"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Eretico e Corsaro
L’evoluzione della donna dovrà portare necessariamente a quella libertà più o meno gratuita di cui gode l’uomo nella nostra attuale società, oppure esistono, per le rappresentanti del cosiddetto «sesso debole», delle limitazioni imposte dal differente ordine fisiologico? E più precisamente: la donna dovrebbe sentirsi autorizzata a comportarsi come un uomo, o avere un limite di carattere morale che, nel caso, si potrebbe definire «squisito»?
Marco Berba – Vercelli
La donna non è uomo. Quindi quando si dice che la donna, in qualsiasi campo, ha gli stessi diritti dell’uomo, s’intende che questi diritti vanno dimensionati alle possibilità diverse dei due diversi sessi. È difficile immaginare una donna che fa il facchino. Ciononostante si può tranquillamente enunciare che la donna ha lo stesso diritto dell’uomo a fare il facchino.
Nel campo sessuale le caratteristiche «sentimentali» dell’uomo e della donna sono diverse. In parole molto semplici: il maschio è caratterizzato dalla ricerca, la femmina dall’attesa. È difficile immaginare una ragazza che, montata in lambretta, vada in cerca di maschi, come è difficile immaginare un giovanotto che passi la domenica seduto sul muretto del ponticello ad aspettare che delle femmine lo cerchino.
Anche se dotata della massima libertà sessuale, che teoricamente la eguaglia totalmente all’uomo, la donna non potrà prescindere dai suoi caratteri sessuali e sentimentali, dominati da quella «squisitezza» che lei dice. Soltanto che questa «squisitezza» non sarà più un mito, una rivalsa della repressione sessuale a cui, in tante zone della società moderna, la donna è ancora costretta: ma un dato biologico cosciente.
Pier Paolo Pasolini