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domenica 7 marzo 2021

Pasolini compie novant’anni di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti - Le fonti di Petrolio

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

 

 
Pasolini compie novant’anni
di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti
Le fonti di Petrolio
Indice:

L’introvabile libro di Steimetz è stato una delle fonti di Petrolio, da cui Pasolini riprende dati e notizie relative all’Eni e a Cefis, e a volte anche intere frasi. Ma ad accorgersene non è stato un filologo bensì un magistrato, il sostituto Procuratore pavese Vincenzo Calia, mentre stava svolgendo una nuova inchiesta sull’omicidio di Mattei. L’aereo del presidente dell’Eni, in volo tra Catania e Milano, precipitò infatti la sera del 27 ottobre 1962, nella campagna di Bascapè, presso Pavia. La procura di Pavia aveva già svolto anni prima un’inchiesta su quella morte, che però si era conclusa con una sentenza di «non luogo a procedere, perché i fatti non sussistono», avendo attribuito la caduta dell’aereo a un incidente, dovuto all’errore del pilota Irnerio Bertuzzi (la prima inchiesta, condotta dal pm pavese Edgardo Santachiara, si era conclusa il 31 marzo 1966). Calia riapre l’inchiesta il 20 settembre 1994, sulla base di nuovi fatti, e la conclude il 20 febbraio 2003 con una Richiesta di archiviazione.

Pasolini compie novant’anni di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti - La via del sangue

"Le pagine corsare " 
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Eretico e Corsaro


 

Pasolini compie novant’anni
di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti
 La via del sangue


Il 4 settembre 1998 Graziano Verzotto – interrogato a Pavia – confida a Calia che per Mauro De Mauro «il sabotaggio del Morane Saulnier [il bireattore su cui è morto Mattei] si spiegava con una pista esclusivamente italiana. Tale pista, secondo De Mauro, portava direttamente ad Eugenio Cefis e a Vito Guarrasi», avvocato palermitano in odore di mafia, già componente del cda della s.a. "l’Ora" di Palermo – il quotidiano vicino al Pci presso cui lavorava De Mauro – e braccio destro di Cefis in Sicilia. È un tardivo riscontro della testimonianza di Junia De Mauro al giudice istruttore di Palermo Mario Fratantonio il 17 marzo 1971: «Sono in grado di affermare con sicurezza che mio padre addossava precise responsabilità per la morte di Mattei all’attuale presidente dell’Eni Eugenio Cefis».

Pasolini compie novant’anni di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti - Lampi sull’Eni

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Eretico e Corsaro


 

 
 
Pasolini compie novant’anni
By 
di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti
 
Lampi sull’Eni
 
 Indice:

Tutte le edizioni di Petrolio finora pubblicate contengono uno strano capitolo formato da un titolo e una pagina bianca. Il titolo èAppunto 21. Lampi sull’Eni. È quello che viene subito prima dell‘Appunto 22. Il cosiddeto impero dei Troya, cioè le pagine di cui abbiamo parlato finora. Secondo Graziella Chiarcossi, erede di Pasolini e curatrice della prima edizione di Petrolio, quel capitolo non è mai strato scritto. Eppure viene richiamato in un’altra pagina di Petrolio come se fosse già scritto: «Per quanto riguarda le imprese antifasciste, ineccepibili e rispettabili, malgrado il misto, della formazione partigiana guidata da Bonocore, ne ho già

Pasolini compie novant’anni di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti - Le verità negate

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dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


 
 

Pasolini compie novant’anni
di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti
Le verità negate
 
  
Indice:

 
«Chi tocca il Principe avrà del piombo; chi non lo tocca avrà dell’oro», scrive Steimetz: piombo tipografico o di un qualche calibro? Un ragazzo di 17 anni, Pino Pelosi, si è autoaccusato dell’omicidio di Pasolini. Il 26 aprile 1976 il Tribunale di Roma lo ha condannato alla pena di nove anni, sette mesi e dieci giorni di carcerazione, oltre a una multa di 30.000 lire per atti osceni. Il 7 maggio 2005 Pelosi ha ammesso che quel giorno non era solo, che altri avevano partecipato al pestaggio: «Erano in tre, sbucarono dal buio. Mi dissero tu fatti i cazzi tuoi e iniziò il massacro. Io gridavo, lui gridava… Avranno avuto 45, 46 anni, gli gridavano “sporco comunista”, “arruso”, “fetuso”». Insomma, fu un agguato e forse Pelosi era solo un’esca.

