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martedì 13 aprile 2021

L’arcano dei giorni dei morti - Poesia per Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





L’arcano dei giorni dei morti
Poesia per Pasolini
di Jack Hirschman


1
Non ho alcuna speranza alla luce di questo
"intrappolando" nel giorno
in cui morì,
non semplicemente ammazzato, ma - come per tutti quelli
che significano molto più di quello che furono -
come una intera nazione, persino un mondo, -
assassinato, il voto dell'America per rieleggere
una macchina da guerra per continuare a bastonare
e poi passare sopra interi popoli.
E dunque eccolo, uno dei più grandi poeti
italiani, che giace in questa tomba
a Casarsa, una piccola città in Friuli,
da ventinove anni. Sei piccoli allori su
lui e Susanna Colussi, sua madre,
che giace accanto a lui in commovente ironia.
E il suono che fa il dolore quando
cade attraverso se stesso e non tocca
fondo, con la sua tristezza di sangue
e la sua malinconia di mente in un mondo
dislocato, - non nel senso
di non avere uno spinello fra le dita
o seduto in un posto a bere
l'ingiustizia bell'e buona di questi giorni, ma -
volendo dire che una Costituzione comprata e pagata,
con una smorfia e una pistola alla nuca
del mondo, ha fra le altre cose
assassinato di nuovo Pier Paolo Pasolini.
2.
Che serie di Giorni dei Morti a venire!
Persino la sorellina Marilyn, che lui
mise in poesia così magnificamente, è nelle
quinte che rabbrividisce su questo cenotafio che
sto costruendo con piume di pavone azteco
lunghe sei piedi, foto di Marx, Lenin
vicino a una bandiera con falce e martello, Maria
Giuseppe e pure il Bambino Gesù, e Gesù
il Cristo. E ci metto dentro anche Rumi e King,
una montagna di capelli e una piramide
di scarpe. È l'inferno, è l'inferno, è
esattamente l'inferno, è l'inferno che governa il mondo.
Tanti occhi morti, penso che ce ne siano più
che le stelle in cielo, e sono anche qui,
raccolte sulla punta del mio pollice
e indice che tengono questa penna, tutte le stelle
che morirono anni e anni fa. Il mio voto
per corrispondenza è per loro. E Nader l'uno/né l'altro fra
due uomini di guerra. Ha da venì baffone. Ah,
eccoti là! Che sia un gran DeeoDee!
Diodi. O diodi. Ha da venì baffone.
Guarda quello scugnizzo di sei anni, una minuscola
fisarmonica fra le mani, una scatola di cartone
vuota davanti alle sue ginocchia accovacciate,
che canta sulla Farhadija Street alla folla
che passa, e gli unici che si accorgono di lui
sono una guardia della banca che lo fa spostare cinque
metri più in là (e lui ricomincia daccapo),
e un poliziotto che lo sovrasta e lui si alza e
scompare come in un film di Pier Paolo. 3.
Nudo fino alla cintola al sole caldo
su un balcone a Baronissi vicino Salerno, sento
il clop degli zoccoli, poi vedo - affianco alle macchine
che fanno il solito giro intorno alla piazza sottostante -
tredici cavalieri a cavallo, l'ultima è una donna,
qualcuno porta cappelli da cowboy, uno è avvolto
in una bandiera americana, vanno lungo la strada
come una banda di discepoli di Bush. O Giorno dei
Morti domani, quando sarà finita, America,
laggiù, laggiù, dove tutto è aggressione, follia
e abbandono. Che Giorno dei Morti
a venire! Pieno di corpi in tanti angoli roventi
del mondo, pezzi di shahid e le sue (di lui o di lei)
vittime, e le spacconate e le sciocchezze contorte
che cianciano le bocche dei media.
La Costituzione delle armi parla: Vota Guerra!
Vota Bandito per le bande di delinquenti che fanno cagnara
in questo deserto di consumismo. Vota Picchiatore
per continuare a tenere l'assassinio sulle labbra e far fuori quei
pompinari comunisti bastardi. Picchiarli
con mazze 2 x 4, passarci sopra con le loro stesse automobili!
Irrompere nelle case accovacciate, come la pioggia
di proiettili. In mezzo agli occhi. Prima persino che loro...
Ucciderli prima che ci raggiungano... e ci facciano saltare
in aria. Lo Zero dentro lo Zero è completo.
La Sinistra è un incorreggibile gracidio di rana, il guaito di un
cagnolino.
E la Destra è un sole sporco con un grosso occhio nero oleoso.
Ma le ceneri di Pasolini, dalle sue fiamme, lo spirito
in fiamme di Bestemmia sotto terra, le ceneri di Pasolini
si innalzano su ali di fenice di fiamma e urlano:
Bush-shit! Bush-shit! Avanti soldati crasstiani,
che marciano verso la paura. Nel pieno dell'autunno
con i vostri boccali e le bare.
Voi che bombardate e uccidete l'origine stessa dell'umanità,
voi che stracciate verità e stimolate appetiti da avvoltoio
di sangue in questo mondo carogna, ben presto fiuterete
i fiori della Vittoria. La loro fragranza vi incanterà,
irresistibilmente. Con adorazione cadrete in ginocchio per annusarli
e loro vi ringrazieranno esplodendo sulla vostra faccia
morta.
[Traduzione di Raffaella Marzano]


