"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
Immagine - Repubblica 6 aprile 2008 |
Tra le righe della "Nebbiosa" un dialogo di Pasolini e Testori
Balorda notte milanese tra il Pirelli e la
Il Manifesto del 7 febbraio 1996
Tra le righe della "Nebbiosa" un dialogo di Pasolini e Testori, due "eroi" del dopoguerra che si ritrovano a conversare, da fantasmi, sulle rovine di Milano
L EGGENDO la sceneggiatura pasoliniana dal titolo bellissimo La nebbiosa, che Edoardo Bruno ci regala su "Filmcritica", non si può evitare di pensare a Giovanni Testori. La Milano notturna che Pasolini vi descrive, sporco impasto di "vecchie case sventrate, con le finestre vuote, occhieggianti", e grattacieli Galfa, Pirelli, che "sfolgorano di luci come giganteschi diamanti", dialoga così bene con le periferie testoriane dei Segreti di Milano: all'insegna del freddo e giallo Sironi metafisico, se non fosse che Testori lo amava, mentre Pasolini lo giudicava "sciocco" e "retorico". E' dunque, questa Nebbiosa che fa il verso al testoriano Nebbia al Giambellino pubblicato postumo due anni fa, un'occasione bassa, bassissima, di riconsiderare il rapporto tra lo scrittore dei contadini friulani e delle borgate romane e quello, controriformista, che batteva alla ricerca dell'anima gli anelli più esterni d'una Milano in tumultuosa espansione.
E' un nodo fondamentale, che può chiarirsi nell'amore nutrito egualmente verso entrambi da alcuni scrittori o teatranti del "Dopostoria": come Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, che hanno portato in scena, senza rotture, così il Pasolini di Porcile come il Testori di Edipus. Sarà pur vero infatti che il friulano non gradiva l'urlo dell'Arialda, dove vedeva il "popolino" meneghino trattato qualunquisticamente, incalzato con domande metafisiche mentre si trasformava in mostro piccolo-borghese, eppure, più gli anni passano, e si dissolvono le discriminanti ideologiche sulla letteratura, più le ragioni espressive di entrambi sembrano ritrovarsi in una ragione comune, etica e politica.