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Le Incogruenze

I sei errori della polizia

Omicidio Pasolini, video

sabato 26 marzo 2022

Pasolini, Totò e la Tuscania - Dialoghi dal film Uccellacci e uccellini - Seconda parte, "La conversione dei passeri".

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Pasolini, Totò e la Tuscania
Dialoghi dal film Uccellacci e uccellini
Seconda parte


"La conversione dei passeri".

Ora tocca ai passeri. 

Ciccillo riprende il voto di restare in ginocchio fino al compimento della sua missione, presso i ruderi di un paesino...Ninetto millanta la santità di Frate Ciccillo, e viene creduto da tre vecchiette del paesino: Sora Gramigna, Sora Micragna e Sora Grifagna. In breve tempo attorno all'immobile Ciccillo, viene costruito un altarino e sorge un vero e proprio mercato di reliquie. Arrivano in corteo storpi ed infelici in cerca di un miracolo dal nuovo "Santo". 

martedì 22 marzo 2022

Pasolini, Totò e la Tuscania - Dialoghi dal film Uccellacci e uccellini - Prima parte, "La conversione dei falchi"

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pasolini, Totò e la Tuscania

Dialoghi dal film
Uccellacci e uccellini

Prima Parte

"La conversione dei falchi"  


"La Rivoluzione non è più che un sentimento."
(Pier Paolo Pasolini
Progetto di opere future (1963)
da Poesia in forma di rosa)


Una frase usata da Paolo VI che misi nel mio Uccellacci e uccellini fu creduta da tutti una frase di Marx. Il marxismo è parte della cultura italiana. 
(Pasolini su Pasolini)

Il corvo parlante che ha incontrato Totò e Ninetto racconta ai due la storia dei Frati Ciccillo e Ninetto che nel 1200 incontrarono San Francesco che parlava agli uccelli. 

sabato 19 marzo 2022

Bozzetto, una poesia inedita di Pier Paolo Pasolini - Corriere, 26 ottobre 1980

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Eretico e Corsaro



Bozzetto, una poesia inedita di Pier Paolo Pasolini

Corriere, 26 ottobre 1980

venerdì 18 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini - Che fare col "buon selvaggio"?

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Che fare col "buon selvaggio"? 
di Pier Paolo Pasolini

 Scritto nel 1970 e pubblicato postumo su “L’Illustrazione Italiana”, febbraio-marzo 1982 
ora in Saggi sulla Politica e sulla società, Meridiani Mondadori, Milano 1999. 


Noi borghesi abbiamo sempre saputo benissimo «che fare» col «buon selvaggio». Prima ne abbiamo negato l'esistenza, deridendo l'inventore della formula.
Un sacrificio in campo romantico trovava risarcimen­to in campo prima illuminista e poi positivista.
In seguito, dal momento in cui non è stato più possibile sostenere la rimozione, abbiamo adottato altre due misu­re: da una parte l'integrazione reciproca tra la cultura per eccellenza (la nostra) e la cultura (ammessa) del «buon selvaggio»; dall'altra parte il riconoscimento oggettivo di quest'ultima cultura come un «insieme» esaustivo una volta per sempre della totalità, in strutture immodificabili (Lévy-Strauss). Il trionfalismo della Negritudine (con Senghor che ne sventolava il vessillo) era il centro della prima soluzione; nella

Pier Paolo Pasolini, "Io e Boccaccio" - «L'Espresso», 22 novembre 1970. Intervista rilasciata a Dario Bellezza

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Eretico e Corsaro



Io e Boccaccio

«L'Espresso», 22 novembre 1970. 

Intervista rilasciata a Dario Bellezza



Delle cento novelle scritte da Boccaccio, undici stanno per essere trascritte sullo schermo: a compiere quest'opera di copista è Pier Paolo Pasolini. Ma sarà davvero, il suo, un lavoro di copista, di docile illustratore d'un testo ormai «sacro»? Come ha reagito un intellettuale come tue; ricco di umori imprevedibili; all'incontro col mondo boccaccesco? Il Decameron di Pasolini sarà una /avola estetizzante, un gioco ermetico, o una colorita ricostruzione storica? Nelle pagine che seguono il regista spiega come ha visto e ha tentato di reinventare il massimo capolavoro della prosa italiana.

giovedì 17 marzo 2022

Pasolini e lo sciopero degli angeli, di Enzo Sicilano

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Eretico e Corsaro



Pasolini e lo sciopero degli angeli
di Enzo Sicilano


'Come si fa a non amare Pasolini' - Appunti per un romanzo sull'immondizia

"Le pagine corsare " 
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Eretico e Corsaro


L'Unità aprile 1970


'Come si fa a non amare Pasolini'
(Mimmo Calopresti)

APPUNTI PER UN ROMANZO SULL'IMMONDIZIA

«Puoi chiamare termovalorizzatore un inceneritore,
operatore ecologico uno spazzino
o diversamente abile un disabile,
ma questo non risolverà i loro problemi.»