Jack Hirschman è nato il 13 dicembre 1933 a New York nel Bronx, figlio di Stephen Dannemark Hirschman e Nellie Keller. Mentre frequentava ancora il liceo, comincia a scrivere come reporter per il Bronx Times e il Bronx Press-Review. Tra il 1951 e il 1959 completa gli studi al City College di New York e alla Indian University (con una tesi su Joyce).
Nel 1953 Hirschman invia alcuni suoi racconti a Ernest Hemingway, che vive a Finca Vija a Cuba. Hemingway gli risponde incoraggiandolo a continuare a scrivere e gli suggerisce di leggere Stephen Crane, Guy de Maupassant, Ambrose Bierce, Gustave Flaubert e il primo Tomas Mann. Anni dopo, in seguito alla morte di Hemingway la Associated Press ne diffonde la lettera che viene pubblicata sui giornali di tutto il paese compreso il New York Times, come “Lettera a un giovane scrittore”.
Nel 1954 sposa Ruth Epstein una compagna di classe del City College, dalla quale ha due figli, David nel 1956 e Celia nel 1958 e dalla quale si separa nel 1972 e divorzia nel 1974.
Professore di inglese alla UCLA di Los Angeles dal 1961 al 1966 ha fra i suoi studenti Gary Gach, Steven Kesslerm, Max Schwartz e Jim Morrison. Fra il 1964 e il 1965 grazie a una borsa di studio della UCLA fa il suo primo viaggio in Europa nel quale visita Parigi, la Grecia e l’Inghilterra dove Asa Benveniste, della Trigram Press pubblica Yod. È l’inizio della tendenza cabalistica nel lavoro di Hirschman che riapparirà nelle decadi successive.
La guerra del Vietnam comincia nel 1965 mentre Hirschman è in Europa. Tornato negli Stati Uniti riprende l’insegnamento alla UCLA e dà vita ad una serie di proteste e manifestazioni contro la guerra. Fra le altre cose comincia ad attribuire la “A” (corrispondente al voto più alto) a tutti gli studenti passibili di arruolamento per aiutarli a sfuggire alla guerra. Per questa attività definita “contro lo Stato” viene licenziato dalla UCLA nel 1966.
Rimane in California stabilendosi a Venice dal 1967 al 1970 dedicando tutto il suo tempo a scrivere, tradurre e dipingere. Inizia una collaborazione con David Meltzer che pubblica nella rivista Tree diverse sue traduzioni cabalistiche.
Nel 1972 traduce e pubblica Un Arc-en-ciel pour l’Occident chrétien di René Depestre. L’opera dello scrittore haitiano lo conduce definitivamente al marxismo.
Negli anni 1972-1980, quando ormai vive a North Beach, San Francisco, continua a scrivere e tradurre poesia contemporanea, impara il russo e – dopo un anno di traduzioni quotidiane – prende a scrivere poesie in quella lingua. Questa esperienza prosegue fino al 1987.
Dal 1980 si unisce al Communist Labor Party e lavora come attivista culturale con un gruppo di poeti fra cui Luis Rodriguez, Michael Warr, Kimiko Hahn, Sarah Menefee, Bruno Gullì, fino al volontario scioglimento del gruppo nel 1992.
Dopo un periodo di transizione, nel 1994, diventa membro della League of Revolutionaries for a New America e contribuisce al suo giornale “People’s Tribune”.
Durante gli anni ‘80, dirige Compages, una rivista internazionale di traduzione di poesia rivoluzionaria. Poeti di tutto il mondo vengono tradotti in americano da un gruppo di poeti e traduttori, e poeti americani vengono a loro volta tradotti in altre lingue. La rivista viene spedita in 50 paesi a gruppi rivoluzionari e ad organizzazioni culturali. In quel periodo Hirschman pubblica l’unica antologia di poesia albanese degli anni comunisti che sia mai stata pubblicata negli Stati Uniti, Jabishak.

