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martedì 3 maggio 2016

Pasolini, una freccia proiettata con la forza della ragione verso il futuro

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Una freccia proiettata con la forza della ragione verso il futuro


"Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana.
E io faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista.

Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.
Probabilmente - se il potere americano lo consentirà - magari decidendo "diplomaticamente" di concedere a un'altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato".


Con "Cos'è questo golpe" Pasolini denunciava analizzando il suo ruolo di intellettuale: sapeva i nomi dei responsabili del disastro politico in Italia, compresi i tentativi dei colpi di Stato e dei golpe falliti. Si trattava di fornire le prove.

Tutto doveva cominciare da un processo ai gerarchi Dc , fidando nell'unica isola che poteva non essere compromessa con il potere, il Pci , per innestare l'implosione di un sistema corrotto. Gli interventi risultano serrati, animati da una cifra di urgenza e di inevitabilità.
Occorreva evitare ogni surrettizio passaggio da un sistema ad un altro camuffato di nuovo al di là dei tentativi onesti di alcuni politici come Moro e Berlinguer, che preparavano il compromesso storico che in realtà non piaceva alle sfere più oscure del potere che lo rivisiteranno per generare definitivamente il mostro neo-liberista e un regime repressivo, falsamente tollerante dell'edonismo consumistico. Dopo la morte di Moro, solo Berlinguer sollevò la questione morale, ma una morte prematura fermò la sua azione politica. La famiglia di Moro non volle aver più a che fare con i vertici Dc.

Pasolini già abbondantemente in anticipo metteva in evidenza le piste stragiste, una in chiave anticomunista e l'altra in chiave antifascista.
Il Poeta stava lavorando ad un romanzo, anti/romanzo in cui forniva le prove dell'apparato del nuovo potere economico il cui impero risaliva all'indomani della Resistenza, con oscure trame sovranazionali di assetto post - bellico.
Il ciclo eschileo di Pasolini ( soprattutto Pilade e Appunti per un'Orestiade africana ) racconta molto della sua utopia politica che non rimaneva solo sostanza letteraria, ma azione di lotta democratica e radicalmente nuova per il nostro Paese. Pasolini è stata una freccia proiettata con la forza della ragione verso il futuro: piaccia o no ai suoi assassini.





Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog

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