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lunedì 14 dicembre 2020

Cialtronata di fascisti contro il Vangelo di Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


(Trascrizione curata da Bruno Esposito)

I premi OCIC e Cineforum al « Vangelo » di Pasolini 

VENEZIA LIDO, 9 settembre.  

Il premio dell'Ufficio cattolico internazionale del cinema è stato assegnato al film « Il Vangelo secondo Matteo -, di Pier Paolo Pasolini, con la seguente motivazione: 

« per aver espresso in immagini d'una autentica dignità estetica le parti essenziali del testo sacro. L'autore — senza rinunciare alla propria ideologia — ha tradotto fedelmente, con una semplicità ed una densità umana, talvolta assai commoventi, il messaggio sociale del Vangelo — in particolare l'amore per I poveri e gli oppressi — rispettando sufficientemente la dimensione divina di Cristo ». 

Al film di Pasolini è stato inoltre assegnato il Premio Cineforum.

L'Unità 10 settembre 1964

(L'Unità 5 settembre 1964)

(La Stampa 5 settembre 1964)


*****

Un «bravo» del cardinale Urbani al giovane interprete di Cristo
« Un po' duro a volte, ma ai bimbi ha saputo sorridere »,
ha detto il Patriarca di Venezia allo studente spagnolo Irazoqui, durante il tradizionale incontro con la gente del cinema -
Poi, rivolto a Pasolini:
«Sua madre nella parte della Madonna, mi ha ricordato la mia, che ha 87 anni »



(La Stampa Sabato 6 settembre 1964)




(Nostro servizio particolare)
Lido di Venezia, 5 settembre.

« Quando poi un regista cerca ben alto il suo modello, in un libro sacro e in una storia umana e divina insieme, l'impresa riveste un impegno tutto speciale, esige un rispetto assoluto alle convinzioni religiose, impone una scrupolosa serietà di intenzione e una consapevole fedeltà di interpretazione. Negli anni della mia giovinezza ricordo l'impressione enorme che fece nel pubblico, colto e non colto, la storia di Cristo scritta da Giovanni Papini. Essa segnava, dopo «L'uomo finito», l'approdo di un'intelligenza superiore al lido della fede cattolica ». 

Queste le parole del cardinale patriarca di Venezia, Giovanni Urbani, rivolte alla gente del Festival del Cinema, invitata all'incontro tradizionale, dai tempi di Angelo Roncalli — Papa Giovanni XXIII — nella Sala dei banchetti del Palazzo patriarcale. C'erano il presidente della Biennale veneziana Mario Marcazzan, c'era il direttore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, Luigi Chiarini. E c'era il regista Pier Paolo Pasolini, con l'interprete del suo film « Il Vangelo secondo Matteo », lo spagnolo Enrique Irazoqui. A Pasolini erano evidentemente rivolte le parole del cardinale Urbani che abbiamo riportate.
Il patriarca ha continuato citando le conversioni diPaolo di Tarso e Agostino di  Tagaste :


« La nostra fiducia nella potenza divina è senza limiti: Paolo di Tarso, Agostino di Tagaste ne sono i capolavori da tutti ammirati... Nell'uno e nell'altro vi fu però un distacco pieno e completo con la vita di ieri ».

Finito il discorso, il cardinale — che aveva parlato in piedi — ha disceso i pochi gradini del trono di velluto rosso ed ha attraversato la sala alto e dritto. Gli è stato presentato anche Pasolini. Il cardinale gli ha detto:


« Ho visto ieri il suo film. Mi è piaciuta molto sua madre. Una vera artista. Ho pensato a mia madre che ha ottantasette anni. Ho pensato che lei deve avere molto amore e molto rispetto per la mamma. Per sceglierla a fare la madre del Cristo ». 

Poi, rivolto a Irazoqui:


« E lei ha interpretato il Cristo, non è vero? Un po' duro a volte, un po' brusco, ma ai bambini ha saputo sorridere. Bravo, bravo! ». 
Adele Cambria
La Stampa
Sabato 6 settembre 1964





Curatore, Bruno Esposito

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