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Pasolini - VITA, OPERE E MORTE
venerdì 11 aprile 2025
Giorgio Manganelli, Risposta a Pasolini ( aborto) - «Corriere della sera», 22 gennaio 1975.
"Le pagine corsare "
Giorgio Manganelli
Dedalus (Umberto Eco) contro Pasolini: Le ceneri di Malthus - Il Manifesto del 21 gennaio 1975
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Dedalus (Umberto Eco)
contro
Pasolini
Le ceneri di Malthus
Il Manifesto
21 gennaio 1975
( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )
di Dedalus
I fatti di Firenze e l'esplosione della polemica sull'aborto vedono schierati, come al solito, la sinistra laica contro la destra clerico-reazionaria. I progressisti sono capitanati dal sostituto procuratore di Firenze, Casini, la tradizione sessuofobica cattolica da Pier Paolo Pasolini.
La funzione del nostro Casini come Mano della Provvidenza — o, in termini laici e hegeliani, Come agente della Astuzia della Ragione è stata immensamente positiva. Da mesi I radicali si affannano a portare alla ribalta il problema dell'aborto, mentre i partiti cercavano di rimandarlo indefinitivamente: solo il coraggioso intervento del dottor Casini ha permesso di sensibilizzare ogni essere civilmente pensoso su questo grave problema. Ma la sua splendida azione poteva Fallire: infatti il Corriere della sera all'inizio aveva impostato il discorso in termini sordidamente scandalistici: non cogliendo il valore laico e civile della faccenda, l'aveva lasciata nelle mani di bassi arnesi di cronaca nera che ne avevano fatto un ennesimo e pruriginoso caso di << fabbrica degli angeli >> e di << cucchiai d'oro >> con medicastri ambigui che impinguavano i loro conti in Svizzera. E la cosa minacciava di finire in una bolla di sapone. Ma il dottor Casini, Arcangelo della Giustizia, è rapidamente intervenuto ristabilire l'equilibrio: arrestando Spadaccia ed emettendo gli altri mandati di cattura ha riportato la questione nei suoi corretti termini politici e civili. Persino il Corriere è stato costretto a cambiare politica. I partiti hanno dovuto intervenire. Dopo l'arresto di Miceli, l'arresto di Spadaccia è stato l'episodio più promettente per lo sviluppo del costume democratico in Italia. Oltre tutto, Miceli non voleva essere arrestato, mentre Spadaccia lo voleva e quindi il tandem Casini Spadaccia costituisce un meraviglioso esempio di azione congiunta tra magistratura avanzata e gruppi di dissenso. Siamo un grande paese.
giovedì 10 aprile 2025
Pasolini immerso nelle acque prenatali - Ida Farè, Quotidiano dei lavoratori, martedi 21 gennaio 1975, pag.5
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pasolini immerso nelle acque prenatali
«Sono contrario alla legalizzazione dell'aborto, perchè la considero come molti, una legalizzazione dell'omicidio...Che la vita sia sacra è ovvio, è un principio più forte di ogni principio di democrazia» .
Chi scrive dalle pagine del Corriere della Sera non è l'arcivescovo di Firenze, e nemmeno Tina Anselmi, ma Pier Paolo Pasolini, noto «bastian-contrario» della cultura «di sinistra». Nel '68 stava dalla parte dei poliziotti, i proletari che manganellavano a buon diritto i figli di papà; nel maggio '74 ha scoperto che tutti i giovani sono fascisti perchè tutti hanno i capelli lunghi, e ora, con la sua «aristocrazia intellettuale», si pone con Paolo VI e Fanfani, in difesa della vita umana. Benedice le acque materne che lo avvolgevano : vita prenatale che lui (eletto poeta-scrittore) ricorda, perchè sa che là era esistente, e con un antifemminismo viscerale, si scatena contro questa maggioranza di donne che non sa essere «aristocratica» e rivendica questa «comoda permissività», costituita dall'aborto, che non fa che consolidare la nevrosi collettiva del rapporto eterosessuale.
