Pagine

Le pagine corsare - Riflessioni su "Processo alla DC"

Pasolini, l'ideologia

Il Friuli di Pier Paolo Pasolini

Guido Alberto Pasolini

Le poesie

La saggistica

La narrativa

Pasolini - docufilm, cortometraggi e collaborazioni varie.

Il teatro di Pasolini

Atti del processo

Omicidio Pasolini - Inchiesta MicroMega

Interrogatorio di Pino Pelosi

Arringa dell'avvocato Guido Calvi

Le Incogruenze

I sei errori della polizia

Omicidio Pasolini, video

martedì 28 giugno 2022

San Paolo in doppiopetto grigio sulla via di Pasolini - Stampa Sera, mercoledi 7 e giovedi 8 gennaio 1970

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




San Paolo in doppiopetto grigio sulla via di Pasolini  

Stampa Sera
mercoledi 7 e giovedi 8 gennaio 1970
Adele Galloni
(Trascrizione curata da B. Esposito)

Un San Paolo in doppiopetto grigio, capelli  « beat ». il viso emaciato e intelligente di Terzìeff. ecco il protagonista del prossimo film di Pasolini. 

« Per ora ho scelto solo lui, gli altri attori 1: troverò girando, come Santo Stefano, d: cui simboleggerò il martirio facendolo fucilare a Parigi dai nazisti, perché il mio film sarà moderno, attualissimo ». 

La sceneggiatura de « Le lettere di S. Paolo » da cui Pasolini trarrà questo film, e pronta da tempo. 

lunedì 27 giugno 2022

Come un corvo può essere corsaro, di Francesco Leonetti - Pasolini è stanco eppure si scatena in Testimonianze per il Vangelo di Pasolini - “L’Europa Letteraria” nn. 30-32, giugno-settembre 1964

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Come un corvo può essere corsaro
di Francesco Leonetti
Pasolini è stanco eppure si scatena in Testimonianze per il Vangelo di Pasolini

“L’Europa Letteraria” nn. 30-32, giugno-settembre 1964

( oggi anche in PASOLINI SCONOSCIUTO. Interviste, scritti, testimonianze a cura di Fabio Francione)


     Un giorno che passeggiavamo a Roma più di un anno fa, Pasolini e io discutemmo del suo progetto di un film dal Vangelo di Matteo. (Io ho ricordi-suoni di Bach, brandenburghesi, lezioni, e quei recitativi, che sono tutto del mio essere, in un periodo d’adolescenza...). Dal colloquio romano mi è rimasta un’incertezza su quanto egli può trasporre nel film della sua idea di una nuova moralità, che Gesù significa come maestro e giudice vivo e assoluto; e su quanto di languori troppo personali e troppo umani può pensare Pasolini di esprimere nel film. E insomma si rende, col film, religioso in modo tutto sublime, o in modo rivoluzionario?

domenica 26 giugno 2022

Pasolini - Non doveva finire così - Un estratto della Postfazione di Walter Siti a Petrolio edizione 2022

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Walter Siti
Pasolini - Non doveva finire così

Un estratto della Postfazione a Petrolio edizione 2022

Tratto da pag. 560 e da pag. 570 di Petrolio edizione 2022, curata da Walter Siti e Maria Careri.   

Presente anche anche in "Quindici riprese - Cinquant'anni di studi su Pasolini, sempre a cura di Walter Siti (2022) rispettivamente a pag. 381 e pag. 390 

[...]

pag. 560

Sull’omicidio di Pasolini si sono accumulate negli anni le incongruenze, le coincidenze troppo strane, le ombre di depistaggio, le novità intervenute con l’ausilio di strumenti più sofisticati; al punto da rendere necessaria una riapertura delle indagini, poi troppo frettolosamente concluse con un’archiviazione. Pino Pelosi non era solo quella sera all’idroscalo di Ostia, tracce di DNA sui reperti lo confermano; erano presenti un’auto targata Catania e una terza auto quasi uguale

sabato 25 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, Sesso, consolazione della miseria! - La religione del mio tempo

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Pier Paolo Pasolini
Sesso consolazione della miseria!