Siamo in aprile del 1970 e gli "scopini" decidono di organizzare tre giorni di protesta, per rivendicare condizioni di lavoro meno proibitive. Alla notizia di questa protesta, Pier Paolo Pasolini decide di girare un documentario prodotto dalla Unitelefilm. Ottantacinque minuti girati in mezzo ai netturbini in rivolta. Immagini in bianco del primo sciopero romano della categoria. Materiale grezzo, privo di struttura narrativa, organizzato in tre sequenze: 

sabato 12 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini, biografia breve -1969, «Il mondo non mi vuole più e non lo sa».

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Eretico e Corsaro


Disegno di P.P.Pasolini, databile 1969/70
"Il mondo non mi vuole più e non lo sa", è una nota scritta da Pasolini e posta al margine inferiore di questo disegno da lui realizzato.
Il disegno non ha data, presumibilmente è datato 1969/70 
Una serie di linee diagonali, che secondo alcuni rappresentano bocche socchiuse. 
Questo disegno ha sollecitato le "fantasie" dell'amico Giuseppe Zigaina per sostenere le sue "improbabili" teorie sulla morte del Poeta.

Pier Paolo Pasolini
Biografia breve
1969

«Il mondo non mi vuole più e non lo sa».

(Per questo post, ringrazio Bruno Fraccaroli per il grande contributo)



La nascita di un nuovo tipo di buffone

   Non «caca», ma «baba ndogo» (sor maestro)
   così viene liquidato il mio narcisismo.
   Che ne è di esso?
   Ho perso la compagnia di un sentimento.
   O, meglio, della «forma di una vita» (la mia).
   Son sceso all’ultima stazione.
   Resta un rebus. Tra i Wagogo innamorati degli Europei
   il monumento nero è alto contro i sinistri cespugli,
   e i templi naturali di macigni dove vissero leoni.
   Io non ho più il sentimento
   che mi fa avere ammirazione per me.
   Non considero il fondo delle mie parole
   come un fondo prezioso, una grazia,
   qualcosa di speciale e di particolarmente buono.
   Che cosa comunico, alla fine
   della mia carriera di poeta, che, sotto sotto,
   si considerava indispensabile all’umanità?
   Ecco la risposta (nel mattino
   del primo gennaio 1969):
   «Una spiacevole ironia su tutto ciò».
   Come fu imperterrito e puro il mio zelo
   alla luce del mio narcisismo!
   Attraverso l’umorismo rientro nell’ordine.
   Tace il Tersite imberbe e sedicente
   (oltre che oggettivamente) grazioso.
   L’Ulyxes è rimasto a casa:
   vi fa (appunto) dell’ironia e vi difende
   da folle moderato le istituzioni. Quanto a Ettore,
   lui, fa saltuarie apparizioni.
   Ma anche lui, guai se non ci fosse un po’ di distacco.
   Che cosa comunico, se non comunico più,
   se, tutto sommato non ho mai comunicato
   altro che il piacere di essere ciò che sono?
   Ciò che mi insegnò mia madre?
   Grida, dunque, un uccello sull’Hotel Mwanza.
   Ninetto dorme sotto la zanzariera.
   Io dò sfogo all’equivoco fervore mattutino,
   per cui mi dichiaro «poeta dilettante».
   Ma non è un caso che ciò accada sul Lago Vittoria.
(1969)

Patmos, l'Apocalisse di Pier Paolo Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Ernesto Treccani

Patmos, tra i versi più belli e spontanei di Pier Paolo Pasolini scritti subito dopo la notizia della strage del 12 dicembre 1969 ( i versi li trovi sotto). Patmos è un'isola greca dove la tradizione vuole che l'Apostolo Giovanni, ha scritto l'ultimo libro della Bibbia, l'Apocalisse.
Patmos fa parte della raccolta “Trasumanar e organizzar” (1971) e viene pubblicata per la prima volta nel numero di ottobre/dicembre 1969 della rivista “Nuovi Argomenti” con il titolo "Poemi zoppicanti".

