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lunedì 10 gennaio 2022

Pasolini, biografia breve, 1965 - Il linguaggio tecnologico

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

L'Avanti, 29 gennaio 1965



Pasolini, biografia breve
1965
Il linguaggio tecnologico




"……………………….

   Quanto a Moravia, devo dire che egli, intervenendo in questa occasione, non ha avuto orecchie per ascoltare la vera realtà del mio discorso: l’ha anch’egli strumentalizzato alla mia personale ricerca tecnica di autore, mentre esso non era che un passaggio per una comprensione più vasta della realtà italiana, in cui poi operare «anche» linguisticamente; e si è affannato a dimostrare una cosa assolutamente ovvia, cioè che l’italiano è sempre stata una lingua media. Mi dimostri che l’italiano è sempre stata una lingua nazionale: e non una «lingua» media di élite o di classe. Inoltre, per via della sua solita impazienza, egli mi attribuisce la «nozione» di un nuovo italiano già adulto, mentre io mi ero limitato a battesimare un infante. Lo credo bene, per esempio, che gli ingegneri e i tecnici parlino con le loro «signore» l’italiano aulico (per quanto la parola non sia esatta), ed è vero che l’italiano di Moro ha un fondo ancora avvocatesco e umanistico. Le cose stanno cominciando ad avvenire, non sono avvenute!

   Dunque per un utile proseguimento del dibattito, sull’«Espresso» o altrove, direi che andrebbero tenuti presenti i seguenti punti:

   1) Io non ho parlato, ripeto, di un italiano nuovo, ma della nascita di un possibile italiano nuovo (nazionale). Supporne sbrigativamente una figura adulta, significa: a) non riconoscerlo; b) riconoscerlo attraverso esperienze ritardate, già fatte, e quindi accantonarlo in quanto effettiva nuova realtà politica e sociale.
   2) Io non ho impostato il problema come un problema di ricerche personali. (Non so ancora cosa scriverò, ed è futile venirmi ad attribuire un rinnovamento che in realtà non esiste, nei termini con cui me lo si attribuisce: ossia l’abbandono del dialetto per una lingua più complessa e ad alto livello: in che lingua ho scritto i miei saggi e le mie poesie? Non è detto poi, che io abbandoni le ricerche dialettali. Niente affatto. Il dialetto resta una realtà: sia pure ritardata.) Comunque anche il ridurre questa mia ricerca a un fatto personale, significa rimuoverne e tacitarne i caratteri pubblici.

   3) Io non ho voluto risuscitare la querelle dialetto-lingua: e leggere in tal senso il mio saggio significa retrodatarlo, con l’inconscio odio razzista che ha sempre il borghese per la lingua del popolo e con il corredo di banalità razionalistiche che ogni odio irrazionale di tale genere comporta."


La polemica seguita alla pubblicazione su Rinascita del 26 dicembre 1964 del saggio "Nuove questioni linguistiche"( Qui la prima parte e Qui la seconda parte), continua ancora più accesa.  Si accusava Pasolini di aver «scoperto l’ombrello» (un italiano medio sarebbe sempre esistito: questa la tesi di Moravia), o di aver escogitato l’esistenza di una lingua che ancora non esisteva. Al dibattito prendono parte oltre ad Alberto Moravia, Umberto Eco, Andrea Barbato, altri intellettuali ed esponenti della cultura italiana. Nel corso del gennaio 1965, la polemica continua sia dalle pagine di Rinascita che da quelle di L'Espresso, dell'Approdo ecc... 

Il 7 febbraio 1965, su L'Espresso, Pasolini risponde che non vuole esser padrino di nulla e che ha soltanto registrato un evento «ben più profondo e violento d’un normale assestamento della società». 
«La nuova lingua tecnologica della borghesia, di per sé, non m’interessa, personalmente la detesto, e il mio assunto di scrittore è quello di oppormi ad essa: ma non ignorandola. È un fenomeno reale.»

