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domenica 11 aprile 2021

Pasolini, Moravia - Tempo, n. 40 a. XXXI, 4 ottobre 1969

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Caro Pier Paolo

non è vero niente. Non mi sono lasciato trascinare da te a discutere di cinema a livello linguistico e semiologico. Come non mi lascerei trascinare a discuterne a livello sociologico, a livello psicanalitico, a livello politico, a livello antropologico, a livello ideologico e così via. Tutti livelli legittimi almeno quanto quello linguistico.

Caro Pier Paolo Pasolini, Caro Alberto Moravia - Tempo, n. 39 a. XXXI, 27 settembre 1969 

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Caro Pier Paolo Pasolini, 
Caro Alberto Moravia 

Tempo, n. 39 a. XXXI, 27 settembre 1969 




Caro Pier Paolo

a proposito del mio articolo sul "Satyricon" di Fellini mi hai accusato di essere incorso in un errore sostanziale parlando del film senza capire quel che i personaggi dicevano. In realtà il film che ho visto non era muto e io ho capito quello che i personaggi dicevano perché parlavano in lingue che conosco. Piuttosto bisognerebbe intendersi sul significato della parola "audiovisivo". Anche il teatro, è audiovisivo. Lo spettatore, a teatro, guarda e ascolta. Ma il testo teatrale può essere letto senza la rappresentazione perché ha un valore letterario ossia estetico. Questo non si può dire delle sceneggiature se non in casi rarissimi.
É evidente che noi al cinema guardiamo e ascoltiamo come nella realtà. É evidente pure che la parola rende più "completa" l'immagine. Ma non sono altrettanto sicuro che la renda "diversa", come mostri di credere. E questo, appunto, perché la parola al cinema non ha una funzione espressiva cioè estetica ma informativa. D'altra parte tu dici che "il cinema a livello linguistico è audiovisivo: in quanto il codice di interpretazione della realtà (che è appunto audiovisivo) e il codice di interpretazione del cinema in gran parte coincidono". Ora io penso che il cinema va decodificato soltanto a livello estetico. A quel livello la parola, nel cinema, o conta poco o non conta nulla. E infatti tu ammetti che a

Pasolini - Un po' di ostrogoto - Tempo, n. 37 a. XXXI, 13 settembre 1969 

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Eretico e Corsaro



Un po' di ostrogoto
Tempo, n. 37 a. XXXI, 13 settembre 1969 


L'intera conversazione tra Pasolini e Moravia - Vedi anche:

 




Anche Moravia si è occupato del "Satyricon", con un articolo grande come un lenzuolo steso ad asciugare. Vi fa le sue consuete osservazioni acute, vive, intelligenti e convincenti.
"L'Espresso" dice, annunciando l'articolo, che Moravia ha visto in "anteprima mondiale" il film: in realtà, come egli mi ha detto, si è trattato semplicemente di una delle solite visioni private (di cui Fellini è maestro), e d'una copia ancora non doppiata in cui gli attori, come mi diceva appunto Moravia, parlano in romanesco, in svedese, in ostrogoto.
Ora, io sostengo e ho sempre sostenuto che il cinema è una "tecnica audiovisiva".

Pasolini, I dispetti. La Stampa, TuttoLibro del 2 ottobre 1993.

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Eretico e Corsaro




La mia Casarsa
bella di donne

I giochi a Casarsa, l'amato gineceo dell'infanzia, la lingua tagliata del Friuli, politica e regionalismo, l'insegnamento, sono i temi degli scritti inediti di Pasolini (dal '45 al '51 ) che escono ora a cura di Nico Naldini per Guanda, «Un paese di

Le Pagine Corsare... un'incredibile vitalità

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dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Le Pagine Corsare... un'incredibile vitalità

Le Pagine Corsare di Eretico e Corsaro riprendono il loro cammino.

.
E' quasi terminato il recupero del vecchio blog hackerato a fine novembre del 2020. 

Circa 5 mesi per recuperare oltre 1100 post dei 1350 pubblicati nel vecchio blog - quelli di maggiore interesse - questo mi consente di iniziare nuovamente ad organizzare la pubblicazione di nuovi post che avevo già programmato prima dell'attacco  hacker.
 
Resta da organizzare meglio il motore di ricerca interno al blog, ma questo lo farò con calma.


… sono come un gatto bruciato vivo,
pestato dal copertone di un autotreno,
impiccato da ragazzi a un fico, 
ma ancora almeno con sei
delle sue sette vite,
come un serpe ridotto a poltiglia di sangue
un’anguilla mezza mangiata 
le guance cave sotto gli occhi abbattuti,
i capelli orrendamente diradati sul cranio
le braccia dimagrite come quelle di un bambino
un gatto che non crepa…
… La morte non è
nel non poter comunicare
ma nel non poter più essere compresi.

(P.P. Pasolini   da  “ Poesie in forma di rosa”, 1964)

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog

Pasolini e Ungaretti -- Un poeta e Dio

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dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Un poeta e Dio
Tratto da Passione e Ideologia, Garzanti.

La prima poesia religiosa di Ungaretti, in cui la religiosità si esprima  direttamente come problema di Dio, è Dannazione scritta a Mariano il 29 giugno  1916, e quindi una delle prime dell’Allegria: «Chiuso fra cose mortali | anche il  cielo stellato finirà | perché bramo Dio». C’è già il respiro irregistrabile attraverso una lettura puramente acustica del più alto Ungaretti, e forse ciò è dovuto all’altezza iniziale dell’argomento, anche se questo Dio non è quello della Pietà e tanto meno quello di Mio fiume anche tu. Lo stesso giorno (29 giugno) Ungaretti aveva scritto un’altra lirica, Peso, anch’essa spesso citata a documentare la verginità linguistica del primo Ungaretti; l’isolamento e l’alleggerimento del vocabolo (parti di quell’operazione che attraverso l’«immediatezza» non diaristica, e la

Amelia Rosselli a Pasolini: due lettere e una poesia

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Amelia Rosselli a Pasolini:
due lettere e una poesia




31/10/1968
lungotevere Sanzio 5
00153 – Roma

Caro Pier Paolo,



                            Ti scrivo riguardo agli scritti di Sandro Penna, che ho conosciuto bene ultimamente, e che come tu saprai, non sta affatto bene credo da parecchio. Anzi ora non può uscire di casa, e addirittura non esce di letto – lo curano per disintossicarlo: e infatti credo che abbia molto abusato di pillole varie e sonniferi, da anni.
  Mi ha espresso la sua preoccupazione per il libro “Poesie”, che non viene ristampato da Garzanti. Mi ha anche detto che nel passato Citati voleva occuparsi