“Secondo una tecnica tipica della neoavanguardia (per esempio Balestrini), il testo è formato da tre diverse “stringhe” che vengono ritagliate e alternate come in un collage, la prima “stringa” è quella dell’Apocalisse di Giovanni (Patmos è il nome dell’isola in cui l’evangelista era esiliato), la seconda è un elenco giornalistico delle vittime, la terza un discorso polemico sulle dichiarazioni del presidente Saragat e dei potenti democristiani.” 
(Pasolini, Tutte le poesie, Mondadori 2003, volume II).

Pasolini girerà anche un film "12 Dicembre" insieme agli attivisti di Lotta Continua: 
Il film lo trovi qui:

“Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12-12-69. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna […] Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”. 
(“Corriere della sera” del 14 novembre 1974) 
Qui trovi "Io So"
.
Il grande dipinto ad olio di Ernesto Treccani (cm 394 x 238) è ispirato ai funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana.
"I funerali davanti al Duomo di Milano delle vittime della strage di Piazza Fontana sono stati il fatto storico da cui ha preso avvio la lunga esecuzione di questa vastissima tela: una sorta dì opera aperta, dipinta nell'arco di oltre cinque anni come progressiva aggiunta ed elaborazione di nuclei di immagini, di volta in volta suggeriti da incontri, luoghi, occasioni pubbliche e private, esperienze politiche e di lavoro. Si tratta di una monumentale galleria di ritratti – tutti i volti sono di persone conosciute dall'artista: amici, famigliari, compagni del Nord e del Sud – che si configura, complessivamente, come tentativo d'individuazione e caratterizzazione psicologica attraverso il colore. L'occasione prima del dipinto (esistono anche bozzetti e disegni da un altro punto di vista, da cui si vede il Duomo) ne fa un fondamentale e affascinante esempio di impegno civile" 
(www.ernestotreccani.net).

venerdì 11 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini - Trasumanar e organizzar.

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Eretico e Corsaro



Trasumanar e organizzar 


Trasumanar e organizzar è l'ultima raccolta di versi di Pasolini. Uscita nel 1971 raccoglie le poesie scritte durante la lavorazione di Medea e alcuni versi precedentemente pubblicati sulla rivista "Nuovi Argomenti".


La fascetta editoriale dell'edizione Garzanti 1971, 
firmata da Pier Paolo Pasolini

Lo devo ammettere: i veri lettori di questo libro sono coloro che gli possono conferire una certa oggettività attraverso un interesse professionale. Ciò, è vero, accade in Italia per tutti i libri di poesia: ma per questo, credo, in modo particolare, perché almeno per la prima metà esso è costituito da "documenti", o privati (a testimoniare una vita) o letterari (a testimoniare una evoluzione linguistica e intellettuale). 

mercoledì 9 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini e la sua pittura.

"Le pagine corsare " 
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Eretico e Corsaro




...Potrei
anche tornare alla stupenda fase
della pittura… Sento già i cinque o sei
miei colori amati profumare acuti
tra la ragia e la colla dei

telai appena pronti… Sento già i muti
spasimi della pancia, nella gola,
delle intuizioni tecniche, rifiuti

stupendamente rinnovati di vecchia scuola…
E, nella cornea, il rosso, sopra il rosso,
su altri rossi, in un supremo involucro,

dove la fiamma è un dosso
dell’Appennino, o un calore di giovani
in Friuli, che orinano su un fosso

cantando nei crepuscoli dei poveri…(1)



Il mondo non mi vuole più e non lo sa.


