articolo di Pier Paolo Pasolini. Uno scritto nel quale Moravia attacca in modo quasi inspiegabile, il suo amico
Il 25 gennaio sul settimanale Epoca, i pareri di alcuni partiti sella legalizzazione dell'aborto
Il 25 gennaio sul quotidiano La Stampa, Dacia Maraini si schiera contro Pasolini. 
Il 25 gennaio, Pier Paolo Pasolini, pubblica sul Corriere della sera, un articolo dal titolo: Opinioni sull'aborto

Il 26 gennaio, sempre dalle pagine del Corriere della sera, Leonardo Sciascia pubblica la sua opinione in merito alla polemica: Pasolini non dileggiare i cattolici 

Il 30 gennaio, Sulle pagine del Corriere della sera, viene pubblicato un articolo di Pier Paolo Pasolini dal titolo: Pasolini replica sull'aborto (a Moravia) 

Il 7 febbraio sul Corriere della sera, viene pubblicato un articolo di Natalia Ginzburg dal titolo: Aborto:la donna è sola

Il 9 febbraio, anche Italo calvino entra nella polemica con una lettera al Corriere della sera, intitolata: Lettera di Italo Calvino a Claudio Magris

Nel febbraio del 1975, Pasolini scrive un testo che resterà indetito e che oggi si può leggere in Scritti corsari, dal titolo: Cani
In questa conversazione con Jean Duflot, del 1975 ( tratta dal Sogno del centauro) Pasolini torna sul tema dell'aborto 


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare


Curatore, Bruno Esposito

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Pier Paolo Pasolini, Paradiso perduto - Il sogno del Centauro. Incontro con Jean Duflot (1969-1975)

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Pier Paolo Pasolini
Paradiso perduto

Il sogno del Centauro

Incontro con Jean Duflot 

(1969-1975)

( Oggi in Pasolini. Saggi sulla politica e sulla società, Meridiani Mondadori, Milano 1999 )


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1975, Pasolini e la polemica sull'aborto - Cronologia di fatti, misfatti e banalità 


Nel corso della campagna del 1974-1975, Lei ha dichiarato di essere vicino alle posizioni del Partito radicale) pur dichiarandosi «traumatizzato dalla legalizzazione dell'aborto»; Lei ha molto sorpreso l'opinione pubblica assimilando questa legalizzazione alla «legalizzazione di un omicidio» ...

C'è, di primo acchito, qualcosa di non ideologico, di precosciente in questo mio rifiuto dell'interruzione artificiale della vita. Non mi sento del tutto staccato dalle acque primordiali del ventre materno, ma pur sempre escluso da un'esistenza in cui regnava la plenitudine di un paradiso definitivamente perduto. Naturalmente, non è questa una considerazione che possa essere imputabile a egoismo o perlomeno a egocentrismo. Ripeto, il mio sentimento profondo della ierofania, del carattere sacro di ogni cosa (una certa visione gnostica che ho del mondo), ripugna a vedere distrutto l'ordine principale della vita. Ammetto però che questa particolare sensibilità non sia condivisa allo stesso grado dagli avversari e dai partigiani dell'aborto. Ammetto che questa idiosincrasia possa essere rimessa in discussione, purché ciò non mi impedisca di analizzare i princìpi in nome dei quali i partigiani dell'aborto propongono la loro politica. 

Pier Paolo Pasolini, Cani (Inedito) - Scritti corsari - Febbraio 1975

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Pier Paolo Pasolini
Cani 
(Inedito)

Scritti corsari

Febbraio 1975


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1975, Pasolini e la polemica sull'aborto - Cronologia di fatti, misfatti e banalità 


   In una lettera al «Corriere» il teologo Don Giovanni Giavini chiede che cosa ci sia di vero nella mia affermazione (in un articolo dello stesso «Corriere», 30-1-1975) che San Paolo fosse omosessuale e che da parte dei cartolici informati non ci sia, su questo punto, dello scandalo. (Del resto neanche Don Giovanni Giavini si scandalizza: e va peraltro ricordato che l'omosessualità di Sant'Agostino è ormai, anzi da sempre, accettata, in quanto è Sant'Agostino stesso a confessarla.) Su San Paolo, che probabilmente era inconsapevole di tale sua diversità (la quale, rimossa, creava in lui, appunto, quel suo stato patologico che è universalmente ammesso, e che è a sua volta confessato nelle «Lettere») è stato necessario l'intervento della psicanalisi: a interpretarne i sintomi, a tentarne una diagnosi. Si veda, da parte cattolica «disobbediente», émile Gillabert, Saint Paul ou le colosse aux pieds d'argile, éditions Métanoia, 1974; mentre, da parte cattolica «obbediente», citerei: «Se nella giovinezza frequentò lo stadio, queste scappatelle clandestine che costituivano un peccato contro la legge - queste concessioni al fascino del frutto proibito - sarebbero da porsi fra quelle che si leggono in filigrana nella patetica pagina della Lettera ai Romani, in cui certi psicanalisti, alla luce della loro «arte», hanno voluto addirittura leggere, collegandole con altre indicazioni contenute nelle Lettere, una tendenza alla pederastia...» (Jean Colson, Paolo Apostolo martire, Mondadori Editore 1974, e éditions du Seuil, Paris, 1971).

Lettera di Italo Calvino a Claudio Magris (sull'aborto) - Corriere della sera del 9 febbraio 1975

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Lettera di Italo Calvino a Claudio Magris 
(sull'aborto) 

Corriere della sera 

9 febbraio 1975


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1975, Pasolini e la polemica sull'aborto - Cronologia di fatti, misfatti e banalità 


Caro Magris

con grande dispiacere leggo il tuo articolo Gli sbagliati. Sono molto addolorato non solo che tu l’abbia scritto, ma soprattutto che tu pensi in questo modo.

Mettere al mondo un figlio ha un senso solo se questo figlio è voluto, coscientemente e liberamente dai due genitori. Se no è un atto animalesco e criminoso. Un essere umano diventa tale non per il casuale verificarsi di certe condizioni biologiche, ma per un atto di volontà e d’amore da parte degli altri. Se no, l’umanità diventa – come in larga parte già è – una stalla di conigli. Ma non si tratta più della stalla «agreste», ma d’un allevamento «in batteria» nelle condizioni d’artificialità in cui vive a luce artificiale e con mangime chimico.

Natalia Ginzburg, Aborto: la donna è sola - Corriere della Sera, Il 7 febbraio 1975

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Natalia Ginzburg
Aborto: la donna è sola

Corriere della Sera
7 febbraio 1975

Giorni fa c’è stata una persona che ha parlato dell’aborto con parole serie e vere, ed è Franco Rodano, in un articolo uscito su un quotidiano il 28 gennaio. Questo articolo si chiama Aborto e clericalismo. È un articolo molto bello e civile; fra i piú belli e civili che mi sia successo di leggere negli ultimi tempi.

 Penso che la questione dell’aborto è forse la questione piú complicata, piú delicata, piú triste che esista; una zona dove muoversi è ben difficile. Quando Franco Rodano parla dell’aborto, in questo articolo, ci sembra di respirare aria pura; perché egli ne parla con estremo rispetto umano e con una estrema serietà.

 Io sono per la legalizzazione dell’aborto. Con Franco Rodano, penso che ha ragione l’Unione delle Donne Italiane, «il solo organismo popolare, e perciò serio, realista e autentico dell’emancipazione femminile nel nostro paese», quando «avanza la proposta d’una depenalizzazione dell’aborto, ove e purché si verifichi in istituti sanitari pubblici».