Pasolini, stando alla seconda versione di Pelosi, viene massacrato da «tre siciliani»; nel frattempo altri provvedono a sottrarre daPetrolio il capitolo Lampi sull’Eni, «che dall’omicidio ipotizzato di Mattei guida al regime di Eugenio Cefis, ai “fondi neri”, alle stragi dal 1969 al 1980 e, ora sappiamo, fino a Tangentopoli,

Pasolini compie novant’anni di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti - Introduzione

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Pasolini compie novant’anni
By Ggiovannetti
di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti
Introduzione

Indice:


Era nato il 5 marzo 1922, dunque oggi avremmo festeggiato il suo novantesimo compleanno. Cosa avrebbe detto Pasolini del tracimante ‘sacco’ del territorio? O di quanto è cronaca in Val di Susa? E del berlusconismo? Dell’ideologia edonistica come strumento subliminale del controllo sociale e dei nuovi modelli di consumo? Il «piacere di consumare, l’essere felici in quanto consumatori» era un suo motivo di fondo nei periodici interventi giornalistici di critica corsara e luterana alla progressiva restaurazione in corso, ben prima di Tangentopoli e la coda lunga dello stragismo fascista mafioso e di Stato, ben prima dunque che fosse emerso prepotentemente l’indistinto e perverso intreccio tra politica criminalità e affari. Pasolini ci manca. Manca all’Italia. Lo voglio ricordare riproponendo Come corsari sulla filibusta, saggio-inchiesta scritto insieme a Carla Benedetti sui possibili scenari e mandanti della sua morte violenta. (G. G.)

L’uccisione di Pasolini e le molte verità negate - Giovanni Giovannetti

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Eretico e Corsaro

 
 

L’uccisione di Pasolini e le molte verità negate
Giovanni Giovannetti




«Chi tocca il Principe avrà del piombo; chi non lo tocca avrà dell’oro», scrive Giorgio Steimetz in Questo è Cefis: piombo tipografico o di un qualche calibro? Un ragazzo di 17 anni, Pino Pelosi detto “Pelosino”, si è autoaccusato dell’omicidio di Pasolini. Il 7 maggio 2005, in una intervista televisiva a Franca Leosini, conduttrice di Ombre sul giallo, Pelosi ha ammesso che quel giorno non era solo, che altri avevano partecipato al pestaggio: «Erano in tre, sbucarono dal buio. Mi dissero tu fatti i cazzi tuoi e iniziò il massacro. Io gridavo, lui gridava… Avranno avuto 45, 46 anni, gli gridavano “sporco comunista”, “arruso”, “fetuso”».Stando a questa che è la seconda versione di Pelosi, Pasolini viene massacrato da «tre siciliani o calabresi». Lo stesso racconto viene poi riproposto con varianti e nuovi particolari a Claudio Manicola del “Messaggero” (23 luglio 2008), agli autori di Profondo nero Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza (Chiarelettere, 2009) e nell’autobiografico Io so… come hanno ucciso Pasolini (Vertigo, 2011): non più tre «siciliani o calabresi» (nel 2005 «diedi una falsa pista dichiarando che gli aggressori parlavano dialetto siciliano o calabrese»), ma «in tutto cinque persone»; non più una sola auto ma due («una fiat 1500 scura e una GT identica

Mattei, De Mauro, Pasolini/Cefis - Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti, Frocio e basta.

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Mattei, De Mauro, Pasolini/Cefis
Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti



Il massacro di Pasolini resta uno dei buchi neri della notte repubblicana. Il nostro nuovo libro, nei “fiammiferi del primo amore”, fa il punto su ciò che oggi sappiamo del delitto, su cosa lo lega all’omicidio di Mattei (1962) e di De Mauro (1969), svolgendo un lavoro preciso e ragionato di controinformazione.

“Frocio e basta” si riferisce a come quel delitto è stato invece rubricato, allo scenario omosessuale che gli ha fatto da copertura, e a tutti i ricami estetici con cui una parte della cultura italiana lo ha reso credibile (la “bella morte” omosessuale, la “morte sacrificale” del poeta, la “sacra follia” che lo portò nelle braccia dell’assassino) facendosi complice di un depistaggio durato quasi quarant’anni.

Qui di seguito l’indice e le pagine iniziali del libro.

Indice

 Il “capolavoro” di Pasolini
Come la cultura italiana reagì all’assassinio
Le “fonti” di Petrolio
Tra filologi e magistratura
Note



Il “capolavoro” di Pasolini

Come la cultura italiana reagì all’assassinio

Molti anni fa sentii dire da un critico letterario che il capolavoro di Pasolini è la sua morte. Poiché i capolavori stanno di solito tra le opere e non nella biografia dei loro autori, egli stava evidentemente enunciando un paradosso, del quale era ben consapevole. Forse in quella affermazione arguta c’era anche un pizzico di malizia, quasi un’implicita svalutazione dell’opera dello scrittore. Come dire: Pasolini è riuscito a fare morendo quel che non gli è riuscito con i versi. Ma ciò la renderebbe ancor più significativa, se persino chi non apprezzava lo scrittore non poté fare a meno di scorgere in quella morte un segno di grandezza. L’omicidio di Pasolini, nella sua tragica anomalia, in effetti colpì profondamente i contemporanei. Per molti letterati esso diventò un “segno” da interpretare, quasi fosse un testo poetico. Quasi fosse un’opera di Pasolini, l’ultima e la più singolare: il suo capolavoro, appunto.