(La religione del mio tempo)

La puttana è una regina, il suo trono
è un rudere, la sua terra un pezzo
di merdoso prato, il suo scettro
una borsetta di vernice rossa:
abbaia nella notte, sporca e feroce
come un'antica madre: difende
il suo possesso e la sua vita.
I magnaccia, attorno, a frotte,
gonfi e sbattuti, coi loro baffi
brindisi o slavi, sono
capi, reggenti: combinano
nel buio, i loro affari di cento lire,
ammiccando in silenzio, scambiandosi
parole d'ordine: il mondo, escluso, tace
intorno a loro, che se ne sono esclusi,
silenziose carogne di rapaci.

venerdì 24 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, "DIALOGHETTI" SUL CINEMA E IL TEATRO - IL TEMPO DISTRUGGE LA PUREZZA - ARTISTI, ESPERIENZA E FANTASIA - Tempo n. 48, pagina 17, 23 novembre 1968

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Pier Paolo Pasolini


*"DIALOGHETTI" SUL CINEMA E IL TEATRO


*IL TEMPO DISTRUGGE LA PUREZZA


*ARTISTI, ESPERIENZA E FANTASIA


Tempo
numero 48
rubrica "Il Caos"
pagina 17
23 novembre 1968


Sono sull’Etna. Piove, nevica, passa la nebbia, splende il sole. Torna a piovere, torna a nevicare, torna a passare la nebbia, torna a splendere il sole. Ho, con tre dei protagonisti del film che devo cominciare a girare, i seguenti dialoghetti.

Io. Cos'è il cinema, Niné?

Ninetto Davoli. Il cinema è il cinema.

Io. Lo dice anche Godard, lo sai?

Ninetto. Godard è un uomo intelligente.

Io. Soltanto intelligente?

Ninetto. E poi è uno che mi piace.

Io. Perché?

Ninetto. Perché è uno che potrebbe essere un amico mio... uno che potrebbe essere dei paraggi miei... Un uomo semplice...

giovedì 23 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, Una disperata vitalità - da Poesia in forma di rosa, 1964

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Una disperata vitalità

(da Poesia in forma di rosa, 1964)


Come in un film di Godard: solo

in una macchina che corre per le autostrade

del Neo-capitalismo latino – di ritorno dall’aeroporto –

[là è rimasto Moravia, puro fra le sue valige]

solo, «pilotando la sua Alfa Romeo»

in un sole irriferibile in rime

non elegiache, perché celestiale

il più bel sole dell’anno –

come in un film di Godard:

lunedì 20 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, La ballata delle madri

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Ballata delle madri

Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d'esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate, a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

Pier Paolo Pasolini, Non ho amato Claudel - La Fiera Letteraria, domenica 10 aprile 1955.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


La Fiera Letteraria, domenica 10 aprile 1955.


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog



venerdì 17 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, La passione - Tratto da L'usignolo della chiesa cattolica.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Pier Paolo Pasolini
La passione

da L'usignolo della chiesa cattolica


       I


       Cristo nel corpo

       sente spirare

       odore di morte.

       Ah che ribrezzo

       sentirsi piangere!

       Marie, Marie,

       albe immortali,

       quanto dolore...

       Io fui fanciullo

       e oggi muoio.

Pier Paolo Pasolini, L'usignolo - Tratto da L'usignolo della chiesa cattolica.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
L’usignolo

da L'usignolo della chiesa cattolica.

«Io non sono la luce...»

(San Giovanni, Vangelo)


I

STRANIERO
Salute, giovinetto. Cosa fai appoggiato al fresco rastrello?

GIOVINETTO
Salute, straniero, dietro di me Casarsa coi campi smarriti e i vecchi muri.

STRANIERO
Sei povero o signore? che nome hai?

GIOVINETTO
Ho vent’anni, vado nel campo a servire il mio padrone.

STRANIERO
Qual è la vostra bellezza?

GIOVINETTO
Il Vallo e il Bosco con le rogge d’argento.

STRANIERO
E non avete mai feste?

GIOVINETTO
Le Domeniche son feste piene di canti!

