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lunedì 12 ottobre 2015

"PASOLINARIA" - A quarant’anni dall’assassinio di Pasolini, sonata in contrappunto, in chiave di basso di Piero Zucaro il 07-11-2015

"ERETICO & CORSARO"
"PASOLINARIA" 
 A quarant’anni dall’assassinio di Pasolini
Sonata in contrappunto, in chiave di basso
di Piero Zucaro



«…perché ho perduto il destinatario.
Non vedo più con chi dialogare usando
quella sincerità addirittura crudele
che è tipica della poesia.
Ho creduto per tanti anni che un destinatario
delle mie 'confessioni' esistesse.
Mi sono dunque accorto che non esiste».
( Pier Paolo Pasolini: "Quasi un testamento"
pubblicato su Gente il 17 novembre 1975 )



 "PASOLINARIA"
Sabato 07.11.2015, dalle 18 alle 20,
Teatro "A.Rendano" (Sala Quintieri) -CS.
 
 

Il PROLOGO: lo scrittore Pino Sassano che intervista: - Pasquale Voza (prof.emerito di Letteratura-UNIBA),  Bruno Roberti (docente UNICAL-Cinema)  ed altri.

L'EPILOGO: "sonata in contrappunto in chiave di basso" di Piero Zucaro.





A quarant’anni dall’assassinio di Pasolini (2.11.1975), è perlomeno imbarazzante, se non agghiacciante, che alcuni intellettuali nostrani si preoccupino ancora di come si debba interpretare la sua morte, di quale significato allegorico le si debba attribuire, e che abbiano prodotto tanti arzigògoli sulla morte omosessuale, sulla morte sacrificale, sulla morte simbolo ecc., come si trattasse di un testo letterario e non di un omicidio!
Non se ne può pensare nulla finché non si conosce la verità, e se mai la si conoscerà, in un paese come il nostro «… senza memoria. Il che equivale a dire senza storia».
La cultura italiana, anche quella di tradizione marxista, è allergica a quel genere di figura così sbilanciata sulla singolarità individuale, tanto da doverle tessere attorno una specie di cordone sanitario.
 Mi riferisco alla serie di definizioni velenose da cui è stato bersagliato Pasolini nel corso degli anni, anche dopo la sua morte. Definizioni che mirano a delegittimarne la voce, a renderla ideologicamente e artisticamente sospetta. Gli intellettuali di sinistra lo hanno, infatti, definito "populista" (Asor Rosa), "reazionario nostalgico" (Sanguineti e molti altri), affetto da "delirio di onnipotenza" (Fortini).

P.Zucaro




V.R.: (tra il pubblico) 
Idiota!
Cercarmi dei seguaci, inventarmi una cerchia? Io non credo nell’esistenza del tuo mondo,
dove si cercano seguaci, dove s’inventano cerchie.
Sei un cadavere: e mi credi con te in una tomba.
Non sei mai esistito: ora, a un tratto risorto,
fai, parli, minacci: ma sei cadavere di morto. Sei così ipocrita, che come l’ipocrisia ti avrà ucciso,
sarai all’inferno, e ti crederai in paradiso.
Non illuderti: la passione non ottiene mai perdono. Non ti perdono neanch’io, che vivo di passione. 
Non siete mai esistiti, vecchi pecoroni papalini: ora un po’ esistete perché un po’ esiste Pasolini. Ehi voi! Gruppi culturali avanzati della borghesia! Voi che, in massima parte, vi definite "progressisti di sinistra" (compresi quei cattolici che tendono a costituire in Italia una Nuova Sinistra). Voi che tollerate, al vostro interno, quell’élite di sopravissuti al laicismo liberale crociano ed ai radicali, che vi fa da minoranza. A voi, dico: "Il nuovo teatro non è né accademico, (antico o moderno, quello con le poltrone di velluto per intendersi), né d'avanguardia (cantine, vecchi teatri in disuso, ecc., ecc., ecc...). Il nuovo teatro non si inserisce in una tradizione.
[...]
Pasolinaria di P.Zucaro


Sabato 07.11.2015, dalle 18 alle 20,
Teatro "A.Rendano" (Sala Quintieri) -CS.



@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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