"Le pagine corsare "
dedicate a Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
A un'ora e cinquanta da New York
Tempo, 3 maggio 1969
pag. 12
( Questo scritto di Pasolini, fa parte della rubrica Il Caos - ma nel volume dedicato ai dialoghi ( Il Caos), non lo troverete)
( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )
...In questa quinta soglia
- dell'albero che vive della cima
- e frutta sempre, e mai non perde foglia.
- Perché viene la disperazione non alla quinta soglia
- ma a undicimila metri d'altezza. Basta
- scherzare su me stesso: cosi non si va avanti.
- C'é poco da ridere, e proprio non ci voleva
- dopo quarant'anni, questa riscoperta dell'umorismo.
- Ma non c'é nulla da: tutto dipende
- dal fatto che non sono abbandonato
- dai miei genitori nel deserto.
- Perché, padre, madre, non mi avete riservato il destino degli orfani? Eh?
- Sento il profumo delle vallette senza erba.
- Non sarei mai stato un sacerdote,
- ricattatore, che grida come rivelazioni
- nozioni ragionevolmente comuni alla sua cerchia:
- perciò non vedo le pietre e i pietroni come ideogrammi, io.
- Vedo le pietre vere, dei monti di Idria.
- E' perciò, e perciò
- per non essere stato orfano,
- che ora apprendo a "sorridere" di me stesso,
- come usano fare le autorità.
PIER PAOLO PASOLINI
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