STRANIERO
Che triste paese!

GIOVINETTO
Donne mie, vecchi della mia infanzia, che dolce allegria i giorni della Settimana Santa!

STRANIERO
Non avete corpi dentro lo scuro vestito?

GIOVINETTO
Campana dell’Ave, campana dell’Angelus.

STRANIERO
Sentite sempre la voce del cielo?

GIOVINETTO
No. L’uomo ha le carte, il vino e le ragazze.

STRANIERO
Ah, vedo che sono ombre i vostri anni!

GIOVINETTO
L’alba schiarisce i paesucci cristiani, prega il giovane e va a zappare nel campo.

STRANIERO
Felice te! Io sono lontano dal mio paese.

GIOVINETTO
E che cosa hai trovato per la tua strada?

STRANIERO
Questa conchiglia, giovinetto!

GIOVINETTO
Oh, lascia che vi posi sopra l’orecchio!

STRANIERO
Attento, è un suono di dolore...

GIOVINETTO
No! Io vi sento battere Rosario, cantare ragazzi, e sospirare mia madre nel campo.


II


domenica 12 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, Versi dal testamento - da Trasumanar e organizzar

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Carlo Bavagnoli
Pier Paolo Pasolini sullo sfondo dei palazzi della borgata, 1960 ca.
© Collezioni d’Arte
Fondazione Cariparma – Donazione Carlo Bavagnoli


Pier Paolo Pasolini
Versi del testamento

da Trasumanar e organizzar


   La solitudine: bisogna essere molto forti

   per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe

   e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare

   raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere

   rapinatori o assassini; se tocca camminare

   per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera

   bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;

   specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,

   e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;

   non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,

   oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte

   senza doveri o limiti di qualsiasi genere.

   Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri

   – e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento,

   tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani,

   essi sono molti – non sono che momenti della solitudine;

   più caldo e vivo è il corpo gentile

   che unge di seme e se ne va,

   più freddo e mortale è intorno il diletto deserto;

   è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso,

   non il sorriso innocente o la torbida prepotenza

   di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza

   enormemente giovane; e in questo è disumano,

   perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia

   che è sempre la stessa in tutte le stagioni.

   Un ragazzo ai suoi primi amori

   altro non è che la fecondità del mondo.

   È il mondo che così arriva con lui; appare e scompare,

   come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose,

   e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più;

   l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque

   la solitudine è ancora più grande se una folla intera

   attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni –

   l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente

   come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte.

   Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire,

   specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena,

   e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi;

   e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza,

   e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire

   che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto,

   e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine

   è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?

   Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo,

   che valga una camminata senza fine per le strade povere,

   dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog

venerdì 10 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, A un figlio non nato - La religione del mio tempo

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Pier Paolo Pasolini
A un figlio non nato

Versi tratti da:
La religione del mio tempo
UMILIATO E OFFESO (1958)
   Epigrammi



In fondo a quel candido ponte nuovo sul Tevere

finito dai cattolici per non smentire i fascisti,

tra i fregi, i cippi, i falsi frammenti, i finti ruderi,

un gruppo di donne aspettava i clienti al sole.

Tra queste c’era Franca, una venuta da Viterbo,

bambina, e già madre, che fu la più svelta:

corse allo sportello della mia macchina, gridando,

così sicura che non potei disingannarla:

salì, si accomodò, allegra come un ragazzo,

e mi condusse verso la Cassia: passammo un bivio,

corremmo per una strada abbandonata al sole

tra cantieri di gesso e casupole tripoline,

e arrivammo al suo posto: era un praticello

sotto un’altura cosparsa di borraccine e grotte.

Un vecchio cavallo marrone, in fondo, sull’erba umida,

un’automobile vuota, in mezzo ai cespugli,

e non lontano, qua e là, festosi echi di spari:

tutt’intorno era pieno di coppie, ragazzi e poveri.

In quei giorni la mia vita, il mio lavoro erano pieni,

nessuno squilibrio, nessuna paura mi minacciava:

ero andato avanti per anni, prima per fisica grazia,

– mitezza, salute e entusiasmo che ho avuto nascendo,

poi per una luce di pensiero, benché incerto ancora,

– amore, forza e coscienza che ho acquistato vivendo.