Su Rinascita del 7 febbraio 1965, Mario Spinella, scrive un saggio intitolato: Linguistica e sociologia. 

Sull'Approdo letterario numero 29 di gennaio-marzo 1965, Angelo Romanò, pubblica un saggio intitolato: Una disputa sulla lingua.

Il 10 maggio del 1965, su Rinascita, Pasolini pubblica un saggio intitolato: Diario linguistico



Nel gennaio 1965 Pasolini si reca a Praga accompagnato dal traduttore Zdeněk Frýbort per assistere ad un incontro tra letterati italiani e cechi al Castello di Dobříš. Il segno di questo viaggio è presente nel saggio dei suoi "Scritti corsari"  "Discorso dei capelli" che sul Corriere della sera viene pubblicato il 7 gennaio 1973 col titolo «Contro i capelli lunghi». Anche nella sua opera teatrale Bestia da stile troviamo traccia di questo suo viaggio, nei versi introduttivi al Rio della Grana e nel Canto IV della Divina Mimesis.




Garzanti pubblica "Alì dagli occhi azzurri", una raccolta di testi scritti tra il 1950 e il 1965 - al suo interno troviamo anche i versi di "Profezia" con una dedica:

“A Jean Paul Sartre, che mi ha raccontato la storia di Alì dagli Occhi Azzurri”

Il volume raccoglie:
  • Squarci di notti romane (1950)
  • Il biondomoro (1950) 
  • Gas (1950) 
  • Bounce tempo (1950) 
  • Giubileo (relitto d’un romanzo umoristico) (1950) 
  • Notte sul ‘ES (1951) 
  • Studi sulla vita del Testaccio (1951) 
  • Appunti per un poema popolare (1951-52 e 6~) 
  • Dal vero (‘953-54) 
  • Mignotta (Relazione per un produttore) (1954) 
  • Storia burina (1956-65) 
  • Il Rio della Grana (‘955-59) 
  • La Mortaccia (frammenti) (1959) 
  • Ballata della madre di Stalin (1961-62) 
  • La ricotta (1962) 
  • Profezia (1962-64) 
  • Rital e raton (1965) 
  • Avvertenza (1965) 


Nell’autunno del 1965 si chiuse la collaborazione a «Vie nuove» e inizia quella con Nuovi argomenti
(Livio Garzanti accetta la proposta di Moravia, Pasolini e Carocci di pubblicare «Nuovi Argomenti» rinnovato, e la rivista prende quota per merito di varie iniziative culturali avviate dai nuovi direttori).


Roma, al Teatro dei Satiri il 31 maggio, va in scena la commedia di Pier Paolo Pasolini "Nel ’46":

<< "La commedia non ha avuto titolo per molti anni — Era un esperimento, non è che pensassi realmente di farla rappresentare. Poi l'ho chiamata " Storia interiore ", ma alla fine, ho preferito un titolo che la datasse con precisione: "Nel 1946 ". Poiché si riferisce a quegli anni, ai miei sentimenti, alle emozioni, alle contraddizioni di allora: quando scrivevo le poesie friulane e "L'usignolo della Chiesa cattolica">>. 

Nel '46 » è certamente una storia interiore: poiché si svolge dentro un sogno, che via via si muta in un incubo - è la storia di un professore bigotto, che insegna in un collegio di ragazze nel Veneto. Una delle sue scolare l'attrae, ma lo tormenta l'idea del peccato. Bizantini, angeli, una folla di morti, i soldati nazisti, un cardinale... invadono il letto miserabile della camera mobiliata dove il professore abita. Pasolini ha affidato il suo lavoro ad un gruppo di giovani attori, la compagnia dei «Non», diretta da Sergio Graziani: 

«Perché mi erano simpatici — con questa loro passione per il teatro, quasi antiquata ». 

"MADRE: 
Non importa a una madre
che il figlio sia ridicolo,
ella sa soltanto
che il mondo gli è nemico! 
[...] 
GIOVANNI: 
Egli [cioè lui stesso, il protagonista] amò una fanciulla
credendolo peccato:
tuttavia, l'amò.
Perciò è condannato."
[...]