"Il mondo non mi vuole più e non lo sa", è una nota scritta da Pasolini e posta al margine inferiore di questo disegno da lui realizzato.
Il disegno non ha data, ed è stato ritrovato in una cartella del Poeta, datata 1962.
Una serie di linee diagonali, che secondo alcuni rappresentano bocche socchiuse, realizzate con matita grassa.
Quest'opera ha sollecitato le fantasie dell'amico Giuseppe Zigaina che definisce il suo ritrovamento " una vera fortuna " caratterizzando il disegno come il più intimo e sconcertante di Pasolini.

lunedì 7 marzo 2022

Pilade di Pier Paolo Pasolini a Taormina - Il Dramma, 13 ottobre 1969

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Eretico e Corsaro




Pilade di Pasolini a Taormina - 1969

(Trascrizione curata da Bruno Esposito)

Proprio mentre tra Grado e Venezia si sviluppava il discorso sul nuovo film di Pier Paolo Pasolini, e il poeta spiegava - venendo meno a qualche cautela logica - che le complicazioni espressive e le conseguenti difficoltà di comprensione, unanimemente riconosciute a Porcile, andavano messe nel conto di una sua precisa intenzione di costruire prodotti fruibili dal minor numero possibile di persone (estrema difesa dell’intellettuale dalla massificazione del suo lavoro); mentre, dunque, tra Grado e Venezia, Pasolini portava cosi la sua gioia e la sua angoscia, la nativa ritrosia friulana e la acquisita sfrontatezza romana, a Taormina, una specie di genius loci quale e il regista Cutrufelli, metteva in scena una tragedia di Pier Paolo Pasolini, Pilade, vecchia di qualche anno, già pubblicata su ≪ Nuovi Argomenti ≫.

venerdì 4 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini, biografia breve - 1968, il corpo nella lotta e il bisogno di disobbedire a Budda - Contestazione, Caos, Orgia.

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Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini, biografia breve
1968
Il corpo nella lotta e  il bisogno di disobbedire a Budda - Contestazione, Caos, Orgia. 

(Per questo post, ringrazio Bruno Fraccaroli per il grande contributo)


"Oh Dio! che debba prendere in considerazione

l’eventualità di fare al vostro fianco la Guerra Civile

accantonando la mia vecchia idea di Rivoluzione?"

..."Il borghese - diciamolo spiritosamente - è un vampiro, che non sta in pace finché non morde sul collo la sua vittima per il puro, semplice e naturale gusto di vederla diventar pallida, triste, brutta, devitalizzata, contorta, corrotta, inquieta, piena di senso di colpa, calcolatrice, aggressiva, terroristica, come lui"...

giovedì 3 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini, Manifesto per un nuovo teatro - "Nuovi argomenti", n.s., 9, gennaio-marzo 1968

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dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Manifesto per un nuovo teatro
di Pier Paolo Pasolini


"Nuovi argomenti", n.s., 9, gennaio-marzo 1968



(AI LETTORI) 


1)
 
Il teatro che vi aspettate, anche come totale novità, non potrà essere mai il teatro che vi aspettate. Infatti, se vi aspettate un nuovo teatro, lo aspettate necessariamente nell'ambito delle idee che già avete; inoltre, una cosa che vi aspettate, in qualche modo c'è già. 
Non c'è nessuno di voi che davanti a un testo o a uno spettacolo resista alla tentazione di dire: "Questo È TEATRO", oppure: "Questo NON È TEATRO" il che significa che voi avete già in testa, ben radicata, una idea del TEATRO. Ma le novità, anche totali, come ben sapete, non sono mai ideali, sono sempre concrete. Quindi la loro verità e la loro necessità sono meschine, seccanti e deludenti: o non si conoscono o si discutono riportandole alle vecchie abitudini. 
Oggi, dunque, tutti voi vi aspettate un teatro nuovo, ma tutti ne avete già in testa un'idea, nata in seno al teatro vecchio. Queste note sono scritte sotto la forma di un manifesto, perché ciò che di nuovo esse esprimono si presenti dichiaratamente e magari anche autoritariamente come tale. 
(In tutto il presente manifesto, Brecht non verrà mai nominato. Egli è stato l'ultimo uomo di teatro che ha potuto fare una rivoluzione teatrale all'interno del teatro stesso: e ciò perché ai suoi tempi l'ipotesi era che il teatro tradizionale esistesse [e infatti esisteva]. Ora, come vedremo attraverso i commi del presente manifesto, l'ipotesi è che il teatro tradizionale non esista più[o che stia cessando di esistere]. Ai tempi di Brecht, si potevano dunque operare delle riforme, anche profonde, senza mettere in discussione il teatro: anzi, la finalità di tali riforme era di rendere il teatro autenticamente teatro. Oggi, invece, ciò che si mette in discussione è il teatro stesso: la finalità di questo manifesto è dunque, paradossalmente, la seguente: il teatro dovrebbe essere ciò che il teatro non è. Comunque questo è certo: che i tempi di Brecht sono finiti per sempre.)