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giovedì 24 giugno 2021

Pasolini, Importanza di un nuovo regista - Tempo, 7 giugno 1969

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini
Importanza di un nuovo regista

Tempo, 7 giugno 1969

Ho la gioia di annunciare che è nato un nuovo regista-autore. Enzo Siciliano. Ho visto la prima copia del suo film La coppia, in visione privata. Quando il film uscirà, son certo che il nostro Morando Morandini ne dirà molto bene, e con gli argomenti del caso. Io mi limiterò a delle considerazioni (o previsioni) generali. Questo film - dal punto di vista tecnico fin troppo sicuro, elegante e sciolto, pieno di ovattate sottigliezze - appartiene in pieno alla cultura: è, insomma, il film di un uomo realmente colto. E poiché il tema del film è un tema culturale, ecco che esso è trattato con assoluta attendibilità (ricordo i clamorosi esempi di inattendibilità del sig. Steiner della Dolce vita di Fellini, dell’eroe della Notte di Antonioni e di Pierrot le fou di Godard). Tale attendibilità è tout court realismo: per cui tutto nel film si dispone al modo giusto: le punte intellettualistiche non fanno una sola stecca, neanche negli acuti, e il registro fa il suo regolare ron-ron per tutto il film senza perdere un colpo. Tale sicurezza del rapporto con la «sua» realtà (un mondo piccolo-borghese colto, in cui si ha un caso di «voyerismo», raddoppiato ambiguamente, e fondato su documenti raffinatamente culturali) fa sì che Siciliano non senta il bisogno di ricorrere a sperimentalismi tecnici esteriori, e che addirittura riadotti uno stile quasi cameriniano. Ciò gli costerà una certa impopolarità tra i cascherini fanatici di «Filmcritica»: ma la sua importanza consiste appunto nel demistificare la moda falsamente culturalistica, in realtà dilettantesca, del cinema post-godardiano.
 


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Curatore, Bruno Esposito

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Pasolini - Processo alla Tappa di Zavoli - Con video - Tempo n. 23 a. XXXI, 7 giugno 1969

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Pier Paolo Pasolini
Processo alla Tappa di Zavoli 

Il giovane Pasolini si muove in bicicletta per insegnare, in bicicletta fa politica, in bicicletta si innamora. La bici è una fedele compagna delle sue passioni, dei suoi stati d’animo, l’interruttore delle sue memorie, basta schiacciarlo, basta parlarne e va in onda in una moltitudine di ricordi”. Così Valerio Piccioni in Quando giocava Pasolini, Limina, 1996, in un capitolo dedicato interamente alla passione di

domenica 20 giugno 2021

Passione di Pasolini - di Gabriella Sica

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Opera di  Fabio Pop Gismondi.

Passione di Pasolini è una poesia scritta da Gabriella Sica il 17 dicembre 2005 per il trentennale della morte di Pasolini - oggi la troviamo nel suo libro "Le lacrime delle cose" (Moretti&Vitali, 2009). 


Passione di Pasolini
di Gabriella Sica

Perché la battaglia è sempre la stessa
dopo trent’anni d’ansia,
come i frassini fragili su un campo
e inermi tra gli alberi-erinni
i poeti, eretico poeta di verdi campagne
tra una verzura e un usignolo

Pasolini e le ultime illusioni - Di Franco Fortini

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Pasolini e le ultime illusioni
Di Franco Fortini

Questi dialoghi con i lettori sono soprattutto dialoghi con dei comunisti, anzi con il comunismo italiano. C’è spesso, del Pasolini migliore, non solo l’ininterrotto calore della mente, la volontà di capire e di essere capito, e quella pazienza pedagogica che Zanzotto ha così bene messo in evidenza; c’è anche — e anche questo fa parte del Pasolini migliore — una volontà di essere accettato, di avere un pubblico visibile. Sono di quelli cui ha dato e continua a dar noia la mitografia editoriale su Pasolini; di quelli che preferiscono inoltrarsi odiosi, incomprensivi, ingiusti — ché tale sono stato con Pasolini vivo — piuttosto che spartire una qualità di ammirazione e di liturgia repellente, in particolare quella votata alla memoria necrofila dell’assassinato. Essa mi pare non troppo diversa dalla diffamazione a bassa voce che della sua poesia va diffondendosi ad opera di quelli cui egli aveva, da vivo, data troppa

martedì 8 giugno 2021

Pasolini "Terza B facciamo l'appello - Trascrizione - Prima parte, introduzione di Enzo Biagi

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Questa è la prima trascrizione integrale pubblicata, divisa in più parti - verrà pubblicata per intero. Altre trascrizioni parziali furono pubblicate sul "Radiocorriere TV", numero 30, del 25/31 luglio 1971, con un articolo di Nato Martinori dal titolo: Invecchiando mi sento più allegro. 

