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giovedì 10 dicembre 2020

Pasolini sulla morte di Togliatti - L'Unità, 22 agosto 1964 - pag. 9

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


L'Unità, 22 agosto 1964


Pasolini sulla morte di Togliatti



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Intellettuali," direttori di giornali, esponenti della cultura, dell'arte, del cinema hanno espresso ieri con larga, commossa partecipazione i loro sentimenti nei confronti della personalità politica e culturale del compagno Togliatti. Telefonate, dichiarazioni, e messaggi sono cominciati a pervenire subito dopo il primo drammatico annuncio della scomparsa di Togliatti. Diamo un primo elenco di queste importanti testimonianze del prestigio che il compagno Togliatti aveva negli ambiti culturali, anche in quelli non strettamente legati al partito comunista o al movimento operaio.

 Il 21 agosto, muore Palmiro Togliatti e il 22 agosto, sulle pagine dell'Unità, Pasolini scrive:

 Non posso veramente dire in poche parole
quello che significa per me la morte di Togliatti. Vuol dire la fine e il principio di un'epoca, la conferma e la delusione di una ideologia, la nostalgia e la stanchezza del passato, la riscoperta e là noia del futuro, la dimostrazione di ciò che non importa dimostrare. 
Se n'è andato dopo aver sempre vinto e non avere mai vinto: amaramente, in fondo, benché con, l'idea cosi radicata del giusto e del bene che può avere solo un trionfatore. E amaramente gli diciamo addio, noi destinati a un'epoca che forse nessuno più di lui avrebbe potuto razionalmente dominare.

L'Unità, 22 agosto 1964 - pag. 9
(Trascrizione dell'art., 
curata da Bruno Esposito)

22 agosto 1964 - pagina 9

Il testo che segue, è tratto da: 

Pasolini su Pasolini
Conversazioni con Jon Halliday
 Uccellacci e uccellini


H. – Ma prenda la morte di Togliatti, ad esempio, che ha una grossa parte nel film: non ha segnato un grosso cambiamento nella vita italiana, per quanto mi è dato capire.

   P. – No, di per sé no, ma è stata il simbolo di un cambiamento. Un’epoca storica, l’epoca della Resistenza, delle grandi speranze nel comunismo, della lotta di classe, è finita. Quello che abbiamo adesso è il boom economico, lo stato del benessere, e l’industrializzazione, che usa il Sud come riserva di manodopera a buon mercato e incomincia perfino a industrializzarlo. Vi è stato un vero cambiamento che ha coinciso grosso modo con la morte di Togliatti. È stata una semplice coincidenza, da un punto di vista cronologico, ma per me andava bene come simbolo.    

   H. – In quel contesto, tuttavia, la cosa più importante è il distacco fra le generazioni, perché il comunismo della Resistenza e l’antifascismo in particolare sono qualcosa che è stato tenuto in vita artificialmente dalla vecchia generazione del Partito: l’antifascismo è qualcosa che costoro avrebbero dovuto superare.    

   P. – Sono d’accordo con lei: il sentimento della Resistenza e della lotta di classe è alquanto sopravvissuto a se stesso, ma questa è cosa che riguarda il Comitato Centrale e la dirigenza del Partito Comunista, cioè un particolare gruppo; mentre Totò e Ninetto rappresentano la massa di italiani che è estranea a tutto questo: gli italiani ingenui che ci stanno attorno, che non sono coinvolti nella storia, che stanno solo acquisendo un primissimo iota di coscienza; è quello che accade quando i due incontrano il marxismo, sotto le sembianze del corvo.    

   H. – Però subito dopo i funerali di Togliatti incontrano la ragazza lungo la strada: cioè, una volta finito il comunismo (o tramontata quest’epoca), subito loro se ne vanno con una donna.    

   P. – No, non è proprio così. La donna rappresenta la vitalità. Le cose muoiono e noi ne proviamo dolore, ma poi la vitalità ritorna: ecco che cosa rappresenta la donna. In realtà, la storia di Togliatti non finisce qui, perché dopo che loro sono stati via con la donna ricompare il corvo. I due compiono un atto di cannibalismo, quello che i cattolici chiamano comunione: ingoiano il corpo di Togliatti (ossia dei marxisti) e lo assimilano; dopo averlo assimilato proseguono per la loro strada, così che anche se uno non sa dove la strada porta, è ovvio che hanno assimilato il marxismo.

”tanto se non lo mangiamo noi se lo mangia qualcun altro”


Curatore, Bruno Esposito

Collaboratori:

Carlo Picca
Mario Pozzi
Alessandro Barbato
Maria Vittoria Chiarelli
Giovanna Caterina Salice
Simona Zecchi

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