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giovedì 1 novembre 2012

Mamma Roma. Sognando un riscatto sociale che non arriverà mai

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Mamma Roma. Sognando un riscatto 
sociale che non arriverà mai

di Chantal Castiglione - 23 Luglio 2012

Per Mamma Roma non esiste un futuro, nessun riscatto sociale. 
Il film di Pasolini può essere visto come una metafora della società italiana,
dove la voglia di emancipazione non viene mai concretizzata effettivamente,
ma si rimane sempre succubi

L'altro giorno in tv ho visto per la prima volta il film di Pier Paolo Pasolini "Mamma Roma" (1962), film capolavoro con una magnifica Anna Magnani nel ruolo della protagonista e me ne sono subito innamorata. Non sto qui a raccontarvi la trama e anzi per chi non lo avesse ancora fatto consiglio di vederlo. La Magnani eccelsa, sempre credibile in qualsiasi ruolo, coinvolgente, narratrice a suo modo del suo tempo. Mi ha colpito molto il fatto che Mamma Roma, secondo il mio parere, può essere visto come legato, anzi in stretta contiguità con il cinema neorealista sviluppatosi in Italia nel secondo dopoguerra. Degno erede di film come: Roma città aperta di Rossellini (con Anna Magnani), Ladri di biciclette di De Sica e tanti altri...
Le scene, i personaggi, l'ambientazione, le denunce riportate nella narrazione, mi riportano a quel genere di film. Una sorta di tardo neorealismo. Così come i neorealisti raccontavano la società italiana durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, così Pasolini in questo film racconta una parte della società italiana, in questo caso romana, di un'Italia sottoproletaria che, dopo tante vessazioni, sogna un avvenire più prospero. Mamma Roma può essere considerato come un vivo affresco della periferia sottoproletaria romana, come già detto: Roma sogna e si batte per riscattarsi socialmente, dare una casa decente e un futuro migliore al figlio Ettore, che per lei equivale ad una vita da piccolo-borghese. La protagonista altro non è che una prostituta, suggestive sono le scene in cui lei cammina sul viale, tutto buio intorno. In quelle scene esplode tutta l'interiorità della protagonista, amare riflessioni di una vita vissuta ai margini. E poi c'è Ettore, il figlio di Roma, che non s'integrerà mai nel mondo piccolo-borghese sognato dalla madre anzi nella famosa scena con la motocicletta afferma: "I signorini so' tutti stupidi, nu i posso vede', sti fiji de papà, perchè c'hanno 'n po' de grana 'n saccoccia se credono de esse' quarcuno". Egli dopo aver scoperto il mestiere della mamma si dà ai furti, durante uno di questi nell'ospedale verrà arrestato e morirà in carcere. Con Ettore muore il futuro, la speranza, la voglia di riscatto e di cambiamento, così come sono morti il futuro, la speranze, la voglia di riscatto e di cambiamento di molti italiani, scippati di tutto anche della propria vita. Per Mamma Roma non esiste un futuro, nessun riscatto sociale. Il film può essere visto come una metafora della società italiana, quindi, dove la voglia di emancipazione non viene mai concretizzata effettivamente, dove si rimane sempre succubi, dove c'è chi decide per te e non puoi fare nulla per opporti (per Mamma Roma ci pensa Carmine), dove ogni sussulto di cambiamento richiede una contropartita non affatto trascurabile, dove, dopo un momento di pseudo libertà, ci si ritrova più schiavi e più sottomessi di prima, dove il futuro viene rinchiuso in carcere e lasciato morire in completa solitudine. Ecco per me questo è il significato del film Mamma Roma.

Fonte: Cado in piedi

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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