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lunedì 29 luglio 2024

Pasolini, inedito del 1971 - «Che cosa è un maestro?

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



 Pasolini, inedito del 1971


Che cosa è un maestro?


Intanto si capisce soltanto dopo chi è stato il vero maestro: quindi il senso di questa parola ha la sua sede nella memoria come ricostruzione intellettuale anche se non sempre razionale di una realtà comunque vissuta.

Nel momento in cui un maestro è effettivamente e esistenzialmente un maestro, cioè prima di essere interpretato e ricordato come tale, non è dunque un maestro; nel senso reale di questa parola.

Egli viene vissuto: e la conoscenza del suo valore è esistenziale.

Longhi era semplicemente uno dei miei professori all’università: ma l’aula dove insegnava era un posto diverso da tutti gli altri, fuori dall’entropia scolastica.

Esso è escluso e isolato. Al centro di questo ambiente diverso (per ragioni funzionali: la possibilità di proiettare diapositive ecc. ) c’era un uomo che era in realtà veramente un uomo. Voglio dire che l’umanità dei professori suoi colleghi più modesti veniva fuori, grattando in loro la spessa crosta professorale, come fraternità grezza e grossolana, povera umanità diuturna e piccolo-borghese, debole carne (magari fascista). No: Longhi era prima uomo che professore (cioè maestro) proprio perché non c’era niente di professorale da grattare in lui per ritrovarlo: era subito ciò che era, cioè un uomo superiore: era un uomo cioè in quanto superuomo, in quanto idolo, in quanto personaggio da Commedia. Per un ragazzo avere a che fare con un uomo simile era la scoperta della cultura come qualcosa di diverso dalla cultura scolastica. Un professore è un uomo alienato dalla sua professione, un’autorità che nei casi migliori getta la prima maschera autoritaria per scoprire un’altra maschera, quella del modesto travet. La cultura invece mette sulla faccia di un uomo una maschera che vi si incarna e non si può più strappare: maschera misteriosa, com’è appunto misteriosa l’umanità quando si esprime, e non se ne resta ottusa e meschina e vile nel comportamento, nel codice, nella convenzione, nella società. Longhi era sguainato come una spada. Parlava come nessuno parlava. Il suo lessico era una completa novità. La sua ironia non aveva precedenti. La sua curiosità non aveva modelli. La sua eloquenza non aveva motivazioni. Per un ragazzo oppresso, umiliato dalla cultura scolastica, dal conformismo della società fascista, questa era la rivoluzione. Egli cominciava a balbettare dietro al maestro. La cultura che il maestro rivelava e simboleggiava si poneva come alternativa all’intera realtà fino a quel momento conosciuta» 

Pier Paolo Pasolini

inedito del 1971

(Oggi in Saggi sulla letteratura e sull'arte

 Meridiani Mondadori 

a cura di Walter Siti)


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare


Curatore, Bruno Esposito

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