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mercoledì 11 novembre 2015

La Rabbia di Pasolini - Il mito di Marylin Monroe

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Il mito di Marylin Monroe


Del mondo antico e del mondo futuro

Era rimasta solo la bellezza

E tu, povera sorellina minore,

quella che corre dietro i fratelli più grandi
e ride e piange con loro per imitarli,
tu sorellina più piccola
quella bellezza l’avevi addosso umilmente
e la tua anima di figlia di piccola gente
non ha mai saputo di averla
perché altrimenti non sarebbe stata bellezza.
Il mondo te l’ha insegnata
Così la tua bellezza divenne sua.
Del pauroso mondo antico
E del pauroso mondo futuro
Era rimasta solo la bellezza
E tu te la sei portata dietro
Come un sorriso obbediente.
L’obbedienza richiede troppe lacrime inghiottite.
Il darsi agli altri troppi allegri sguardi che chiedono la loro pietà.
Così ti sei portata via la tua bellezza.
Sparì come un pulviscolo d’oro.
Dello stupido mondo antico
E del feroce mondo futuro
Era rimasta una bellezza
che non si vergognava di alludere
ai piccoli seni di sorellina,
al piccolo ventre così facilmente nudo.
E per questo era bellezza.
La stessa che hanno le dolci ragazze del tuo mondo
Le figlie dei commercianti
vincitrici ai concorsi a Miami o a Londra.
Sparì come una colombella d’oro.
Il mondo te l’ha insegnata
E così la tua bellezza
Non fu più bellezza.
Ma tu continuavi a essere bambina
Sciocca come l’antichità,
crudele come il futuro.
E fra te e la tua bellezza
Posseduta dal potere
Si mise tutta la stupidità e la crudeltà del presente.
La portavi sempre dietro
Come un sorriso tra le lacrime
Impudica per passività
Indecente per obbedienza.
Sparì, come una bianca colomba d’oro.
La tua bellezza sopravvissuta dal mondo antico,
richiesta dal mondo futuro,
posseduta dal mondo presente
divenne un male mortale.
Ora i fratelli maggiori finalmente si voltano
smettono per un momento i loro maledetti giochi
Escono dalla loro inesorabile distrazione,
e ti chiedono: è possibile che Marylin
la piccola Marylin ci abbia indicato la strada?
Ora sei tu, quella che non conta nulla, poverina,
col suo sorriso,
e tu la prima, oltre le porte del mondo
abbandonato al suo destino di morte.

Sogni di morte
Ah! Figli! Erano mostri le madri
Lente fatalità che si compiono fuori dal mondo
Noi non siamo mai esistiti.
La realtà sono queste forme nella sommità dei cieli

La classe padrona della bellezza
Fortificata dall’uso della bellezza
Giunta ai supremi confini della bellezza
Dove la bellezza è soltanto bellezza.

La classe padrona della ricchezza
Giunta tanta confidenza con la ricchezza
Da confondere la natura con la ricchezza.
Così perduta nel mondo della ricchezza
Da confondere la storia con la ricchezza.
Così addolcita dalla ricchezza
Da riferire a Dio l’idea della ricchezza.
La classe della bellezza e della ricchezza
Un mondo che lascia fuori dalla sua porta
E la classe degli scialli neri di lana
Dei grembiuli neri da poche lire
Dei fazzoletti che avvolgono le facce bianche delle sorelle
Delle attese cristiane
Dei silenzi fratelli del fango e del grigiore dei giorni del pianto
La classe che dà supremo valore alle sue povere 1000 lire
E su questo fonda una vita
pena capace di illuminare
La fatalità del morire


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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