Bianco e Nero, numero 6, giugno 1964
La trascrizione sotto, è stata fedelmente ripresa dal numero 6, del giugno 1964, di Bianco e Nero. ( Già nei Meridiani Mondadori, a cura di Walter Siti - Pasolini per Il cinema ).
D. (LEONARDO FIORAVANTI): Cercheremo, nel corso della conversazione di dilatare i temi della discussione perché dalle molteplici esperienze di Pasolini come autore, scrittore, poeta, cineasta, potremo avere delle illuminazioni più vaste di quelle ché si possono invece trarre da un artista che abbia svolto la sua attività soltanto nel campo della realizzazione cinematografica.
Pasolini con i suoi film ha sollevato molte polemiche; queste polemiche si sono appuntate a volle sul contenuto, a volte sulla struttura drammatica, a volte ancora sulla evoluzione dei personaggi, i quali sono apparsi questo punto i pareri sono stati davvero contrastanti ad alcuni del tutto privi di ogni contenuto morale, ad altri invece ricchi di un anelito morale Che li riscatta da ogni bassezza. Devo anche dire che i film di Pasolini hanno suscitato molte perplessità in certi paesi stranieri, fra cui debbo annoverare anche l'Unione Sovietica. Ricordo infatti che durante il convegno promosso dall'Associazione Italia-URSS a Roma, nell'ottobre del 1963, quando il discorso cadde sulle nuove correnti del cinema italiano (e naturalmente non poteva non essere ricordato Pasolini), il regista Ciuèrai, che nella generazione nuova del cinema sovietico appare come una forza di rinnovamento
e quasi d'avanguardia, espresse un giudizio piuttosto negativo sui di Pasolini ed in particolare su Accattone, affermando che il mondo pasoliniano non lo interessava trattandosi più di una esercitazione intellettualistica che di una realtà vissuta o sentita. Naturalmente non è che noi chiediamo a Pasolini di dirci una parola a questo riguardo, ma l'argomento potrebbe essere forse
motivo di discussione nel corso del nostro incontro.
Pasolini con i suoi film ha sollevato molte polemiche; queste polemiche si sono appuntate a volle sul contenuto, a volte sulla struttura drammatica, a volte ancora sulla evoluzione dei personaggi, i quali sono apparsi questo punto i pareri sono stati davvero contrastanti ad alcuni del tutto privi di ogni contenuto morale, ad altri invece ricchi di un anelito morale Che li riscatta da ogni bassezza. Devo anche dire che i film di Pasolini hanno suscitato molte perplessità in certi paesi stranieri, fra cui debbo annoverare anche l'Unione Sovietica. Ricordo infatti che durante il convegno promosso dall'Associazione Italia-URSS a Roma, nell'ottobre del 1963, quando il discorso cadde sulle nuove correnti del cinema italiano (e naturalmente non poteva non essere ricordato Pasolini), il regista Ciuèrai, che nella generazione nuova del cinema sovietico appare come una forza di rinnovamento
e quasi d'avanguardia, espresse un giudizio piuttosto negativo sui di Pasolini ed in particolare su Accattone, affermando che il mondo pasoliniano non lo interessava trattandosi più di una esercitazione intellettualistica che di una realtà vissuta o sentita. Naturalmente non è che noi chiediamo a Pasolini di dirci una parola a questo riguardo, ma l'argomento potrebbe essere forse
motivo di discussione nel corso del nostro incontro.