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sabato 5 agosto 2023

Scandalizzare e scandalizzarsi - L’intervista a Pier Paolo Pasolini di Philippe Bouvard “Dix de Der” – Antenne 2, 31 ottobre 1975 - Trascrizione e video

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Scandalizzare e scandalizzarsi
L’intervista a Pier Paolo Pasolini
Philippe Bouvard


“Dix de Der”

Antenne 2

31 ottobre 1975

(Trascrizione e video)


Pier Paolo Pasolini, il 30 ottobre 1975, è a Stoccolma, con un gruppo di critici cinematografici svedesi ( Qui il testo di una registrazione inedita in Italia, dell'incontro ). Di ritorno, il 31 ottobre, Pasolini fece tappa a Parigi; fu ospite del programma “Dix De Der” trasmesso dalla Tv francese Antenne2. L’intervista fu realizzata in occasione della presentazione in Francia del suo film Salò o le 120 giornate di Sodoma.
 
Di seguito la trascrizione e il video dell'intervista



Domanda: 

Lei è stato un pioniere del cinema: si sente superato, oggi, dalla moda del cinema erotico e pornografico?

Pasolini: 

Sì, mi sento superato, e a questo punto mi sento addirittura di abiurare dalla mia trilogia della vita, cioè dal Decameron fino alle Mille e Una Notte.

Domanda: 

Pensa che i cineasti siano andati troppo in oltre?

Pasolini: 

No, i cineasti direi di no. Forse i produttori di film pornografici.


Domanda: 

Quando il suo ultimo film uscirà (si intitola le 120 Giornate di Sodoma), pensa di essere, una volta di più, fonte di scandalo?

Pasolini: 

Mah, io penso che scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati un piacere, e chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista, il cosiddetto moralista.


Domanda: 

Il sesso è politico?

Pasolini: 

Naturalmente.


Domanda: 

E la scatologia?

Pasolini: 

Anche la scatologia è politica: non c’è niente che non sia politico.


Domanda: 

E il cannibalismo?

Pasolini: 

In certi ambienti è un fatto politico reale, in altri ambienti è un fatto politico metaforico.


Domanda: 

Lei pensa che sia il miglior modo di sbarazzarsi dei propri avversari politici?

Pasolini: 

Mah, vede, anch’io ho fatto proprio in questi giorni due «modeste proposte» alla maniera di Swift: divorare gli insegnanti della scuola d’obbligo e i dirigenti della televisione italiana.


Domanda: 

Sono però dei coriacei!

Pasolini: 

Beh, noi abbiamo buoni stomaci.


Domanda: 

Ha sempre lo stesso odio verso i borghesi e la borghesia?

Pasolini: 

Non si tratta di odio, si tratta di qualcosa di più, e di meno adesso. Ma purtroppo a questo punto devo rinunciare a questa specie di odio perché ormai in Italia tutti sono diventati borghesi.


Domanda: 

E quando sono i borghesi a decretare il successo di un Suo film, questo Le dispiace?

Pasolini: 

Non succede mai che siano dei borghesi a decretare il successo di un film; sono le élites borghesi, a cui io stesso appartengo; e allora il pubblico è preso nel suo insieme di classe economicamente borghese e classe economicamente povera o sottoproletaria.


Domanda: 

Perché oggi Lei non milita più?

Pasolini: 

In quale senso?


Domanda: 

Non è più un militante politico.

Pasolini: 

Lo sono più che mai. Non sono mai stato iscritto a un partito. Sono un indipendente di sinistra marxista ma continuo a militare più che mai.


Domanda: 

Ha forse nostalgia dell’epoca in cui la gente La insultava per la strada?

Pasolini: 

Mi insultano ancora oggi.


Domanda: 

Questo Le fa un certo piacere?

Pasolini: 

Non lo rifiuto, perché non sono un moralizzatore.


Domanda: 

Quale qualifica preferisce: poeta, romanziere, scrittore di dialoghi, sceneggiatore, attore, critico o regista?

Pasolini: 

… semplicemente scrittore.


Domanda: 

Perché ha circondato le riprese delle 120 Giornate di un tale mistero?

Pasolini: 

È stato girato con tanto mistero perché qualsiasi opera viene dal mistero. Ho cercato di difenderla più delle altre volte perché c’erano dei pericoli immediati, incombenti, niente di speciale.


Domanda: 

Cos’è che Lei chiama «pericoli immediati»?

Pasolini: 

L’apparire di qualche moralista che rifiuta il piacere di essere scandalizzato.


Domanda: 

Lei ha rievocato una repubblica-fantoccio, instaurata in Italia durante la guerra: evoca un po’ il regime di Vichy in Francia durante l’occupazione?

Pasolini: 

Sì, è esattamente l’equivalente della repubblica di Vichy.


Domanda: 

Dov’era situata?

Pasolini: 

Nell’Italia del Nord, e aveva per capitale Salò. E infatti il titolo del film è Salò.


Domanda: 

Chi l’aveva installata?

Pasolini: 

Mah, credo Mussolini stesso, spinto dai nazisti.


Domanda: 

Pensa che sia stata l’epoca della grande decadenza?

Pasolini: 

È stata la decadenza del periodo hitleriano, ma non certamente del grande capitalismo occidentale.


Domanda: 

Si sa che in questo film un centinaio di ragazzi e ragazze vengono sottoposti a trattamenti particolarmente crudeli e violenti, supplizi e anche questi oltraggi di cui si pretende sempre che siano gli ultimi: come ha reclutato questi cento ragazzi/e?

Pasolini: 

… Il numero magico di Sade… le vittime sono in tutto una ventina, non un centinaio; per sceglierle ho semplicemente fatto come per tutti gli altri film; ho incontrato questi ragazzi e ho scelto quelli che mi sembravano migliori.


Domanda: 

Sono degli attori masochisti?

Pasolini: 

Se li ho scelti, vuol dire che lo sono.


31 ottobre 1975




@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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