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martedì 20 maggio 2025

Pasolini, PESSIMISMO E SORRISI - Tempo, 25 ottobre 1969, pag. 27

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pasolini
PESSIMISMO E SORRISI

Tempo

25 ottobre 1969

pag. 27

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Vedi anche:

Ci sono considerazioni da fare, e si fanno. Per esempio, questa di Arbasino da Francoforte, a proposito della «Fiera del libro», sul «Corriere della Sera»: «Infine, l’assemblea della contestazione, una volta installata nell’ambito dell’istituzione contestata, ne imita le strutture e ne diventa un organo. Ne diventa inoltre attrazione e spettacolo. Daniel Cohn-Bendit non può non accorgersene subito, e arriva piuttosto arrabbiato a sostenere che bisogna darsi altre strutture e altre istituzioni, non già infiltrarsi in quelle vilipese, o peggio ancora imitarle nella burocrazia e nella pedanteria. Ma a questo punto, facendo della contestazione nella contestazione, diventa lui stesso spettacolo nello spettacolo, e la gioia degli operatori della televisione è pari soltanto a quella dei visitatori che hanno pagato solo quattro marchi di biglietto».

Scusa, Pasolini - Tempo, 29 novembre 1969 - pag. 28

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Eretico e Corsaro

Scusa, Pasolini

Tempo

29 novembre 1969

pag. 28

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Scusa, Pasolini

ma allora - mi riferisco a "Pessimismo e sorrisi" (Il caos-Tempo n. 43: « ... l'accettazione del mondo cosi com'è, col suo ordine ineluttabile, la sua ombra paterna, la sua lotta fraterna, le sue lotte da rispettare come un male crudele ma necessario, il suo fascino secolare... ») la gente dotata di comune buon senso è tutta fascista?! 

Nel caso volessi rispondermi ti pregherei di usare un linguaggio convenzionale (forse per te sarà atroce). Da anni vivo all'estero e, purtroppo, il mio dizionario italiano è rimasto a casa. 

Sergio Latorraca 

Gentile Latorraca, 


una piccola precisazione terminologica: il "senso comune" è una cosa, il "buon senso" è un'altra. Il "senso comune" è un dato oggettivo, che si potrebbe desumere da statistiche fatte bene. E' una media delle idee sulla realtà, una "visione del mondo" che vige in un dato momento, in una data società, e che solo se usata astrattamente, fuori dalla razionalità delle statistiche, può essere un dato errato e pericoloso (cfr. il "comune senso del pudore" del Codice penale fascista, per es.). Il "buon senso", invece, è solamente un'astrazione, assolutamente non afferrabile dalle statistiche e dalla ragione: esso è quindi sempre pericoloso e terroristico. Esso è, in una parola, il "qualunquismo che si promuove a visione del mondo", facendosi bello della semplicità dell'uomo. E' una delle operazioni più nefande delle "società

Pasolini, Distinzione - Tempo, 10 gennaio 1970 - pag. 23

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Eretico e Corsaro



Pasolini
Distinzione

Tempo

10 gennaio 1970 

pag. 23

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


In ugual misura 

Caro Pasolini, 

posso accettare la differenza fra "senso comune" e "buon senso" ma non capisco la tua avversione per l'uomo medio (nè posso necessariamente identificarlo col fascista o col qualunquista) . 

Raggiunta una certa maturità mi sembra naturale aderire alle regole del gioco e cercare di passare nel migliore dei modi attraverso la nascita alla maturità di cui sopra e la morte: gioie, dolori, amori, ambizioni, realizzazioni, eccetera. 

Pasolini, Caro uomo medio - Tempo, 10 gennaio 1970 - pag. 23

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dedicate a Pier Paolo Pasolini

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Pasolini
Caro uomo medio

Tempo

10 gennaio 1970

pag. 23

( © Questa trascrizione da cartaceo, è stata curata da Bruno Esposito )


Vedi anche:

 MEDIAMENTE

Egregio Signor Pasolini, sono un lettore di «Tempo», un lettore non assiduo ma comunque sempre lettore. Ho letto nel numero 48 del 29 novembre la sua risposta al signor Sergio Latorraca che tra l’altro non so chi sia, né tutto sommato, al momento, mi interessa saperlo. Le scrivo due righe che forse lei non leggerà neppure, e anche questo è probabile mi interessi relativamente.

La realtà è che sento il bisogno di rispondere per una questione interna, di principio quasi, in ordine alle sue considerazioni circa i pericoli derivanti dall’uomo medio (che secondo lei deve necessariamente, sia pure a livello di inconscio, essere fascista), Io sono appunto un uomo medio (antifascista), un uomo che lavora mediamente 8-9 ore al giorno, che entra in ufficio alle 8 (con una tolleranza di circa 10 minuti) e dal quale ne esce verso le 19, salvo l'intervallo del pasto.