Pasolini non ritira personalmente il premio perchè è in viaggio in Marocco.

Nel marzo 1965 visita il Marocco

[...]"Il Marocco è una grande distesa di paesaggi mediterraneo-africani, abitato, lungo una striscia abitabile, da dodici milioni di persone, di cui una parte (la grande maggioranza) è formata da contadini: che lavorano stupendamente la loro campagna (specialmente nella regione di Fez, i campi sono coltivati con grazia e pazienza di orefici; su un altro registro, ma praticamente in modo molto simile a quello di certe civiltà contadine che ci sono famigliari, quella toscana, quella veneta); tale è la perfezione del lavoro contadino, che si ha l’impressione di un mondo concluso che non ha bisogno né di andare avanti né di tornare indietro: ma di star fermo com’è."[...]

L'Avanti, 9 settembre 1965


Il 7 settembre 1965 si tiene a Brescia un dibattito sul Romanino (Girolamo Romani; Brescia, 1484/1487 - 1566), in occasione della grande mostra monografica che la città dedicava al pittore. La rassegna rappresenta la prima importante occasione di approfondimento sull’artista, e all’intenso dibattito partecipano alcuni illustri nomi della cultura dell’epoca: Ernesto Balducci, Gian Alberto Dell’Acqua, Renato Guttuso, Guido Piovene, Franco Russoli, ai quali si affianca Pier Paolo Pasolini. 

A questo link trovi un ampio stralcio dell’intervento di Pasolini sul Romanino, pubblicato per la prima volta nel 1976.
Poesie dimenticate, a cura di L. Ciceri, Società filologica friulana, Udine 1965 - Copertina disegnata da Pasolini per la prima edizione. Il volume raccoglie parte delle poesie composte in lingua friulana da Pier Paolo Pasolini.
Più in particolare in esso sono riunite alcune poesie disperse e varie liriche pubblicate sui volumetti dell’Academiuta di lenga furlana, risalenti agli anni 1940-1953, che non furono incluse nella raccolta La meglio gioventù (Firenze, Sansoni, 1954).






Lavora alla realizzazione del volume la  Divina Mimesis, un'insieme di brani scritti tra il 1963, 1965, 1966 e il 1967 e che solo nel 1975 Pasolini decide di pubblicarlo - ma il volume vede la luce solo dopo la sua morte. Con La Divina Mimesis Pasolini si addentra in un inferno neocapitalistico e in un continuo intreccio di realtà e invenzione, da l'immagine dei peccatori della sua epoca: 

i conformisti, 
i volgari, 
i cinici, 
i deboli, 
gli ambigui, 
i paurosi,
 i piccoli benpensanti, 
i servili…ecc...

Le parti del volume scritte nel 1965 sono:

Appunti e frammenti per il III canto
Appunti e frammenti per il IV canto
Altri 3 appunti per il VII canto 

Empirismo eretico è un volume che raccoglie alcuni saggi scritti nel 1965. A parte "Nuove questioni linguistiche" che è stato pubblicato, come abbiamo già detto" in dicembre del 1964, tutta la prima parte e parte della seconda, sono saggi pubblicati nel 1965: 
  • un articolo su "l'Espresso" (7 febbraio 1965) che riprende discussioni con Alberto Moravia, Umberto Eco e Andrea Barbato;
  • due articoli su "Il Giorno" (marzo 1965), con risposte a Pietro Citati; 
  • un Diario linguistico ("Rinascita", 6 marzo 1965), in risposta a Italo Calvino, Elio Vittorini ;
  • una lettera Al lettore; 
  • Dal laboratorio, con il sottotitolo tra parentesi di Appunti en poète per una linguistica marxista;
  • Intervento sul discorso libero indiretto; 
  • La volontà di Dante a essere poeta.




