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lunedì 22 marzo 2021

Maria Vittoria Chiarelli - Pasolini, "disperata vitalità"

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Pasolini, "disperata vitalità"
Di Maria Vittoria Chiarelli

Pier Paolo Pasolini, intellettuale eretico e corsaro nato nel nostro Paese che egli amò con tutte le sue forze, consumandosi in un lavoro incessante, oltre ogni speranza, senza riserve, affinché recuperasse la sua vera storia per ricostruire una nuova umanità, le cui radici erano state avvelenate da un Potere senza volto, omologante che ha distrutto la vera ricchezza del nostro popolo.


La ricchezza
[...]

Ma in questo mondo che non possiede
nemmeno la coscienza della miseria, 
allegro, duro, senza nessuna fede,
io ero ricco, possedevo!
Non solo perché una dignità borghese
era nei miei vestiti e nei miei gesti
di vivace noia, di repressa passione:
ma perché non avevo la coscienza
della mia ricchezza!


L'essere povero era solo un accidente
mio ( o un sogno, forse, un'inconscia 
rinuncia di chi protesta in nome di Dio..)
Mi appartenevano, invece, biblioteche, 
gallerie, strumenti d'ogni studio: c'era
dentro la mia anima nata alle passioni,
già, intero, San Francesco, in lucenti riproduzioni, e l'affresco di San Sepolcro, / e quello di Monterchi: tutto Piero, / quasi simbolo dell'ideale possesso, / se oggetto dell'amore di maestri, / Longhi o Contini, privilegio
d'uno scolaro ingenuo, e, quindi,
squisito...Tutto, è vero, 
questo capitale era già quasi speso,
questo stato esaurito: ma io ero
come il ricco che , se ha perso la casa
o i campi, ne è, dentro, abituato:
e continua a esserne padrone...

[...]

Ah, raccogliersi in sé, e pensare! 
Dirsi, ecco, ora penso- seduti
sul sedile, presso l'amico finestrino.
Posso pensare! Brucia gli occhi, il viso,
dalle marcite di Piazza Vittorio, 
il mattino, e, misero, adesivo,
mortifica l'odore del carbone
l'avidità dei sensi: un dolore terribile
pesa nel cuore, così di nuovo vivo.
Bestia vestita da uomo- bambino
mandato in giro solo per il mondo,
col suo cappotto e le sue cento lire,
eroico e ridicolo me ne vado al lavoro, 
anch'io per vivere...Poeta, è vero, 
ma intanto eccomi su questo treno
carico tristemente di impiegati, 
come per scherzo, bianco di stanchezza, / eccomi a sudare il mio stipendio, / dignità della mia falsa giovinezza, / miseria da cui con interna umiltà / e ostentata asprezza mi difendo...


Ma penso! Penso nell'amico angoletto,
immerso l'intera mezzora del percorso,
da San Lorenzo alle Capannelle,
dalle Capannelle all'aeroporto, 
a pensare, cercando infinite lezioni
a un solo verso, a un pezzetto di verso.
Che stupendo mattino! A nessun altro
uguale! Ora fili di magra
nebbiolina, ignara tra i muraglioni
dell'acquedotto, ricoperto
da casette piccole come canili,
e strade buttate là, abbandonate,
al solo uso di quella povera gente.
Ora sfuriate di sole, su praterie di grotte
e cave, naturale barocco, con verdi
stesi da un pitocco Corot; ora soffi d'oro / sulle piste dove con deliziose groppe marrone / corrono i cavalli, / cavalcati da ragazzi / che sembrano ancora più giovani, e non sanno
che luce è nel mondo intorno a loro.
[...]
( Pier Paolo Pasolini, da "La ricchezza", in "La religione del mio tempo" ).


Grazie Pier Paolo Pasolini, per quello che sei stato, per quello che continui ad essere per tutti noi, una "disperata vitalità", lanciata con la forza delle idee, inarrestabile nella propulsione benefica del dubbio che sola affranca da ogni uniformità di pensiero e da ogni meschino compromesso.
Voglio immaginarti nei tuoi momenti migliori, a guardare oltre ogni cortina di ferro della storia, a scavalcare le dune delle " Sabaudie " del mondo, insieme a noi, caro fratello e compagno di strada.


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

Grazie per aver visitato il mio blog
 

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