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venerdì 15 marzo 2013

Accattone tra le borgate - Pasolini e il cinema


"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

 


Accattone tra le borgate - Pasolini e il cinema


Ah, ah, ah! Ciài 'na fortuna, nei piedi te! Perchè no la sai sfruttà... Er DDT ammazza le mosche ma che je fà, te co' la puzza tua ammazzi pure i cavalli!


A Roma nelle borgate degradate alla periferia della città vive Vittorio Cataldi detto “Accattone”, nulla facente e protettore di una prostituta: Maddalena. Quando la ragazza verrà arrestata l’unica speranza di sopravvivenza per Vittorio diventa sostituire Maddalena con una nuova ragazza; Stella …..
Sì! Te vai pe' strada! Ma falla finita!... Ormai ho deciso che ce penso io a te! Basta! Tu devi stà a casa! Quando me metto in testa 'na cosa io dev'esse quella! O il mondo m'ammazza me, o io ammazzo lui!
Girato fra le baracche delle borgate alla periferia della capitale, brulicanti di un’umanità varia e pronta a tutto per sopravvivere; “Accattone” narra la vita di uno di questi spiantati e forse del più spiantato di tutti questi ragazzi di vita le cui sorti erano tanto care al regista e scrittore di origini bolognesi. Autore di un’efficacia fuori dal comune, capace di narrare quella parte di umanità ai margini di una capitale brulicante di possibilità, siamo agli albori del boom economico, ma che al tempo stesso degli echi di quelle possibilità potè raccogliere solamente i resti a causa un istinto di conservazione che non permette a Accattone di ricrearsi una vita professionale normale, in grado di levargli di dosso quella polvere da troppo tempo respirata e incollatagli addosso come una seconda pelle.Il film rappresenta il primo tentativo, ben riuscito e ultra premiato sia da critica che da pubblico, ma solo a lunga scadenza, di portare al cinema una summa dei due romanzi di Pasolini : “Ragazzi di Vita” (1955) e “Una vita violenta” (1959). 
M'è successo che so' 'no stronzo! Ecco quello che m’è successo! Me so' ito a ammazzà, pe' mille lire! Gesù Cri sto nun me poteva fà venì un colpo stamatina quando so' uscito da casa...
Il risultato fu così sconcertante da allarmare la censura, la quale colpì l’opera sino a farla ritirare dalle sale; inoltre per chi credeva che la ricostruzione post-bellica fosse riuscita a completare la prima fase di imborghesimento della popolazione italiana, le giornate al bar di Franco “Accattone” Citti divennero un colpo alla bocca dello stomaco dal quale era difficile riprendersi facendo gridare allo scandalo ai ben pensanti dell’epoca sino a un’aspra critica nel corso della mostra del Cinema di Venezia.
L'Unità, 31 dicembre 1961

Le vicende sono altresì narrate senza sovrastrutture molto, anzi troppo, care al cinema contemporaneo ma aiutandosi esclusivamente con i luoghi più cari dell’immaginario Pasoliniano: le borgate fra l’Appia antica e il ponte Testaccio e grazie all’imprescindibile apporto dei volti degli stessi ragazzi veramente provenienti da queste realtà marginali perché: “…..solamente questi ragazzi possono rappresentare loro stessi e nessun altro….“.Il film, non senza difficoltà: Fellini rinunciò alla produzione all’ultimo momento preoccupato dell’inesperienza di Pasolini; venne girato quasi contestualmente alla seconda opera di Pasolini: “Mamma Roma” che fece incontrare il regista con la prima vera diva dello star system romano; quell’Anna Magnani che di primissimo impatto non piacque a Pasolini, a causa dell’impossibilità d’incanalarne le capacità artistiche, di plasmarne la bravura scenica e di renderla credibile nelle vesti di una prostituta. A distanza di anni, ma quasi immediatamente, lo stesso regista dovette ricredersi: La Magnani divenne non solo Mamma Roma ma con ogni probabilità l’attrice Pasoliniana per eccellenza.



L'Unità,14 ottobre 1061

Il film fu vietato ai minori di 18 anni, anche se non esisteva una legge che poneva tale limite (esisteva solo quello di 16 anni).
La commissione di censura richiese queste modifiche:

Prima frase incriminata:

«Tutte le mamme di famiglia in quelle condizioni lo farebbero, anche mia madre lo farebbe», dice Accattone a Stella quando la ragazza gli confessa che la madre ha fatto la prostituta per mantenere i figli. La correzione proposta è: Anche altre mamme di famiglia lo avrebbero fatto, anche mia madre avrebbe potuto farlo.»
Seconda frase incriminata:

«Artro che porelle quelle sso dritte, buscheno dae venti ae trentamila al giorno», risponde Accattone a Stella quando la ragazza, alla visione delle prostitute, esclama:«Porelle!». Il censore vuole che venga eliminato il riferimento alla “lucrosità” della professione.
Terza frase incriminata:

«Ma tiè – dice Amore indicando i suoi gioielli nella scena della balera -, questi l’ho fatti coi soldi vostri. Io coi soldi vostri me compro scarpe da dodicimilalire». Il censore consiglia di ridurre il prezzo delle scarpe a tremilacinquecento.Quarta frase incriminata: «Dovrai attaccarle [le mutande] al chiodo, sei vecchia». Viene richiesto di sostituire mutande con sottana.
L’anteprima romana del film ha luogo il 22 novembre al cinema Barberini. Un gruppo di giovani di destra lancia bombette fetide in sala e boccette d’inchiostro contro lo schermo. Nascono tafferugli fuori e dentro la sala che rendono necessario l’intervento della polizia . Il giorno successivo le proiezioni vengono effettuate con la scorta.



l'Unità, 17 ottobre 1961

L'Unità,10 dicembre 1961

L'Unità, 15 ottobre 1962



@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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