martedì 8 aprile 2025
Una femminista (Dacia Maraini) contro Pasolini in difesa dell'aborto - La Stampa, sabato 25 gennaio 1975
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Una femminista (Dacia Maraini )contro Pasolini In difesa dell'aborto
La Stampa
sabato 25 gennaio 1975
pag. 1 e 2
( © Questa trascrizione da cartaceo,è stata curata da Bruno Esposito )
IN DIFESA DELL'ABORTO
La scrittrice Dacia Maraini risponde a Pier Paolo Pasolini, che in un articolo si è detto
« contrario alla legalizzazione dell'aborto, perchè la considero, come molti, una legalizzazione dell'omicidio ».
Caro Pier Paolo, il tuo articolo contro l'aborto parte secondo me da un presupposto sbagliato. Cioè tu pretendi che le femministe e i radicali e in genere i laici progressisti siano favorevoli all'aborto e la Chiesa, lo Stato e i partiti conservatori siano contro.
Ma questo non è affatto vero. Anzi, è esattamente il contrario. Infatti sono proprio Io Stato, la Chiesa e i partiti conservatori a volere l'aborto così com'è ora, con i suoi pericoli, la sua speculazione, i sensi di colpa che comporta.
Se lo Stato e le classi dirigenti pensassero che la legge contro l'aborto è buona, l'applicherebbero. In realtà la legge non viene mai applicata (su tre milioni di aborti l'anno solo alcune centinaia vengono perseguiti). Questo significa che i gruppi dirigenti e Io Stato non hanno nessuna voglia di applicare la legge. E quando non si vuole applicare una legge vuol dite che si incoraggia a trasgredirla.
Moravia, il 24 gennaio 1975, dalle pagine del Corriere, risponde a Pasolini sull'aborto, con un art. dal titolo "Lo scandalo Pasolini
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Moravia risponde a Pasolini sull'aborto
sul Corriere della sera, del 24 gennaio 1975
con un art. dal titolo
"Lo scandalo Pasolini"
Il 24 gennaio del 1975, Alberto Moravia risponde ad un articolo di Pier Paolo Pasolini, apparso sulle colonne del Corriere della sera, il 15 gennaio del 1975, con il titolo "Sono contro l'aborto".
Di seguito alcuni passaggi significativi della sua risposta.
Alberto Moravia:
Da qualche tempo Pier Paolo Pasolini, per motivi certamente seri e profondi che non mi curo di definire, cerca lo scandalo. La peculiarità distintiva di questo suo atteggiamento è, però, che egli non mira a scandalizzare i conservatori ma gli intellettuali.
Perché questo?
lunedì 7 aprile 2025
Lettera a Pier Paolo Pasolini di Carla Lonzi sull'aborto, non pubblicata dal Corriere della sera - 21 gennaio 1975
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Lettera a Pier Paolo Pasolini di Carla Lonzi
(Nel 1970, Carla Lonzi, scrisse il manifesto del collettivo “Rivolta Femminile”)
Nel gennaio 1975, Pier Paolo Pasolini su «Il Corriere della Sera» critica il movimento femminista per non aver affrontato il nodo della sessualità e del nesso coito-aborto. Lonzi invia al giornale lo scritto Sessualità femminile e aborto, con allegata una lettera a Pasolini. Il giornale non pubblicò e Pasolini non rispose.
21 gennaio 1975
Caro Pasolini,
nel tuo articolo sul “Corriere della Sera” ‘Io sono contro l’aborto’, scrivi: “Non mi risulta che gli abortisti, in relazione al problema dell’aborto, abbiano messo in discussione tutto questo”. Io e le donne del gruppo femminista cui appartengo l’abbiamo fatto e abbiamo pubblicato gli scritti in proposito, che però sono passati completamente sotto silenzio. Gli abortisti, come li chiami, non hanno mostrato di prenderci in considerazione.
