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martedì 28 dicembre 2021

1969 LA SEQUENZA DEL FIORE DI CARTA [ VANGELO ’70 ]

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Tempo 19 ottobre 1968


H. – Ha girato anche un episodio di Vangelo ’70 , vero (1)
  
 P. – Sì, si intitola Il fico innocente , credo. È brevissimo, dura solo dodici minuti. Inizialmente era solo una lunga carrellata per tutta via Nazionale, a Roma. Ha ancora una durata di dodici
minuti, ma vi ho inserito due o tre fotogrammi diversi. Vangelo ’70 dovrebbe ispirarsi a parabole o ad altri passi dei Vangeli. Per il mio episodio ho scelto l’innocente fico... ricorda, quando Cristo vuol cogliere qualche fico, ma essendo marzo l’albero non ne ha ancora prodotto nessuno, e Cristo lo
maledice. A me quest’episodio è sempre parso molto misterioso e se ne hanno parecchie interpretazioni contraddittorie. Il modo in cui l’ho interpretato io è più o meno questo: vi sono momenti della storia in cui non si può essere inconsapevoli; bisogna essere consapevoli, e non esserlo equivale a
essere colpevoli. Perciò ho fatto camminare Ninetto per via Nazionale, e mentre lui cammina senza un pensiero al mondo, inconsapevole di tutto, passano sullo schermo, sovrapposte a via Nazionale, le immagini di alcune delle cose importanti e pericolose che stanno avvenendo nel mondo: cose di
cui lui, appunto, non è consapevole, come la guerra del Vietnam, le relazioni fra Est e Ovest e così via. Sono solo ombre che gli passano sopra, delle quali lui è ignaro. Poi a un certo punto si sente la voce di Dio, in mezzo al rumore del traffico, che lo sprona a conoscere, a rendersi consapevole. Ma, come il fico
del Vangelo, il ragazzo non capisce, perché è immaturo e innocente, e così alla fine Dio lo condanna e lo fa morire.

1) Il titolo del film fu successivamente cambiato da Vangelo ’70 in Amore e rabbia , e il titolo del breve episodio girato da Pasolini, che era Il fico innocente , diventò Il fiore di carta . 

Pasolini su Pasolini
Conversazioni con Jon Halliday



1969 

LA SEQUENZA DEL FIORE DI CARTA 

[ VANGELO ’70 ]



Terzo episodio del film Amore e Rabbia.

 

Gli altri episodi sono:


L'indifferenza
 
di Lizzani, 
Agonia di Bertolucci, 
L'amore di Godard, 
Discutiamo, Discutiamo di Bellocchio. 

Regia di Pier Paolo Pasolini (aiuto regia: Sergio Citti, Maurizio Ponzi)
Fotografia Giuseppe Ruzzolini; 
musiche originali
 Giovanni Fusco; 
musiche a cura di Pier Paolo Pasolini; 
montaggio Nino Baragli; 
aiuti alla regia Maurizio Ponzi, Franco Brocani.

Interpreti e personaggi

 
Ninetto Davoli (Riccetto); 
Rochelle Barbieri (una ragazzina); 
le voci di Dio: Bernardo Bertolucci, Graziella Chiarcossi, Pier Paolo Pasolini, Aldo 
Puglisi. 

Produzione Castoro Film (Roma) /
Anouchka Film (Parigi); 
produttore Carlo Lizzani; pellicola Kodak Eastmancolor;
formato 35 mm,  colore, cinemascope; 
macchine da presa Arriflex; 
sviluppo e stampCinecittà-Teatri CSC; 
registrazione sonora Sound Recording
Service; 
sincronizzazione NIS Film;
missaggio Renato Cadueri; 
distribuzione Italnoleggio cinematografico.

Riprese estate 1968; esterni Roma; durata 10 minuti e
28 secondi.

USCITA NELLE SALE:


29 maggio 1969
: Firenze, CINEMA Exelsior 
30 maggio 1969: Roma, Cinema
Fiamma; Torino: nema Doria. 
Presentato al XIX Festival di Berlino, con il titolo Vangelo ‘70.

STORIA:

Film della durata di 12 minuti, girato fra marzo e aprile 1967, nel periodo in cui Pasolini girava l’episodio Che cosa sono le nuvole?

