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sabato 20 marzo 2021

Il calcio di Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Marzo ’75: la troupe di “Novecento”, capitano Bernardo Bertolucci,
sfida e batte quella di “Salò o le centoventi giornate di Sodoma”.

Scuro in volto, Pier Paolo Pasolini abbandona il campo.
Perché l’intellettuale più discusso d’Italia al calcio ci tiene parecchio.
Il ritratto di uno scrittore che giocava dovunque, sul set, per strada,
in borgata. E la domenica allo stadio, in prima fila, a tifare Bologna)


Novecento contro Centoventi.


Primavera 1975. Pasolini si è stabilito con la sua troupe all’albergo San Lorenzo di Mantova. In quella provincia, nella villa di Pontemerlano di Roncoferrato, si svolgono le riprese di “Salò o le centoventi giornate di Sodoma“, il suo ultimo film. Un viaggio all’Inferno, al più basso fondo del male, che ogni spettatore si porterà dietro per sempre, niente a che fare con la normale visione di un film,

Quando Pasolini giocava a calcio

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Avete mai visto un gasometro? Dai binari che precedono la stazione di Napoli a Piazza Garibaldi, si può osservare da lontano quel grosso cilindro fatto da una specie di reticolato, che da lontano pare una giostra per adulti, col suo luogo di cerchio chiuso sotto quella enorme struttura di metallo.

Pier Paolo Pasolini, Il calcio e la di-partita finale.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro






STEFANO CORRADINO (DIRETTORE DI ARTICOLO 21)


"Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo” scriveva Pier Paolo Pasolini, fustigatore del nostro mal di vivere, del malcostume, del potere e delle sue macchinazioni. Il grande scrittore e regista deceduto ad Ostia 37 anni fa scrollerebbe rassegnato (e incazzato) le braccia di fronte agli scandali che stanno imperversando nel mondo del calcio. Lui che se non avesse votato la sua carriera alla poesia, al cinema e alla pittura avrebbe fatto il calciatore.

"Ogni volta che sentivamo il rumore di un pallone ci fermavamo e cominciavamo a giocare"

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



"Ogni volta che sentivamo il rumore
di un pallone ci fermavamo e cominciavamo a giocare"


[...] quando i ragazzini s’erano ormai stufati di giocare, un sabato, alcuni giovanotti più anziani si misero sotto la porta col pallone tra i piedi. Formarono un cerchio e cominciarono a fare del palleggio, colpendo la palla col collo del piede, in modo da farla scorrere raso terra, senza effetto, con dei bei colpetti secchi. Dopo un po’ erano tutti bagnati di sudore, ma non si volevano togliere le giacche della festa o i maglioni di lana azzurra con le strisce nere o gialle, a causa dell’aria tutta casuale e scherzosa con cui s’erano messi a giocare...

[...] Tra i passaggi e gli stop si facevano due chiacchiere. “Ammazzete quanto sei moscio oggi, Alvà!” gridò un moro, coi capelli infracicati di brillantina. “‘E donne”, disse poi, facendo una rovesciata. “Vaffan...”, gli rispose Alvaro, con la sua faccia piena d’ossa.

[...] Cercò di fare una finezza colpendo il pallone di tacco, ma fece un liscio, e il pallone rotolò lontano verso il Riccetto e gli altri che se ne stavano sbragati sull’erba zozza. Allora il Roscetto si alzò e senza fretta rilanciò il pallone verso i giovanotti. [...]

Calcio e letteratura: lo sport di Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Senza cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?
Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l'eros, per me il football è uno dei grandi piaceri.

Enzo Biagi intervista Pier Paolo Pasolini,
«La Stampa», 4 gennaio 1973



Il calcio è una metafora della vita. 
Jean-Paul Sartre.

La vita è una metafora del calcio. 
Sergio Givone.

Per Thomas Stearnes Eliot "il calcio è un elemento fondamentale della cultura contemporanea". Per me, che arrivo dal Sudamerica, dal Brasile, il pallone rappresenta un'utopia, un riscatto, una opposizione al potere. Basta leggere Eduardo Galeano: "Per quanto i tecnocrati lo programmino perfino nei minimi dettagli, per quanto i potenti lo manipolino, il calcio continua a voler essere l'arte dell'imprevisto". 
Darwin Pastorin