Eppure, primo e unico figlio non nato, non ho dolore

che tu non possa mai esser qui, in questo mondo.

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog

mercoledì 8 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, Rinnovarsi dai fantasmi - Vie Nuove numero 4 - 28 gennaio 1965

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Vie Nuove  numero 4 - 28 gennaio 1965
Vie Nuove  numero 4 - 28 gennaio 1965


Pier Paolo Pasolini
Rinnovarsi dai fantasmi

Vie Nuove

numero 4

28 gennaio 1965


Caro Pasolini, leggendo i tuoi dialoghi mi viene da pensare che tu sia come il Cristo del tuo Vangelo: sempre un po’ arrabbiato col tuo prossimo, sempre incompreso compiutamente e quindi sempre un po’ risentito. Quando ho visto il tuo bellissimo Vangelo, i discepoli del Cristo mi facevano un po’ pena: non succedeva mai che dicessero qualcosa che il Maestro accettasse o accettasse completamente. Nei dialoghi, i discepoli sono i tuoi interlocutori. Tu li ami non c’è dubbio, ma ti senti sempre un po’ incompreso e quindi ti risenti. Mi sbaglio? Sarebbe interessante che ci illustrassi questo aspetto del tuo carattere.

Mario Vinciguerra - Milano

lunedì 6 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, Calderón

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini
Il teatro
Calderón
1973

commento di Massimiliano Valente

Calderón è stato l'unico dramma teatrale pubblicato in vita da Pier Paolo Pasolini (presso Garzanti di Milano). Pasolini si rifà al grande tragediografo spagnolo del "Siglo de Oro" Pedro Calderón de la Barca (1600-1681) e alla Vida da es sueno, considerato il suo capolavoro. I personaggi si chiamano, come in Calderón, Basilio, Sigismondo, Rosaura, ma la trama è diversa. Il dramma è ambientato in Spagna, ma nella Spagna franchista del 1967, e si sviluppa, rispetto alla trama, in tre sogni successivi, in tre ambienti: aristocratico, proletario, medioborghese. E' soprattutto una parabola sull'impossibilità di evadere dalla propria condizione sociale.
La protagonista è Rosaura che attraverso il sogno tenta di infrangere e sottrarsi al clima soffocante in cui vive. Ma la diversità di Rosaura, il suo essere donna, madre, figlia, e il suo puerile tentativo di fuga non porterà a nulla, perché il potere la spingerà "a obbedire senza essere obbediente".

Pier Paolo Pasolini, Bestia da stile

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini
Il teatro
Bestia da stile

1977, postumo
commento di Angela Molteni


Di Bestia da stile dice Pasolini nella nota che introduce il dramma:

"Ho scritto quest'opera teatrale dal 1965 al 1974, attraverso continui rifacimenti, e quel che più importa, attraverso continui aggiornamenti: si tratta, infatti, di una autobiografia".

Questi continui rifacimenti operati da Pasolini nel corso di quasi un decennio, hanno permesso al poeta di inserire nel dramma teatrale anche avvenimenti del 1968; inoltre, vi fa cenno ad una polemica del 1971 con Eugenio Montale sul significato della poesia.

È curioso e interessante leggere quanto Pasolini aggiunge, più avanti nella stessa nota sopra citata, soprattutto per i pareri, sia pure sintetici, che egli esprime nei confronti di alcuni uomini di teatro: "Il teatro nuovo – che in altro non consiste che nel lungo marcire del modello del 'Living Theatre' (escludendo Carmelo Bene, autonomo e originale) – è riuscito a divenire altrettanto ributtante che il teatro tradizionale. […] Quanto all'ex repubblichino Dario Fo, non si può immaginare niente di più brutto dei suoi testi scritti. […] Tutto il resto, Strehler, Ronconi Visconti, è pura gestualità, materia da rotocalco".

