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martedì 8 giugno 2021

Pasolini "Terza B facciamo l'appello - Trascrizione - Prima parte, introduzione di Enzo Biagi

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Questa è la prima trascrizione integrale pubblicata, divisa in più parti - verrà pubblicata per intero. Altre trascrizioni parziali furono pubblicate sul "Radiocorriere TV", numero 30, del 25/31 luglio 1971, con un articolo di Nato Martinori dal titolo: Invecchiando mi sento più allegro. 


E su La Stampa del 27 luglio del 1971, con un articolo di Enzo Biagi dal titolo: "L'innocenza di Pasolini.


Pasolini "Terza B facciamo l'appello

Programma di Enzo Biagi.
Intervista a cura di Enzo Biagi
Regia: Pier Paolo Ruggerini
In studio: Pier Paolo Pasolini, Odoardo Bertani, Agostino Bignardi, Carlo Manzoni, Nino Pitani, Sergio Telmon, Carlo Galavotti, Mario Borgati.
Produzione: RAI, 1971 (ma non andò in onda perché Pasolini era coinvolto in un processo a «Lotta Continua» di cui era stato direttore per un numero.)
Trasmissione: 3 novembre 1975
Durata: 60’

Trascrizione da audio curata da Bruno Esposito

Prima parte, introduzione di Enzo Biagi


 Il programma che vedete tra poco è stato realizzato nel 1971 ma non è mai andato in onda. Faceva parte di una serie intitolata Terza B facciamo l'appello. Allora, un provvedimento della Rai, stabiliva che non potevano comparire sui teleschermi tutti coloro che erano soggetti a un'azione giudiziaria. Non ricordo bene per quale fatto che Pier Paolo Pasolini in quel momento figurasse nella lista degli esclusi - si sa che lo scandalo è stato spesso un elemento determinante nella sua esistenza: 
fece scandalo una volta per una rissa alla quale partecipò con dei giovanotti in una strada popolare di Roma; 
fece scandalo per una poesia dedicata a un papa; 
fece scandalo per certi film - fu accusato di vilipendio e fu perfino portato in corte d'assise per una rapina.
Conversando con lui una volta, mi disse con amarezza: 
"potrei scrivere un libro bianco sui miei rapporti con la giustizia italiana, sulle accuse, le sentenze , le requisitorie dei pubblici ministeri, le arringhe. Sono stato processato, mi disse, per una rapina di duemila lire e mi hanno descritto nascosto dietro un cappello nero con guanti, naturalmente di colore nero e armato di una pistola caricata con pallottole d'oro".
Noi siamo qui per vedere delle immagini e per ascoltare delle voce. Dei discorsi che appartengono certamente a un altro clima e a un altro momento.  Sono parole che sembrano lontane ma che hanno soprattutto un valore, ed è quello della testimonianza. 

Nel programma che vedrete tra poco sotto molteplici domande Pier Paolo Pasolini si confessa e come ripeto, una testimonianza e una confessione. Ma fin d'allora si delineano quelli che sono i motivi della sua polemica... e fin d'allora, si delinea la sua natura così ferita dalle polemiche e dalle accuse che l'hanno tante volte rattristato. Lo hanno... è stato accusato per le idee che professava ed è stato attaccato, anche con molta volgarità, perché aveva il coraggio e la sincerità di dichiararsi diverso. I suoi atteggiamenti sono stati qualche volta contrastanti. Ricordo che... ha difeso i giovani poliziotti dagli attacchi e dalle accuse degli extra parlamentari e ha dichiarato il suo dolore nel vedere, come i giovani operai, che erano per lui una forza viva e valida, andavano corrompendosì. Ma, nel fondo della natura di Pier Paolo Pasolini, c'è una grande innocenza per quello che io l'ho conosciuto era una creatura indifesa. Gli ho chiesto una volta: perché lei è sempre solo? e lui mi rispose: 
la solitudine e la cosa che amo di più.
Qualcuno ha detto che la sua tragedia, la sua morte, è una tragedia italiana. Io non credo a questo. Credo che, tragedie di questo tipo, siano venute in altri luoghi, in altri tempi, e con altri protagonisti. La sua fine sembra una storia scritta da lui e... Lui, si ritrova ucciso da un personaggio che appartiene ai suoi tristi eroi - l'ambiente... quello delle borgate romane, che lui tante volte ha descritto. 
In questo momento non ci viene in mente... non c'è nel nostro cuore altro che un sentimento di grande pietà. Pietà per lui, pietà per sua madre... che è rimasta sola, dopo aver perso un altro figlio durante la guerra e pietà anche per quel ragazzo 17 anni... che si trova in prigione e che dovrà rispondere di un assassinio. 

Qualcuno, anzi un suo amico e... Ninetto Davoli, ha detto: 
"nella società di oggi la sua morte era in preventivo". 
E' un discorso che per me è difficile da capire ed accettare. C'è in giro una violenza feroce... Ma in questa terribile vicenda, di cui Pier Paolo Pasolini è stato protagonista, mi pare piuttosto che... appartenga a una casistica personale e che non faccia parte dei fenomeni malinconici deprimenti a tragici della nostra società. Tutti gli italiani sono concordi nel dire che abbiamo perduto un grande Poeta, un grande artista. Siamo tutti d'accordo nel rimpiangere il suo singolare valore - era impegnato in una battaglia per rendere questo mondo più giusto, più libero, più aperto. Si batteva contro la prepotenza del potere e aveva il coraggio di battersi anche contro se stesso - direi con una grande lealtà. 

Era un uomo generoso, tormentato e semplice.
 
L'ultima volta che ho avuto un lungo colloquio con lui, gli ho chiesto: lei ha paura della morte? e... lui, mi ha detto che da ragazzo era un sentimento forte che lo sgomentava e lo riempiva di terrore. E... da piccolo aveva avuto una nevrosi ancora e un'altra lo aveva fatto patire terribilmente quando aveva vent'anni. Mi disse: 
"ma adesso non la temo per niente".
L'ha incontrata in una notte d'autunno piena di ombre - dice una sua poesia: 
"ringrazio gli uomini di essere così buoni per avere dato tante manifestazioni d'amore non riconosciute" 
potrebbe essere intesa, anche come un congedo, o come un testamento. 


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog

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