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mercoledì 12 gennaio 2022

Pasolini "Sulla formula di «Nuovi Argomenti»" - «Nuovi Argomenti», numero 1, gennaio-marzo 1966

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
[Sulla formula di «Nuovi Argomenti»]

«Nuovi Argomenti»
numero 1
gennaio-marzo 1966

La nostra è, anzitutto, «una rivista che serve a preparare una rivista». Come tale non ha un programma. Al posto del programma ha una formula, che è la seguente: una serie di quattro-cinque «ricerche parallele», a puntate, condotte liberamente da quattro-cinque collaboratori fissi (Moravia, Pasolini, Leonetti, Siciliano, Fortini...). Ognuna di queste «ricerche parallele», può avere un tema o più temi, può essere di ampiezza disuguale (dalla nota al saggio), può essere stesa sotto forma di diario o di studio, può toccare argomenti particolari o argomenti generali ecc. ecc.
All’inizio queste «ricerche» che hanno in comune solo il fatto di svolgersi insieme, in una stessa sede, sono del tutto libere, ossia, secondo il sistema sperimentale, ricercano prima di tutto se stesse. Inoltre, come un corpo vivo, nell’evolversi, possono anche modificarsi, correggersi o negarsi. Tutto ciò è giustificato dal fatto che, in qualche modo, questa «rivista per preparare una rivista» si trova nella necessità di ricominciare tutto daccapo, e quindi nessuno dei collaboratori «sa» a cosa di pubblico lo porterà la nuova elaborazione del suo pensiero. Non ci sono programmi, come dicevamo. Gli unici dati comuni sono delle indicazioni o semplicemente terminologiche o schematicamente contenutistiche, per esempio «la crisi «del marxismo» (su cui c'è in realtà da precisare tutto, le cause, la fenomenologia, le conseguenze ecc.).
Può darsi che i risultati di un simile lavoro che si presenta e si svolge come preparatorio siano alla fine scoraggianti e irrimediabilmente divergenti: si dà tuttavia la necessità di dover «ricominciare» un dibattito culturale, la cui inevitabile interruzione, ha portato al vuoto e alla confusione di questi anni: di ricominciare con la massima libertà e la massima sincerità. Da ciò la «tecnica» della rivista. Che se consiste, ripetiamo, in una serie di «ricerche parallele non programmate se non dalla definizione nominale di una crisi», vuol dire che ogni altra tecnica è insieme esclusa e resa possibile; restando fermo il punto che ogni rivista di gruppo, asseverativa, si presenta in questo momento come irrealizzabile.
La prefazione di Moravia indica meno sommariamente — benché sempre attraverso dati esteriori e con finalità di massima — quelle che potranno essere le condizioni interne comuni della rivista. Nessuno di noi sa ora con esattezza di che tipo sia l’integrazione del marxismo che pure ognuno di noi ha in mente — né — elencando a caso — quali siano gli oggetti veramente rilevanti della «nuova sociologia» del neocapitalismo, né con che nuova linea culturale sia possibile sostituire la vecchia linea culturale dei partiti marxisti, né se ci sia qualcosa di realmente nuovo nella riadozione della «lingua della poesia» ai danni della «lingua della prosa», con la conseguente riadozione di una visione «talqualistica» ai danni della visione «ideologica», né fino a che punto si spingerà l’assunzione di un codice strutturalistico ecc. ecc.: e tutto questo per restare sempre ai dati esterni, ai temi correnti e volgari dell’attuale dibattito culturale.
Dopo uno o due anni di queste ricerche (la tecnica della rivista contempla la massima elasticità: il numero dei collaboratori fissi può raddoppiarsi e triplicarsi, e, non esistendo un numero stabilito di pagine, le collaborazioni a cui il tessuto sperimentale è aperto, sono le più varie e le più vaste), cercheremo di vedere, in una specie di dieta, che cosa di comune e quanto di pubblicamente valido abbiamo ottenuto. Se esisteranno o no le premesse di un rifondamento della cultura marxista che parta dal marxismo, nel massimo e più complesso momento del suo sviluppo — e della sua crisi come fame delusa di nuovi modi rivoluzionari di conoscenza.




@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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