Serafino Murri, Il castoro



RICCETTO 
(canticchia una canzone americana) 

DIO 
È contraddittorio, lo so, forse è anche insolubile, perché se tu sei un innocente non puoi non esserlo, e se sei innocente non puoi avere coscienza e volontà. 
Di', a chi ha parlato Cristo, il mio figlio, se non agli innocenti? 
E perché? Perché sapessero. 
Tu dirai come il fico che è presto, che è solo marzo, che non puoi dare i tuoi frutti, che li darai in settembre. Ma che discorsi sono questi. Marzo, settembre... per me, Dio, non sono che vuote parole.
Se la fede fa muovere le montagne, figurarsi che importanza ha che sia marzo o settembre. 
Ascoltami, Riccetto, ascoltami. 
Un solo cenno del tuo capo, uno sguardo verso il cielo mi basterebbe. 
Ascoltami, se non vuoi perderti. 
L'innocenza è una colpa, l'innocenza è
una colpa, lo capisci? 
E gli innocenti saranno condannati, perché non hanno più il diritto di esserlo. 
Io non posso perdonare chi passa con lo sguardo felice dell'innocente tra le ingiustizie e le guerre, tra gli orrori e il sangue. 
Come te ci sono milioni di innocenti in tutto il mondo, che vogliono scomparire dalla storia piuttosto che perdere la loro innocenza. E io li devo far morire, anche se lo so che non possono far altro, io debbo maledirli come il fico, e farli morire, morire, morire. 

RICCETTO 
Che? 
[Cade a terra, morto] 







In AP è presente un soggetto dattiloscritto, recante l'intestazione Pace e rabbia, che è da mettere in relazione, crediamo, con la prima idea di questo film a episodi: più precisamente Pasolini l'aveva pensato come "prologo" a tutto il film. da proiettare prima dei titoli di testa. Lo riportiamo qui: 

È un pezzo di cinema che illustra le Beatitudini (le dodici anafore del Vangelo secondo Matteo). 
Tale pezzo di cinema dovrebbe essere in parte di finzione e in parte di montaggio. Il materiale da montare potrebbe essere sia fotografico che cinematografico (personaggi e fatti di attualità). 
Trattandosi di una introduzione al film, da collocarsi prima dei titoli di testa, la sua durata sarà naturalmente breve: una decina di minuti. Il senso di questo «Pace e rabbia» è molto semplice: illustrare con immagini del mondo moderno i personaggi definiti dalle beatitudini: i poveri in ispirato, gli afflitti,
i mansueti ecc. ecc. 
Naturalmente tale illustrazione non sarà convenzionale né semplicemente pietistica; essa sarà anzi in qualche modo scandalosa, e avrà insieme a quello religioso un senso politico. Le parole di Cristo saranno cioè interpretate come estremamente attuali quasicché
esse prevedessero l'esatta situazione in cui noi ci troviamo a vivere, oggi, 1967, con tutti i nostri problemi, dalla condizione dei Negri in America alla guerra del VietNam, ai rapporti tra nazioni ricche e nazioni povere ecc. ecc. 
Per dare due esempi estremi: quelli che Cristo chiama operatori di pace (o in
altre traduzioni, pacifici) saranno illustrati con immagini di dimostranti contro la guerra, di partecipanti a marce per la pace ecc. ecc., coi loro cartelli, i loro vestiti, il loro modo di essere (la Nuova Sinistra americana, le organizzazioni pacifiste europee ecc. ecc.). Coloro che Cristo chiama
«affamati e assetati di giustizia» saranno illustrati dalle fotografie, purtroppo tombali, dei socialisti e dei comunisti che per un ideale di giustizia hanno dato la vita ecc. ecc. 
La politicizzazione delle beatitudini non sarà però né faziosa né totale, un largo margine sarà lasciato agli uomini che
vivono la storia come un sogno, innocenti, inconsapevoli, puri e semplici viventi.
 
Che di Vangelo '70 si parlasse già nel 1967 è confermato da una lettera di Pasolini a Godard, in cui Pasolini prega Godard di essere a Roma per il 20
ottobre di quell'anno, per partecipare a una riunione sul film: 

Curerò io infatti i titoli di testa del Vangelo '70, e ho pensato di farli sotto forma di una riunione in una sala della televisione (con un gran Cristo in croce, sacrilego, sul tavolo) dei registi del film;
ognuno di essi dovrebbe dire i titoli di testa del proprio episodio, con una brevissima introduzione esplicati. 

Pasolini per il cinema, tomo secondo 
a cura di Walter Siti
I meridiani Mondadori. 



@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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