Eppure non ci siamo pronunciate contro la libertà di aborto – che rispecchia, sono d’accordo con te, una tappa obbligata del patriarcato che si rinnova per sopravvivere, e in questo senso noi di Rivolta Femminile non abbiamo mosso un dito, ma abbiamo posto dal ’71 il problema della presa di coscienza su ciò che l’aborto legale sottintende: la consacrazione del coito. Il nostro obbiettivo non era negare la libertà di aborto, ma cambiare il suo significato nella coscienza di chi continuerà a subirlo, anche libero, la donna, e a imporlo, una cultura se non vogliamo dire l’uomo.
sabato 5 aprile 2025
Pasolini, Sono contro l'aborto - Corriere della sera, 15 gennaio 1975
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pasolini
Sono contro l'aborto
Corriere della sera
15 gennaio 1975
( In Scritti corsari con il titolo: "19 gennaio 1975. Il coito, l'aborto, la falsa tolleranza del potere, il conformismo dei progressisti")
Sono però traumatizzato dalla legalizzazione dell'aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell'omicidio. Nei sogni, e nel comportamento quotidiano - cosa comune a tutti gli uomini - io vivo la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne: so che là io ero esistente. Mi limito a dir questo, perché, a proposito dell'aborto, ho cose più urgenti da dire. Che la vita sia sacra è ovvio: è un principio più forte ancora che ogni principio della democrazia, ed è inutile ripeterlo.
La prima cosa che vorrei invece dire è questa: a proposito dell'aborto, è il primo, e l'unico, caso in cui i radicali e tutti gli abortisti democratici più puri e rigorosi, si appellano alla Realpolitik e quindi ricorrono alla prevaricazione «cinica» dei dati di fatto e del buon senso.
Se essi si sono posti sempre, anzitutto, e magari idealmente (com'è giusto), il problema di quali siano i «principi reali» da difendere, questa volta non l'hanno fatto.
Dopo Firenze - Lo schieramento dei partiti sul problema dell’aborto - Epoca, 25 gennaio 1975
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
DOPO FIRENZE
Lo schieramento dei partiti sul problema dell’aborto
Epoca
numero 1268
25 gennaio 1975
da pag.20 e pag. 21
( © Questa trascrizione da cartaceo, anche un po faticosa, è stata curata da Bruno Esposito )
Quest'articolo di Sandra Bonsanti - tra l'altro citato anche da Walter Siti, in Pasolini saggi sulla politica e sulla società, Meridiani Mondadori -, viene inserito nel mio blog, Le pagine corsare, dedicato al pensiero, vita e opere di Pier Paolo Pasolini, per introdurre una serie di altri post, sulla polemica scaturita da un articolo di Pier Paolo Pasolini, apparso sulle colonne del Corriere della sera, il 15 gennaio del 1975, dal titolo "Sono contro l'aborto".
Man Mano che il materiale da me raccolto, si trasformerà in post (presto), i link verranno aggiunti a questa pagina.
Buona lettura.
PSI: « Entro quest’anno il Parlamento è in grado di approvare la legalizzazione »
DC: « L’attuale legge può e deve essere riveduta »
PCI: « Favorevoli all’interruzione della maternità in circostanze da valutare bene »
PSDI: « L’esempio francese può valere anche per noi »
PRI: « In certi casi è necessario »
PLI: « Siamo per la procreazione responsabile »
MSI: « È un falso problema per distrarre il paese da Quelli più gravi »
di SANDRA BONSANTI
Roma, gennaio
I dibattito sull’aborto, uscito dalle strette cerchie del femminismo e dei movimenti di liberazione della donna, ha investito con violenza l'opinione pubblica italiana (vedasi l’arresto del segretario del partito radicale Spadaccia dopo la scoperta di una clinica per aborti a Firenze) e sta coinvolgendo, forse con risvolti clamorosi, l’attività politica. Come si è sviluppata la discussione all’interno dei vari partiti? Quale sarà il loro atteggiamento il giorno in cui saranno chiamati a pronunciarsi in Parlamento sulla legalizzazione dell’ aborto o sul mantenimento della situazione attuale?
