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giovedì 17 marzo 2022

'Come si fa a non amare Pasolini' - Appunti per un romanzo sull'immondizia

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


L'Unità aprile 1970


'Come si fa a non amare Pasolini'
(Mimmo Calopresti)

APPUNTI PER UN ROMANZO SULL'IMMONDIZIA

«Puoi chiamare termovalorizzatore un inceneritore,
operatore ecologico uno spazzino
o diversamente abile un disabile,
ma questo non risolverà i loro problemi.»


Siamo in aprile del 1970 e gli "scopini" decidono di organizzare tre giorni di protesta, per rivendicare condizioni di lavoro meno proibitive. Alla notizia di questa protesta, Pier Paolo Pasolini decide di girare un documentario prodotto dalla Unitelefilm. Ottantacinque minuti girati in mezzo ai netturbini in rivolta. Immagini in bianco del primo sciopero romano della categoria. Materiale grezzo, privo di struttura narrativa, organizzato in tre sequenze: 
1) Un' assemblea di lavoratori che ascoltano i sindacalisti esporre le ragioni della protesta, una galleria di volti operai concentrati, assorti. 
2) Gli spazzini al lavoro ai mercati generali.
3) Le interviste dirette ai lavoratori.
Il materiale fu smarrito, come testimonia Walter Siti in Pasolini, Tutte le poesie, tomo II:


La Stampa - 2005

Nel 2005, Mimmo Calopresti, ritrova la pellicola senza sonoro presso l'Archivio audiovisivo del Movimento Operaio, di cui è direttore.
I versi che seguono, probabilmente sono il commento che Pasolini voleva aggiungere al filmato.



Pier Paolo Pasolini
A li scopini


Vorrei dirvi di una giornata di sole
che splendette nell’Aprile del 1970 su Roma:
gli scopini stavano a casa loro.
Stiamo qui, a casa nostra, in borgata:
il nostro interprete sa tutto di noi, l’unica
differenza sta nel fatto che lui -
chi parla per noi - si trova davanti al fatto inesprimibile,
ch’esser scopino è un gran mistero.
Nessuno sa né dove né quando
viene ‘sta vocazione.

Tocca cercà, tocca cercà: e dove ti ritrovi?
In fonno ar mondo: laggiù
bruciava un foco, magari sur mare;
o sotto ‘na montagna ci stava la carogna
d’una pora gatta, che gli aveva detto male:
chi l’avrebbe immaginato che sarebbe toccato a noi?
Eppure è venuta la vocazione
Noi apparteniamo all’Ordine degli Scopini
Ci rassomigliamo tutti come i frati:
il primo voto sarebbe quello del silenzio.
Lo scopino se ne va tutto solo col suo bidone
sul carrettino, e lo spigne, cercando -
Al sole o al brutto tempo lo scopino
spigne il carrettino con sopra il bidone,
e lo scopone in mano, cercando.
Non si lascia distrarre da niente, come uno che prega -
A lui gli basta andare, in riva al mare
o tra li palazzi della città -
Lo scopino se ne va tutto solo e zitto, cercando -
Si raduna coll’altri scopini dove nessuno li vede,
come li frati.


Puerum Deum me appellavit, mater mea
serva erat, pater servus;
sicut Sanctus Agostinus
pomos in hortis involavi;
saxa eicci contra pueros aliorum subiurbiorum;
in prati set in cavernis cum amicis meis
actos impuros feci;
postea homo cactus sum: et viam incepi
quam nullus amicus, nullus homo cognoscit;
Deus mihi eam instruxit;
per illam viam hic perveni.

E oggi 24 Aprile 1970
è giorno di sciopero: l’Ordine degli Scopini
è entrato nella storia;
bisogna essere contenti, come se gli angeli
fossero scesi sulla terra, a sedersi sulle panchine dei viali
e sui muretti della borgata;
è giorno di Rivelazione;
è caduta ogni separazione tra il Regno d’Ognigiorno
e il Regno della Coscienza;
ciò che resta intatta è l’umiltà;
perché chi ebbe una vocazione vera
non conosce la violenza; e parla con grazia
anche dei propri diritti.

Pier Paolo Pasolini 
Appendice a Trasumanar e organizzar

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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