"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Pasolini
Caro uomo medio
Tempo
10 gennaio 1970
pag. 23
( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )
MEDIAMENTE
Egregio Signor Pasolini, sono un lettore di «Tempo», un lettore non assiduo ma comunque sempre lettore. Ho letto nel numero 48 del 29 novembre la sua risposta al signor Sergio Latorraca che tra l’altro non so chi sia, né tutto sommato, al momento, mi interessa saperlo. Le scrivo due righe che forse lei non leggerà neppure, e anche questo è probabile mi interessi relativamente.
La realtà è che sento il bisogno di rispondere per una questione interna, di principio quasi, in ordine alle sue considerazioni circa i pericoli derivanti dall’uomo medio (che secondo lei deve necessariamente, sia pure a livello di inconscio, essere fascista), Io sono appunto un uomo medio (antifascista), un uomo che lavora mediamente 8-9 ore al giorno, che entra in ufficio alle 8 (con una tolleranza di circa 10 minuti) e dal quale ne esce verso le 19, salvo l'intervallo del pasto.
Ho due figli e una moglie, una famiglia giovane, insomma, che rappresenta un preciso riferimento etico nella mia vita forzatamente borghese.
Il punto è questo, ora.
Al di là delle sue bizantineggianti distinzioni tra «accezione razionale ed irrazionale» di uomo medio, mi permetto precisarle che l’ambiente «torbido e squallido» nel quale ella vorrebbe inserire gente come me, esistente in Italia e nel mondo tutto, è viceversa il suo ambiente, sia pure inteso sotto differenti angolazioni.
Lei, egregio signor Pasolini, è sostanzialmente un personaggio squallido e torbido ed è dai tipi come lei, in senso generale logicamente, che «maturano» i «delitti e crimini» cui anche le più recenti notizie di cronaca ci hanno abituati.
Non si arrampichi sugli specchi, quindi, pretendendo di sventolare bandiere gloriose in nome di nobili ideali che tutto sommato poco le si addicono.
Ed ancora un consiglio: questa mia lettera di «squallido stampo borghese» non la pubblichi perché rischierebbe di incontrare troppi consensi, svuotando, parzialmente e momentaneamente, la sua rubrica «Caos» dell’unico significato che sino ad oggi le si può attribuire, quello commerciale.
Si conservi.
Un uomo medio
CARO UOMO MEDIO,
il non aver saputo prendere con spirito la frase, «nello squallido e torbido ambiente degli uomini medi maturano eccetera», e anzi, aver ritorto contro di me la frase contro cui io polemizzavo, perché razzistica, dimostra che lei è un uomo medio proprio nella sua accezione peggiore, fondato cioè su quell’ideologia per definizione avversa sia alla religione sia alla ragione, che è il «buon senso». Perché non va a leggersi quelle pagine contro il «buon senso» che aveva scritto Kant, uomo su cui lei non può avere i degradanti sospetti che ha su di me? Nota: coloro che usano l’espressione «squallido o torbido ambiente dove maturano eccetera», (espressione contro cui io ho fatto della dolorosa ironia nella mia pagina sull’uomo medio) si macchiano di una infinità di colpe, che in pieno neocapitalismo è poco definire tribali. Ne faccio un nudo e incompleto elenco.
1) Sono razzisti. Infatti essi si distinguono, direi, teologicamente, o meglio, antropologicamente, dai soggetti di cui si abbassano, costretti dalla necessità, a parlare: prostitute, omosessuali, ladri, truffatori eccetera. Costoro vengono distaccati, «separati» dalla coscienza e chiusi nel ghetto, appunto «dello squallido e torbido ambiente».
2) Sono ricattatori. Infatti essi tappano la bocca a presunti appartenenti a quel ghetto, mettendoli a tacere attraverso l’allusione alle loro colpe che l’uomo medio condanna, e per cui essi non hanno diritto di cittadinanza nella società. Fanno, al livello borghese dell’indignazione morale (anche sincera!) ciò che un piccolo ricattatore può fare a una prostituta che ha un figlio, a un omosessuale che ha una madre o un impiego eccetera.
3) Sono ignoranti. Infatti essi ignorano tutto ciò che di scientifico (mettiamo sul piano più elementare, Freud) è stato scritto su coloro che essi relegano nello squallido ghetto, senz’altra spiegazione che una cieca ripugnanza fisica, un panico, un principio irremovibile: tutte cose perfettamente stupide appunto perché irrazionali e prive di ogni motivazione scientifica.
4) Sono primitivi. Infatti essi negli abitanti coatti dei loro ghetti vedono arcaicamente dei «capri espiatori», sulle cui spalle riversare le colpe di tutta la società. Nelle giornate più drammatiche del caso di Viareggio, per esempio, pareva che le colpe dei Lager, della diga di Longarone o della guerra del Vietnam cadessero tutte sulle spalle di quattro poveri invertiti - ricattati e martirizzati - privi di ogni potere, e impossibilitati, da ricatto, privato e pubblico, ad avere una normale vita e fare una normale carriera.
5) Sono dei sanguinari. Infatti i «capri espiatori» si ammazzano. Ed essi, additando ai loro pari e alle autorità, direttamente o indirettamente, gli «squallidi o torbidi individui» così come essi li definiscono e li vogliono, ne fanno implicitamente (e talvolta esplicitamente) dei soggetti da linciaggio.
Ho calcato un po’ le tinte. Ma le cose stanno sostanzialmente così.
Pier Paolo Pasolini
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