Epoca ha rivolto queste do mande ai responsabili dei partiti, tra i più qualificati ad esprimersi a tale riguardo. Siamo quindi in grado di offrire ai lettori un panorama completo delle varie posizioni politiche su questo importante problema.
5 domande a Pier Paolo Pasolini - Il divino mestiere - Epoca, numero 1268 del 25 gennaio 1975
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
5 domande a Pier Paolo Pasolini
Il divino mestiere
Epoca
numero 1268
25 gennaio 1975
da pag.62 a pag. 67
( © Questa trascrizione da cartaceo, anche un po faticosa, è stata curata da Bruno Esposito )
Epoca esamina la condizione degli scrittori in Italia
È possibile oggi per un autore vivere di letteratura? Quali sono i rapporti con gli editori e con i giornali? E quali con il potere politico? Come si comincia a scrivere?- Intervengono Maria Bellonci, Alberto Bevilacqua, Carlo Cassola, Giancarlo Fusco, Alfonso Gatto, Pier Paolo Pasolini, Fulvio Tomizza e Cesare Zavattini.
di PIERO FORTUNA
Come si diventa scrittori? Come si rivela questa « divina » attitudine e come si riesce a concretarla nel libro destinato al pubblico? Cioè, quali strade bisogna percorrere per dare all'atto dello scrivere un contenuto pratico? Certo, ci sono i premi letterari, ce l’industria editoriale che fa le sue scelte. Ma tutto ciò porta fatalmente lo scrittore a uscire dalla sua torre d’avorio e a misurarsi col mondo esterno. E di che natura è questo contatto? Esaltante? Deludente? Ambigua? Insomma, quali rapporti intercorrono fra lo scrittore e l'editore che stampa e vende i suoi libri? Con i giornali che li recensiscono e che pubblicano i suoi racconti e i suoi elzeviri? O col potere politico, che in Italia è uno strapotere anche sotto il profilo culturale per il controllo che esercita su radio, TV e grandi organi di informazione?
Sono interrogativi interessanti, specialmente nel momento in cui i libri sembrano avviati a diventare un prodotto di largo consumo, almeno rispetto al passato. Per questi motivi Epoca ha promosso un’inchiesta sulla condizione dello scrittore nel nostro paese, interpellando note personalità della letteratura italiana contemporanea, come Maria Bellonci, Alberto Bevilacqua, Carlo Cassola, Giancarlo Fusco, Alfonso Gatto, Pier Paolo Pasolini, Fulvio Tomizza e Cesare Zavattini. La scelta non è stata occasionale. Per la loro matrice culturale, c per il loro carattere personale, essi rappresentano un mosaico di tendenze nel quale tutti gli uomini di lettere possono in un certo senso riconoscersi.
A Maria Bellonci. a Bevilacqua, a Cassola, a Fusco, a Gatto, a Pasolini, a Tomizza e a Zavattini abbiamo posto cinque domande che sintetizzano il senso dell’inchiesta. Sono queste:
1) È possibile oggi, per uno scrittore vivere bene di letteratura?
2) Quali sono i rapporti fra scrittore e editore?
3) Come e perché è diventato scrittore?
4) Quali sono i rapporti tra gli scrittori e i giornali?
5) Quali sono i rapporti fra lo scrittore e il potere politico?
Queste sono le risposte che ci hanno dato.
Pier Paolo Pasolini:
martedì 1 aprile 2025
Il «compagno» Pasolini alle feste dell’Unità - Anna Tonelli, Per indegnità morale, Il caso Pasolini nell'Italia del buon costume - Editori Laterza
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Il «compagno» Pasolini alle feste dell’Unità
Tratto da una lettura che consiglio:
Per indegnità morale
Il caso Pasolini nell'Italia del buon costume
Anna Tonelli
Editori Laterza
.