Uccellacci e uccellini - Film girato fra ottobre e dicembre 1965 nei teatri di prosa Incir De Paolis (Roma) e negli esterni di Roma, Fiumicino, Tuscania, Viterbo, Assisi.

 

- ...Devo congedarmi un’altra volta dai lettori di «Vie Nuove». Si tratta anche questa volta, però, di un congedo provvisorio. Comincio a girare fra pochi giorni il nuovo film (ed è dovuta alla preparazione di tale film la mia irregolarità nella stesura della rubrica in queste ultime settimane): e durante il periodo in cui «si gira» il tempo per un regista diventa una dimensione mostruosa, riempita da un raggio imprevedibile di occupazioni. Tuttavia, in un certo senso, mentre l’altra volta - quasi due anni fa - interrompendo la rubrica di «Vie Nuove», passavo a un lavoro completamente nuovo e imprevisto, ossia all’esecuzione del Vangelo, stavolta, in un certo senso, con Uccellacci e uccellini, continuo altrove, in altra sede e con altri mezzi, il mio dialogo con i lettori di «Vie Nuove»...
(Vie nuove numero 39 del 30 settembre 1965)
Di seguito alcune interviste rilasciate da Pasolini, nel 1965:



  • Due domande a P.P. Pasolini, intervista rilasciata a F. P. su autenticità e realismo in Moravia (L'attenzione) e su Alì dagli occhi azzurri, «Avanti!»,26 dicembre 1965.

  • Pier Paolo Pasolini, in Il mestiere di poeta, autoritratti critici a cura di F. Camon, Lerici, Milano 1965 (nuova edizione Garzanti, Milano 1982); poi in F. Camon, Il mestiere di scrittore. Conversazioni critiche, Garzanti, Milano 1973 (comprende due interviste, del 1965 e del 1968).



Il Vangelo secondo Matteo ottiene un grande successo in rutti i paesi europei e negli Stati Uniti. Lo presenta in gennaio, dopo Parigi, a Budapest e Praga.
Partecipa in giugno alla «Prima mostra internazionale del nuovo cinema» di Pesaro, presentando come relazione d'apertura Il cinema di poesia. Conosce in questa occasione il semiologo francese Roland Barthes.









La macchina giudiziaria contro Pasolini, non si arresta:

I fatti del Circeo

01.03.65 Fatti del Circeo. La corte di cassazione annulla la sentenza della corte d'appello di Roma e rinvia gli atti per il nuovo giudizio.

Causa civile Pagliuca

02.02.65 Causa civile Pagliuca. IV udienza in corte d'appello. Spedizione sentenza.
23.03.65 Causa civile Pagliuca. Sentenza della corte d'appello di Roma.

Causa civile Amoroso

23.01.65 Causa civile Amoroso. XIV udienza.
20.02.65 Causa civile Amoroso. XV udienza.
27.03.65 Causa civile Amoroso. XVI udienza.
12.05.65 Causa civile Amoroso. XVIII udienza.
26.06.65 Causa civile Amoroso. XIX udienza.
16.07.65 Causa civile Amoroso. XX udienza. Visione del film.
06.10.65 Causa civile Amoroso. XXI udienza.
23.10.65 Causa civile Amoroso. XXII udienza.
28.10.65 Causa civile Amoroso. XXIII udienza.
06.11.65 Causa civile Amoroso. XXIV udienza.
13.11.65 Causa civile Amoroso. XXV udienza.
02.12.65 Causa civile Amoroso. XXVI udienza. Visione della pellicola modificata.
18.12.65 Causa civile Amoroso. XXVII udienza.

Querela di Bernardino De Santis

07.03.65 Querela di Bernardino De Santis per diffamazione a mezzo stampa.
24.04.65 Querela De Santis. Notifica del decreto di citazione a giudizio direttissimo per l'udienza.
01.10.65 Querela De Santis. II udienza davanti al tribunale di Roma. Rinvio a nuovo ruolo.
01.12.65 Querela De Santis. Notifica del decreto di citazione a comparire.


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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