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sabato 5 agosto 2023

"Pier Paolo Pasolini - (Video) Le confessioni di un poeta", PLAY RSI, 23.02.1967. Di Fernaldo Di Giammatteo.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



"Pier Paolo Pasolini
Le confessioni di un poeta"

PLAY RSI

23.02.1967

Di Fernaldo Di Giammatteo.

(Video integrale)

Un incontro intimo, privilegiato con Pier Paolo Pasolini che si racconta a tutto tondo tra poesia, cinema, famiglia e impegno civile. 
"Lo scandalo del contraddirmi, dell’essere
con te e contro di te; con te nel cuore,
in luce, contro te nelle buie viscere;
del mio paterno stato traditore
– nel pensiero, in un’ombra di azione –
mi so ad esso attaccato nel calore
degli istinti, dell’estetica passione;
attratto da una vita proletaria
a te anteriore, è per me religione
la sua allegria, non la millenaria
sua lotta. 
[…] 
Come i poveri povero, mi attacco
come loro a umilianti speranze,
come loro per vivere mi batto
ogni giorno. Ma nella desolante
mia condizione di diseredato,
io possiedo: ed è il più esaltante
dei possessi borghesi, lo stato
più assoluto. Ma come io possiedo la storia,
essa mi possiede; ne sono illuminato:
ma a che serve la luce?"

Susanna Pasolini: 

Ecco questa è la sala da ricevere, soggiorno, dove stiamo quasi sempre quando ricevo qualcuno, qualche amica, e anche Pier Paolo, quando riceve i suoi amici.

E questo è lo studio di Pier Paolo, lo studio e camera da letto. Ha voluto lì la camera da letto perché dice «... se mi viene qualche ispirazione magari di notte oppure di mattina, io mi alzo e trovo subito da scrivere.»

Un carattere comune avevano: quello della generosità, proprio d’una generosità, specialmente da bambini, che rasentava, non so, perfino il ridicolo. Le differenze erano... sì, nel carattere, molta differenza. Pier Paolo è sempre stato un po’ chiuso, serio, anche troppo serio; l’altro, invece, era molto più aperto, più allegro, coraggiosissimo.
[...] 

Pasolini: 

C’è Monsignor Della Casa, che nel suo galateo, credo, sconsiglia, come regola di buona educazione, di non raccontare mai i sogni. Raccontare del proprio ateismo, della propria fede è un po’ come parlare dei propri sogni. Sono due fatti talmente personali e noiosi in fondo, che è difficile parlarne. Per quel che mi riguarda del resto le cose sono semplicissime: un’infanzia religiosa, non particolarmente insomma; mio padre non credo che fosse credente, mia madre credeva in un modo, così... naturale. A quattordici anni, improvvisamente questa fede infantile è scomparsa, di punto in bianco. Senza nessuna ragione. E subito dopo ho cominciato a leggere i primi testi importanti per me: Dostojevski, […] L’Idiota, e Macbeth di Shakespeare. Sono cose che sono avvenute quasi contemporaneamente. E quindi, io ho semplicemente una tradizione culturale laica. Come del resto l’enorme maggioranza degli scrittori e uomini di cultura in Italia o in Francia, nei paesi occidentali, il mio laicismo è di quel tipo lì, estremamente normale. Se invece per religione si intende qualcos’altro, non una confessione, non una fede, ma una forma anche permanente o arcaica dello spirito, cioè il momento irrazionale dello spirito, beh... devo ammettere che questa c’è.

Ho cominciato.... cioè, fin da bambino mi fecero disegnare, anzi ricordo che mia mamma mi disse che prima di imparare a scrivere, facevo disegni di automobiline o di treni, quindi una vecchia passione. Poi verso i diciotto, diciannove anni, all’Università, ho conosciuto Roberto Longhi, che è stato in realtà il mio vero maestro, insomma. Faceva un corso su Masaccio. Del rapporto Masaccio Masolino. Questo mi ha molto appassionato allora e per questo in realtà ho cominciato a dipingere in quegli anni.

[...] 


 

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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