Domenica 8 settembre 1949 |
Del resto, la Mostra del libro e della stampa democratica – all’interno della quale Pasolini tiene una conferenza (64) – e i comizi alle feste dell’Unità (è annunciato come oratore a Cervignano e Nimis l’11 settembre 1949 (65) e ad Aiello il 16 ottobre 1949 (66) ) sono considerati dal Pci «manifestazioni per la diffusione della nostra ideologia e della stampa» (67). E Pasolini può esprimere in esse il suo spessore culturale e pedagogico, non trascurando l’interesse per quella cultura popolare che proprio attraverso tali iniziative emerge con spontaneità e vigore.
Inedito Pasolini, La mia eterna adolescenza è lieta malattia - Alcune pagine inedite di Pier Paolo Pasolini: gli anni di crisi e di fantasia in Friuli. - Corriere della sera del 30 marzo 1980
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Inedito Pasolini
La mia eterna adolescenza è lieta malattia
Corriere della sera del 30 marzo 1980
( © Questa trascrizione da cartaceo, anche un po faticosa, è stata curata da Bruno Esposito )
Alcune pagine inedite di Pier Paolo Pasolini:
gli anni di crisi e di fantasia in Friuli.
Pasolini, Il Pasticciaccio di Gadda - Vie nuove, 18 gennaio 1958, pag, 16
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pasolini
Il Pasticciaccio di Gadda
Vie nuove, numero 3
18 gennaio 1958
pag. 16
(Trascrizione dal cartaceo curata da Bruno Esposito)
Per nessun libro come per questo di Gadda (Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, Garzanti, 1957), appare lecita una analisi ispirata al metodo stilistico spitzeriano: sembrerebbe, anzi, questo libro, prestarsi per un critico stilistico a orge d’analisi, da perdercisi come un topo nel formaggio. Lo Spitzer chiama «clic» – con parola onomatopeico-vivace – il momento della lettura in cui, in presenza di un particolare stilistico anche minimo, avviene qualcosa dentro il lettore per cui, quel particolare, assume intuitivamente un valore paradigmatico, riassume in sé tutta l’opera. Sicché l’analisi di quel particolare porta alla comprensione generale dell’opera, dell’autore, o addirittura della cultura dell’autore e quindi del suo tempo.
sabato 29 marzo 2025
Pasolini, In margine all’esistenzialismo - Libertà, 30 giugno 1946, pag.3
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pasolini
In margine all’esistenzialismo
Libertà
30 giugno 1946
pag.3
(Trascrizione dal cartaceo curata da Bruno Esposito)
Mi sono chiesto più volte se sia possibile, o almeno ammissibile guardare a Leopardi come a un precursore dell'esistenzialismo.
Naturalmente in tal caso sarebbe necessario leggere sotto quella sua prosa perfetta, patinata d'antico, dimenticare un momento il suo linguaggio, che è la sintesi della nostra lingua tradizionale e un’apertura improvvisa verso commoventi modernità; così potremmo forse distaccare, con la gratuità di simili operazioni, quello che chiamiamo il contenuto, o, nel caso di Leopardi, il pessimismo.
È evidente che il pessimismo leopardiano è uno stato d’animo altamente intellettuale, privo di sentimentalismo, antiromantico. Ma dimentichiamo, ripeto, il modo con cui si esprime (quell’accoratezza, quella tenerezza virile, quell’ironia marmorea) e ci
Pasolini, Il Friuli autonomo - Quaderno romanzo, 3, giugno 1947
"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pasolini, Il Friuli autonomo
Quaderno romanzo 3
giugno 1947
... pretz e valor
sai plora Guiana e Peitaus.
I. Retroscena poetico
Se i personaggi di questo ambiguo aneddoto che è l’autonomia friulana fossero in dimestichezza col Diavolo, non avrebbero timore di confessare certi loro argomenti convincentissimi, ma condannati ahimè, a un onesto silenzio. Intendiamo parlare di quegli interessi che impongono un’insincerità aprioristica, da cui il Diavolo è escluso, addirittura ignorato. Restando sul terreno pratico che tanto piace ai buoni insinceri, hanno forse, non diciamo un autentico, ma un probabile valore certi tabù delle discussioni pro e contro l'autonomia, quali «il focolare», «Zorutti», «le industrie pordenonesi» ecc. ecc.?