È stato in contatto fin dalla metà degli anni ’50 con i poeti della beat-generation (alla quale è stato a volte associato) dai quali però si differenzia subito proprio per le sue posizioni politiche. Pur amico di Allen Ginsberg, Gregory Corso, Bob Kaufman e di tutti gli altri poeti beat, dissente da quella che ritiene una rivoluzione “borghese”, fatta di droghe e misticismo orientale, mentre si sente più vicino politicamente e culturalmente ai movimenti radicali afroamericani (Black Panther Party e tra i poeti Amiri Baraka).

Nel 1972 Hirschman comincia a scrivere i suoi poemi lunghi che chiama Arcanes. Negli ultimi 32 anni ne ha scritti 119 per lo più inediti. Negli ultimi anni alcuni di essi sono stati pubblicati dalla rivista Left Curve edita e diretta da Csaba Polony. Hirschman descrive gli Arcanes come la trasformazione dialettica materialistica di materiali spesso alchemici o mistici. Essi si sforzano di portare avanti il significato spirituale del pensiero e del sentimento dialettico in un senso personale e politico.
Gli Arcani, anche quando toccano temi personali (come nell’Arcano per suo figlio David, morto a 25 anni per un linfoma nel 1982), hanno sempre a che fare con le trasformazioni politiche e sociali. Negli ultimi anni il suo impegno ci ha dato opere di struttura e coscienza politica e poetica che servono all’anima da baluardo contro l’ondata di caos e fascismo che sta divorando lo spirito umano.

Ha pubblicato più di 100 libri e opuscoli di poesia, e saggi e traduzioni da nove lingue. Fra i suoi libri di poesia più importanti: A Correspondence of Americans (Bloomington: Indiana University, 1960), Black Alephs (Trigram Books, New York/London, 1969), Lyripol (City Lights Books, San Francisco, 1976), The Bottom Line (Curbstone Press, Willimantic, 1988), Endless Threshold (Curbstone Press, Willimantic, 1992), Front Lines (City Lights Books, San Francisco, 2002), I was Born Murdered (Sore Dove Press, San Francisco, 2004).