Dopo un'introduzione del Coro, che annuncia che l'azione si svolge alla fine degli anni Tenta in Boemia, il dramma inizia con il protagonista (Jan / Pasolini), identificato come un piccolo borghese, che si masturba sulla riva di un fiume.

Pier Paolo Pasolini, Affabulazione

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Pier Paolo Pasolini
Il teatro

Affabulazione
1977, postumo

Commento di Angela Molteni
e Massimiliano Valente




Affabulazione è forse il più noto tra i drammi in versi di Pasolini. ripreso anche in epoca più recente da Vittorio Gassman. Narra di un padre che, durante un sogno angoscioso, si affaccia su un precipizio nel quale è destinata a finire una famiglia vissuta fino a quel momento nella tranquilla quiete di una stabilità borghese. L'"evento imprevedibile", che caratterizzerà anche la stesura di Teorema (qui l'evento sarà costituito dall'arrivo di un "Ospite" inatteso), determinerà nei componenti la famiglia un crollo morale, psicologico e sociale. In Affabulazione vi è un rapporto particolare tra padre e figlio. Scrivendola - dice Nico Naldini nel suo Pasolini, una vita - Pasolini ha sentito mutare dentro di sé l'immagine dell'antica rivalità col proprio padre e che tutta quella vita emozionale ed erotica che faceva dipendere all'odio per lui, poteva essere invece spiegata con l'amore, un amore che probabilmente deve risalire ai miei due o tre anni…

Pier Paolo Pasolini, Pilade

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Pier Paolo Pasolini
Il teatro
Pilade
1973


"Pilade non è tanto un dramma 'dialettico' contro il potere, quanto epico-lirico sul potere. Non ne metaforizza il contrasto con l'individuo quanto ne descrive l'inarrestabile ascesa. A dispetto dell'infittirsi degli episodi, dell'accrescersi dei personaggi (ma anche questi, in Pasolini, così avverso al plot, sono segnali; per negativo, molto parlanti), Pilade è di una estrema linearità: non ha più novità strutturale (non la struttura ad eclisse, d'improvviso tronca, di Orgia: non quella a cerchi concentrici di Calderón; non quella a politico di Affabulazione), è una sorta di (rassegnata?) appendice dell'Orestiade eschilea (tradotta da Pasolini nel 1960); ma il timbro e il ritmo stesso della scrittura sono piuttosto quelli di un'aspra e pessimistica epitome: e, per di più, epitome (cioè, compendio) del già accaduto, che si contempla a ritrovo con l'amara consapevolezza che il "tempo" ci "ha lasciati indietro". Atena, la Ragione-Potere "non ha ricordi - sa soltanto la realtà. - Ciò che essa sa, il mondo è..." Sotto la sua luce imperiosa le Furie si sono mutate in Eumenidi, le quali ora "sanno - dar grazia con la parola a quei sogni - che ci facevano solo urlare" (giacché ormai "il Passato noi dobbiamo soltanto sognarlo"). Certo Pilade ("l'obbediente, - il silenzioso, il discreto, - il timido, Pilade, nato per essere amico") è ancora figura di "diverso" ("uno di noi", ma "dotato di una misteriosa grazia"): ma Atena "non conosce il ventre-materno, né le perversioni che nascono dalla nostalgia". La "cieca irragionevole voglia di distruzione" dell'uno, l'"abbietto e intransigente - desiderio di capire e di negare" non sanno risolversi altrimenti che nel gesto, splendido ma gratuito, di un "poeta", non sanno produrre altro che "un terribile, - sanguinario, puro, disperato amore". Pilade rincorre "come un santo una luce" che lo distrae: è la luce, purtroppo "consolatrice", della Ragione-Potere, che, dopo averlo abbagliato, sorride di lui ("Tutto dunque finisce - in una elegia notturna?") e lo abbandona all'atroce tortura di "una pura e semplice incertezza". "Usare la Non Ragione contro la Ragione" (come hanno fatto, per l'appunto, nel recente passato, "poeti" e "assassini") non muta in nulla il futuro della "vecchia città", che s'appresta impavida alla sua "nuova storia", sotto "la prima luce" di un'immutabile aurora".

