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martedì 13 giugno 2023

Per il «Decamerone» di Pasolini, 80 denunce - LA STAMPA Anno 106 - Numero 34 - Venerdì 11 Febbraio 1972

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Liliana Madeo 
Per il «Decamerone» di Pasolini, 80 denunce.

LA STAMPA Anno 106

Numero 34

Venerdì 11 Febbraio 1972 

Tanti "moralizzatori,, fra il pubblico del cinema.  

L'opera di Pasolini ha ottenuto il record degli incassi e quello delle proteste - Gli italiani che si scandalizzano per i film sono gli spettatori più zelanti: le lettere alla Procura partono il giorno della « prima ». 

(Nostro servizio particolare) 

Roma. 10 febbraio 1972. 



Record degli incassi e delle frequenze, il Decameron di Pasolini detiene fino ad oggi anche il record delle sdegnate proteste. Oltre ottanta sono le denunce sporte contro questo film. Sono ancora in corso un paio di procedimenti giudiziari, che la Procura competente a giudicare — quella di Trento, dove il film era uscito il 25 agosto — aveva già archiviato: a Sulmona si sta preparando un'istruttoria formale e da Ancona sono stati inviati gli atti alla Corte di Cassazione dopo una movimentata altalena di sequestri e dissequestri. In queste denunce c'è un campionario di un possibile «Esercito della salvezza» nostrano. Sono denunce dettate a voce al più vicino commissariato, o consegnate a mano, o inviate per posta. Alcuni usano carta da bollo, altri semplici fogli bianchi o la carta intestata che li qualifica. C'è un medico-chirurgo di Venezia, il comitato romano del fronte monarchico giovanile, il comitato nazionale per la pubblica moralità di Napoli, l'ispettore generale del Corpo forestale di Ancona, ben due suore missionarie del S. Cuore di Milano. 

Tutti sono zelanti spettatori: le loro missive recano la data dello stesso giorno in cui il film è, uscito nella loro città; alcuni — come un gruppo di genitori di Lucera — sono così previdenti da invitare la Procura della Repubblica a vietare preventivamente la proiezione e riferiscono il giudizio di chi, in qualche località vicina, ha già visto il film. Altri ancora si fanno portatori dello sdegno di chi ha assistito alla proiezione, come un signore di Roma il quale riferisce l'indignazione provata da persona attendibilissima, 

« un grande invalido di guerra e assiduo spettatore cinematografico, che vede un film al giorno non pagando niente ». 

Non esistono barriere di generazione fra gli scandalizzati e attentissimi giudici: hanno tutte le età e i più giovani si esprimono con la maggiore intransigenza, 

« vogliamo film per uomini non per animali » 

conclude concitata una ventiduenne milanese, 

« in una scena si vede addirittura la mano di una ragazza che cerca il corpo di un uomo, il tutto in primo piano » 

s'indigna un ventiquattrenne studente genovese. 

Più differenziata — invece — è l'argomentazione sostenuta: 

c'è chi chiede il sequestro toutcourt per « oscenità »; 

chi preconizza — se l'autorità non interviene subito — trombosi cerebrale, squilibrio mentale, anomala circolazione sanguigna negli spettatori entro le 24 ore; 

chi — come esemplarmente fanno dodici napoletani — analizza sequenza per sequenza il film, ne evidenzia i passaggi più scabrosi, riferisce i commenti uditi in sala, racconta con dovizia di particolari, usa con maniacale precisione anche le varianti dialettali che indicano particolari anatomici. 

Non solo il Decameron è attaccato. Piovono sui cineasti italiani — registi, attori, produttori, distributori, persino esercenti — le citazioni in giudizio per l'allestimento e la diffusione di pellicole giudicate oscene. Su segnalazione di un'ispettrice di polizia, la Procura di Avellino aveva sequestrato nei giorni scorsi Conoscenza carnale e il provvedimento era stato esteso a tutte le città in cui il film era in programmazione (ma il film è stato, in seguito, assolto). A Roma, era stata interrogata dal magistrato Lea Massari, che durante le riprese di Soffio al cuore si sarebbe resa colpevole di corruzione del suo giovane partner. Il 23 prossimo si deciderà, a Taranto, di Rapporto sul comportamento sessuale delle studentesse denunciato alla Procura da un avvocato di Cosenza e con il Vescovado della città- costituitosi parte civile. Lo scambio di rapporti stesi da magistratura e autorità di pubblica sicurezza è fitto, la trafila delle competenze complicatissima, i fascicoli relativi ai film incriminati sempre più consistenti. 

A questo volteggiare di documenti ufficiali — in cui ai termini burocratici si mescolano valutazioni estetiche, dove si parla di « congresso carnale » e « pansessualismo », della donna che « accede alla bramosia sessuale del maschio » e del « minore che si abbandona ad atti di libidine, anche con un gatto » — si intrecciano le iniziative di tutti i moralizzatori volontari del Paese, le denunce dei privati cittadini, gli inviti ad intervenire, le perentorie richieste di sequestro. 

Liliana Madeo 


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog

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