In morte di Licio Gelli - Pasolini e Petrolio - di Giovanni Giovannetti

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In morte di Licio Gelli
di Giovanni Giovannetti


La prenderò un poco alla larga, ma colgo quest’occasione per offrire da subito qualche tosta "rivelazione" sull’omicidio di Pasolini e certe vicinanze con le trame piduiste nell’asse politico-massonico-criminale che a lungo governò il Paese e la strategia della tensione. Un arco di tempo che va dall’assassinio del presidente Eni Enrico Mattei (1962) alla strage alla stazione di Bologna (1980), passando per piazza Fontana a Milano (1969), piazza della Loggia a Brescia e la bomba sull’Italicus a San Benedetto val di Sambro (1974). Sono alcuni paragrafi di un ampio aggiornamento a Frocio e Basta, libro che ho condiviso con Carla Benedetti. La nuova edizione vedrà la luce in aprile-maggio.
E «quando è il momento di ammazzare Mattei», scrive Pasolini in Petrolio, il polimorfico ingegner Carlo Valletti protagonista del romanzo «si fa complice (sia pure solo col silenzio). A proposito della Mafia» (Petrolio, p. 546)

Pasolini - Come corsari sulla filibusta - di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti

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L'immagine-collage è realizzata da opere di Fabio Pop Gismondi

Come corsari sulla filibusta 1

by

di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti


Questo è Cefis. L’altra faccia dell’onorato presidente oggi finalmente in libreria. Pubblichiamo qui l’introduzione alla nuova edizione edita da Effigie.
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Nel 1972 arriva in libreria Questo è Cefis. L’altra faccia dell’onorato presidente di Giorgio Steimetz, una quasi biografia – non autorizzata – del presidente di Eni e Montedison, pubblicata dall’Agenzia Milano Informazioni di Corrado Ragozzino, di cui Steimetz è forse l’alter ego.[1] L’agenzia è finanziata da Graziano Verzotto, democristiano della corrente dorotea di Mariano Rumor, uomo di Enrico Mattei ed ex presidente dell’Ente minerario siciliano. Fu anche l’informatore di Mauro De Mauro, il giornalista de “l’Ora ” di Palermo rapito e ucciso dalla mafia nel 1970. Così come era accaduto a Mattei sette anni prima. Così come accadrà a Pier Paolo Pasolini cinque anni dopo. Questo è Cefis vive solo pochi mesi, poi scompare. Dalle due sedi della Biblioteca Nazionale Centrale spariscono anche le copie d’obbligo; se ne trova ancora traccia nel registro di quella fiorentina, ma il volume non c ’è: «a ridosso della pubblicazione, gli uomini della Montedison si mossero efficacemente per toglierne dal mercato il maggior numero di copie possibile e scongiurare al Presidente l’eventualità di un ’inchiesta giudiziaria ».[2] Il libro, probabilmente pubblicato con l ’intento di avvertimento o di minaccia nei confronti di Eugenio Cefis, racconta la spregiudicata avventura di uno dei timonieri del pubblico-privato, la mescolanza di poteri tra Stato e le mafie sommerse economico-finanziarie.
Pier Paolo Pasolini sta lavorando in quegli anni sugli stessi temi e, forse, sta utilizzando le stesse fonti. Proprio nel 1972 comincia a scrivere Petrolio, il grande romanzo incompiuto, che sarebbe stato pubblicato postumo solo nel 1992, diciassette anni dopo la sua morte. Un romanzo del quale la critica ha spesso enfatizzato l’aspetto erotico – la doppia vita di un ingegnere petrolchimico – mentre il suo vero tema è il Potere. È un romanzo che cerca di rendere visibile il Potere in tutte le sue forme, attraverso “Visioni ”. [3] Vi si parla del Nuovo Potere che agisce sugli individui in forme capillari, attraverso imposizione di modelli, e che raggiunge anche i loro corpi. Vi si parla della banalità del Potere, quella che agisce attraverso la «collusione » innocente (dove “innocente ” sta per “nascosto alla coscienza”) degli individui, degli intellettuali, persino dei letterati, nel loro desiderio di carriera. Vi si parla anche del potere delle trame, quelle destinate a restare segrete. E anche di quello delle stragi. Si parla persino di una bomba fatta scoppiare alla stazione di Bologna [4] – quasi una profezia di quella che davvero sarebbe scoppiata il 2 agosto 1980.

Pasolini, lettera ad Anna Magnani - Tempo 13 dicembre 1969, numero 50, rubrica il Caos

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Pasolini, lettera ad Anna Magnani
Tempo 13 dicembre 1969
numero 50
rubrica il Caos