Di Pilade sono degne di nota due edizioni teatrali successive: la prima, nella Cavea del Teatro Greco di Taormina, il 29 agosto 1969, per la regia di Giovanni Cutrufelli, interpreti, tra gli altri: Annibale e Arnaldo Ninchi, Claudia Giannotti e Lombardo Fornara; la seconda, per la regia di Melo Freni, nel giugno 1981, intrepreti Luigi Mezzanotte, Ida Di Benedetto, Franco Interlenghi, Mario Maranzana. Nel 1982, in sede di ripresa, gli attori furono Michele Placido, Barbara Valmorin, Franco Interlenghi, Guido Leontini.


Fonte: dalla Prefazione di Guido Davico Bonino a Pier Paolo Pasolini. Il teatro, Garzanti, Milano 1973.

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog

domenica 5 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, "Le lettere personali", "Devo difendermi" - Vie Nuove, numero 10, 8 marzo 1962, pagina 35.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Vie Nuove, numero 10, 8 marzo 1962.

Vie Nuove, numero 10, 8 marzo 1962.


Pier Paolo Pasolini
"Le lettere personali"
"Devo difendermi"

Vie Nuove

numero 10

8 marzo 1962

pagina 35. 

( Trascrizione dal cartaceo interamente curata da Bruno Esposito )


Le lettere personali 

   Sono tornato dal Sudan, e, appena a casa. una delle prime cose che ho fatto, è stato aprite la posta di Vie Nuove. La posta mi viene mandata in una busta abbastanza voluminosa che consiste che m viene mandata a mano dal giornale, con sopra scritto, sempre con la solita calligrafia filiforme e dilatata, il mio norne con l'aggiunta << da parte di Vie Nuove >>. Ho ritrovato qui, sul tavolo in orribile disordine, questa busta famigliare ormai: proprio un dato della vita quotidiana, dopo quasi due anni di consuetudine. Sono abbastanza consuetudinario per averne provato un  certo piacere.

sabato 4 giugno 2022

Pier Paolo Pasolini, Lettera dal Friuli - La Fiera letteraria, 29 agosto 1946

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

La Fiera letteraria - 29 agosto 1946


Pier Paolo Pasolini
Lettera dal Friuli

La Fiera letteraria
29 agosto 1946

 È difficile nel resto d’Italia sentir ricordare il Friuli. Credo che l’unico istante di rinomanza letteraria di questa regione risalga ai tempi del Carducci, quando questi si fece leggere e rileggere da un suo studente friulano una poesia, Plovisine, dello Zorutti. Non ne valeva la pena. Ma da allora è d’obbligo coltivare questo poeta udinese che insieme ai noiosi cimeli e a una scorta imponente di aneddoti, ci fa eredi di tutta una tradizione vernacola... Gli stranieri si lasciano

Pier Paolo Pasolini, La capanna indiana - "Il Popolo di Roma" il 10 giugno del 1951, rubrica "cronache di poesia".

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Biblioteca nazionale centrale di Roma
Recensione di Pier Paolo Pasolini
al volume di poesie di Attilio Bertolucci
La capanna indiana
Fondo Falqui

Pier Paolo Pasolini
La capanna indiana

Il Popolo di Roma
10 giugno del 1951
rubrica "cronache di poesia".

Walter Siti, nei Meridiani Mondatori, riporta la stessa recensione pubblicata successivamente su "Il Giornale" del 18 agosto 1951, con modifiche apportate dallo stesso Pasolini.

Lo scritto di Pasolini che sotto viene pubblicato, recensione del libro di Attilio Bertolucci "La capanna indiana", invece è stato pubblicato su "Il Popolo di Roma" il 10 giugno del 1951.

Le parti sottolineate sono le modifiche apportate da Pasolini, su "Il Giornale del 18 agosto 1951, rispetto allo scritto pubblicato su "Il Popolo" del 10 giugno 1951 e con (forse) qualche refuso di Walter Siti.

@ (Trascrizione curata da Bruno Esposito)


Biblioteca nazionale centrale di Roma
Recensione di Vittorio Sereni
al volume di poesie di Attilio Bertolucci
La capanna indiana
Fondo Falqui