Nella sua intensa opera di traduttore troviamo autori come: Majakovskij, Roque Dalton, Pier Paolo Pasolini, Rocco Scotellaro, Paul Laraque, Paul Celan, Martin Heidegger, Pablo Neruda, René Char, Stéphane Mallarmé, Alexei Kruchenykh, Ismael Ait Djafer, Alberto Masala, Ferruccio Brugnaro. È stato anche curatore e traduttore nel 1965 della prima importante antologia di Antonin Artaud pubblicata negli Stati Uniti da City Lights Books, opera che avrà un’influenza grandissima su molti intellettuali, scrittori, gruppi teatrali (su tutti il Living Theatre). Ha rivelato una sensibilità particolare traducendo e pubblicando diverse poetesse: Sarah Kirsch (Germania), Natasha Belyaeva (Russia), Anna Lombardo e Lucia Lucchesino (Italia), Katerina Gogou (Grecia), Luisa Pasamanik (Argentina), Ambar Past (Mexico).

Il rapporto di Hirschman con l’Italia è di lunga data. La poesia che dà titolo al suo primo libro, A Correspondence of Americans, fu pubblicata nella rivista Botteghe Oscure, a Roma nel 1958, due anni prima della sua pubblicazione negli Stati Uniti. Nel 1980 è in Sicilia per la pubblicazione bilingue della sua traduzione di Yossyph Shyryn del poeta siciliano, Santo Calì. Nel 1990, una versione italiana del suo libro di poesie militanti, The Bottom Line, curata da Bruno Gullì, è pubblicata dall’Editoriale Mongolfiera di Bologna con il titolo: Quello Che Conta. Nel 1992 comincia un tour in Italia, dando origine ad un sodalizio con la Multimedia Edizioni e la Casa della Poesia di Baronissi/Salerno, con il libro Soglia Infinita, tradotto ancora da Bruno Gullì. Questa collaborazione continua nel 2000 con la pubblicazione della prima raccolta di Arcani, tradotti da Raffaella Marzano (che ha anche revisionato e dato corpo unico ad altre traduzioni di Anna Lombardo e Mariella Setzu) che ha poi continuato a proporre le opere di Jack Hirschman in Italia.
Hirschman è stato tra i primi poeti di livello internazionale ad aderire al progetto di Casa della poesia, di cui è uno dei più assidui collaboratori e frequentatori, partecipando a molti dei suoi Incontri internazionali (Salerno, Napoli, Baronissi, Amalfi, Pistoia, Trieste, Sarajevo).
È spesso accompagnato da sua moglie, la poetessa e pittrice anglosvedese Agneta Falk, sposata nel 1999.

Nel 2002 la Before Columbus Foundation attribuisce a Jack Hirschman l’American Book Award for Lifetime Achievement. La motivazione del premio, scritta dal poeta e scrittore, David Meltzer, recita tra l’altro: “Jack Hirschman è una figura incredibilmente presente e tuttavia nascosta nella politica culturale e nella vita della poesia americana. Straordinariamente prolifico – ai più alti livelli dell’impegno artistico e del coinvolgimento attivo – il suo lavoro è generoso, aperto, e profondamente critico. La sua critica non è mai banale o inefficace ma ha immensa profondità. La sua opera maggiore – Arcani – si inserisce nella scia dell’epica moderna dei Cantos di Pound, di Paterson di William Carlos Williams, di The Maximum Poems di Charles Olson e delle Letters To An Imaginary Friend di Thomas McGrath. Instanca-bile lavoratore per la giustizia sociale e la libertà artistica. Noi siamo onorati nel dare riconoscimento alla sua opera e alla sua vita, ed egli onora e sfida la nostra opera e le nostre vite.”

Nel 2006 la città di San Francisco gli ha attribuito il riconoscimento di “poeta laureato” e in maggio ha ricevuto a Reggio Calabria il prestigioso Premio "Città dello Stretto". Infine a giugno sarà pubblicato (sempre dalla Multimedia Edizioni, in inglese), in un grande volume (1000 pagine), l’intero corpus degli Arcani.

Fonte:
http://www.zam.it/biografia_JACK_HIRSCHMAN


@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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