Il processo a Pasolini, di Enzo Siciliano - L'Unità 17 maggio 1994

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Nel 1963 per il film «La ricotta» Pier Paolo Pasolini fu accusato di vilipendio alla religione dello Stato.
Nel '62 Pasolini girò «La ricotta», un episodio del film Rogopag che prese il nome dalle prime lettere dei cognomi dei quattro autori (Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti). Un anno dopo il regista fu denunciato e iniziò il processo più celebre mai fatto in Italia per il reato di «vilipendio alla religione».
Di seguito l'introduzione che Enzo Siciliano fece per il volume pubblicato il 18 maggio 1994 dall'Unità, per la collana "I grandi processi", nel quale si ricostruisce

Pasolini, DOV’È L’INTELLETTUALE? - Tempo n. 32, 6 agosto 1968

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DOV’È L’INTELLETTUALE?

Tempo n. 32, 6 agosto 1968

Pagina 20 e 73



Quanti operai, quanti intellettuali, quanti studenti sono stati morsi, nottetempo, dal vampiro, e, senza saperlo, stanno diventando vampiri anche loro!
E giunto dunque il momento in cui non è più sufficiente riconoscere la borghesia come classe sociale, ma come malattia: ormai, riconoscerla come classe sociale è anche ideologicamente e politicamente sbagliato (sia pure se lo si fa attraverso gli strumenti del più puro 

"Segue a pag. 73"

Pier Paolo Pasolini - La dolce vita: per me si tratta di un film cattolico

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Pier Paolo Pasolini 
La dolce vita: per me si tratta di un film cattolico
(Pier Paolo Pasolini, Filmcritica n° 94 – 1960)
(Il Repotorter, 23 febbraio 1960)
(Oggi in Pier Paolo Pasolini, Saggi sulla letteratura e sull'arte - Meridiani a cura di Walter Siti)


C'è una profonda scissione, nel nostro mondo culturale, tra la critica letteraria e la critica cinematografica. Sembra strano ma il crocianesimo - abolendo la distinzione dei generi e instaurando la sola possibile distinzione tra poesia e non poesia - ha favorito una critica tecnicistica, che implica necessariamente i generi, magari non come distinzioni retoriche, ma come distinzioni stilistiche.

Poiché per i crociani - ossia per i critici borghesi - l'operazione artistica è un dato unico, inimitabile e metastorico, l'esame di un'opera d'arte tende a diventare tutto interno: e quando, con la critica stilistica - che discende per li rami da Croce - l'esame, disperatamente interno, si propone come funzione ultima quella di leggere nell'opera d'arte singola un'intera epoca letteraria, finisce poi per risultare soltanto un contributo a una critica

domenica 6 giugno 2021

Oriana Fallaci, Lettera a Pier Paolo Pasolini - L'Europeo del 14 novembre 1975

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Oriana Fallaci, Lettera a Pier Paolo 

L'Europeo del 14 novembre 1975 

Da qualche parte, Pier Paolo, mischiata a fogli e giornali ed appunti, devo avere la lettera che mi scrivesti un mese fa. Quella lettera crudele, spietata, dove mi picchiavi con la stessa violenza con cui ti hanno ammazzato. Me la sono portata dietro per due o tre settimane, le ho fatto fare il giro di mezzo mondo fino a New York, poi l’ho messa non so dove e mi chiedo se un giorno la ritroverò. Spero di no. Vederla di nuovo mi farebbe male quanto me ne fece quando la lessi e rimasi intirizzita a fissar le parole, sperando di poterle dimenticare. Non le ho dimenticate, invece. Posso quasi ricostruirle a memoria. Più o meno, così: «Ho ricevuto il tuo ultimo libro. Ti odio per averlo scritto. Non sono andato oltre la seconda pagina. Non voglio leggerlo, mai. Non voglio sapere cosa v’è dentro la pancia di

mercoledì 2 giugno 2021

Pier Paolo Pasolini, Lettera dalla Cappadocia. Rubrica il Caos, pubblicata su "Tempo" il 21 giugno 1969.

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Nei primi giorni di giugno 1969, Pasolini inizia le riprese del film Medea. In quei giorni, nella sua rubrica "Il Caos", sulla  rivista Tempo del 21 giugno 1969, scrive:

Lettera dalla Cappadocia.





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martedì 1 giugno 2021

Lettera ad Alberto Moravia - Pasolini, Petrolio.

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Lettera ad Alberto Moravia

   Caro Alberto, ti mando questo manoscritto perchè tu mi dia un consiglio. E un romanzo, ma non e scritto come sono scritti i romanzi [veri] : la sua lingua e quella che si adopera per la saggistica, per certi articoli giornalistici, per le recensioni, per le lettere private o anche per la poesia: rari sono i passi che si possono chiamare [decisamente] narrativi, e in tal caso sono passi