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mercoledì 10 aprile 2013

Delitto Pasolini - I fatti: le indagini e la confessione di Pelosi

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





di Gianni Borgna e Carlo Lucarelli, da MicroMega 6/2005

Una ricostruzione minuziosa, attraverso fatti e testimonianze, di quel 2 novembre 1975 in cui fu ucciso Pasolini, e delle incongruenze delle ricostruzioni ufficiali e ufficiose che vorrebbero spiegare l’omicidio. Fino a questa clamorosa e documentata ipotesi, l’unica che fa andare al suo posto tutti i pezzi del terribile puzzle: un omicidio politico premeditato.



I fatti: le indagini e la confessione di Pelosi

Ore 22.30: piazza dei Cinquecento, a Roma, proprio davanti alla stazione Termini. «Mi trovavo con gli amici Salvatore, Claudio e Adolfo», è Pino Pelosi a raccontare il suo incontro con Pier Paolo Pasolini, quella notte. Adr, c’è scritto sul verbale, A domanda risponde.
Ore 22,30: Pelosi è lì fermo assieme ai suoi amici davanti al chiosco di un bar quando si avvicina un’Alfa 2000 grigio metallizzata. Scende un uomo che va a parlare con uno dei ragazzi, Adolfo. Gli dice: «Ci facciamo un giro?» e Adolfo ride, ma non ci sta. Allora l’uomo si avvicina a Pino e gli fa la stessa proposta. «Vuoi venire a fare un giro con me che ti faccio un regalo?». 
Pino è giovane, ma è «scampanato», come dice lui stesso, non è uno che dorme, capisce la situazione e sa cosa vuole quell’uomo. Però accetta, e sale con lui. 
La macchina si dirige in direzione di via Nazionale. L’uomo chiede a Pino se ha delle particolari preferenze su dove andare, e Pelosi gli risponde di avere fame. Al che l’uomo dichiara di conoscere una trattoria che di solito è ancora aperta a quell’ora.
Pino propone all’uomo di ritornare al bar per prendere le chiavi di casa e della macchina. L’uomo è contrariato, dato che sono ormai distanti dalla stazione, ma alla fine acconsente e torna indietro.
È passata almeno mezz’ora quando i due si riaffacciano dalle parti di piazza Esedra. Pino chiede le chiavi di casa e dell’auto a Claudio, dicendogli che, se avesse fatto tardi, lui avrebbe potuto prendere la macchina, dato che aveva altre chiavi, e che avrebbe potuto lasciarla sotto casa sua, dove lui, Pino, l’avrebbe poi potuta riprendere.
Finalmente i due si indirizzano verso la trattoria Biondo Tevere, dalle parti della basilica di San Paolo, dove l’uomo è conosciuto e sicuramente riapriranno la cucina per lui. E infatti, tutti lo conoscono e lo salutano, perché quell’uomo è Pier Paolo Pasolini, uno famoso, ma Pino non lo conosce, non l’aveva mai visto prima, per lui è soltanto Paolo.
Pino mangia, spaghetti aglio, olio e peperoncino e petto di pollo, Paolo no, beve una birra e gli fa tante domande, vuole sapere chi è, cosa fa, come vive, si interessa, con curiosità, quasi con passione. Restano nella trattoria fino alle 23,30, poi escono, Paolo fa benzina in un self-service e poi prende una strada alberata, verso Ostia, la via Ostiense. Dice a Pino che andranno in un luogo isolato, che faranno qualcosa e che lui gli darà 20 mila lire.
È Pino Pelosi che parla, A domanda risponde. Teniamoci a mente quello che dice, e teniamoci a mente i luoghi. Piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini. La trattoria Biondo Tevere, vicino alla basilica di San Paolo. Via Ostiense, fino all’Idroscalo di Ostia, il luogo appartato. Pino Pelosi, A Domanda Risponde.
Ore 24,00 
L’Alfa 2000 si apparta nel campetto da calcio, vicino alla porta. 
Inizia un rapporto sessuale che però si interrompe. È sempre Pino Pelosi che racconta, A Domanda Risponde.
Pino esce dalla macchina, si avvicina alla recinzione e quell’uomo, Paolo, lo segue. Vuole da lui qualcosa che Pino non vuole fare, e quando Pino si ribella lui diventa violento. Prende un bastone e ha una faccia da matto che gli fa paura. 
La recinzione sta a 20 metri dalla macchina. Pino scappa e quel­l’uomo gli corre dietro. Altri 50 metri. Pino ha un paio di scarpe con i tacchi un po’ alti, come usavano allora, negli anni Settanta, scivola e cade sulla schiena. 
L’uomo lo raggiunge e quando Pino cerca di divincolarsi lo colpisce alla testa col bastone, Pino scappa ancora e l’uomo lo colpisce di nuovo. Allora Pino vede per terra una tavoletta e la rompe sulla testa dell’uomo, poi lo colpisce con due calci al basso ventre, gli afferra i capelli e lo colpisce anche in faccia, con altri due calci, ma niente. 
Pino dice che l’uomo barcolla ma non si arrende, ringhia «ti ammazzo», e colpisce Pino con il bastone. Allora Pino perde il controllo e lo colpisce con la tavoletta finché Paolo non cade a terra.
Poi? Sempre Pino, A Domanda Risponde. 
Scappa verso la macchina portando con sé i due pezzi della tavoletta e il bastone insanguinato, che getta vicino alla rete di recinzione. Poi sale in macchina e scappa con quella. Nell’andarsene sente l’auto sobbalzare, ma non sa perché, sarà un’asperità del terreno, una cunetta, una buca.
Si ferma alla fine della strada ad una fontanella per sciacquarsi dal sangue e poi riparte.
Ore 1,30, lungomare Duilio di Ostia. La gazzella dei carabinieri vede passare l’Alfa 2000, di corsa e contromano, e inizia l’inseguimento.
A Domanda Risponde, sempre le stesse cose, in cinque interrogatori diversi, senza contraddizioni. Tutto chiaro e tutto semplice. Tutto molto verosimile. Pier Paolo Pasolini è stato ucciso da un ragazzo che aveva adescato per avere un rapporto omosessuale a pagamento. Caso chiuso.


Fonte:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/cosi-mori-pasolini/


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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