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martedì 31 gennaio 2023

Pier Paolo Pasolini, biografia breve - 1970, «Ci sono dei vecchietti allegri, io sarò uno di quelli»

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Epoca, 18 - 10 - 1970 - numero 1047


 Pier Paolo Pasolini
biografia breve
1970
 «Ci sono dei vecchietti allegri, io sarò uno di quelli»

"L'ora è confusa e noi come perduti la viviamo".


Insieme a Dacia Maraini, Maria Callas e Alberto Moravia, fa un viaggio in Africa: Dakar, Abidjan, Mali. 

La seguì a Parigi - lei venne a Roma. Con lei, Moravia e Dacia, in quattro, compì un viaggio in Africa, fra il dicembre 1970 e il gennaio 1971. La chiamava: «Uccellino con potente voce d’aquila / e aquila tremante».


«Vado in Africa a dicembre, venite con me?»
Dall'inverno del '68 al biennio '69-'70, Pasolini effettuò numerose riprese in Uganda, Tanzania e Tanganika e all'Università Roma “La Sapienza” (instaurando in quell'occasione un dialogo con alcuni studenti africani)


Ho pianto di vere lacrime, davanti a 
un idoletto della tribù Baule, fatto di 
legno e filamenti vegetali; ho pianto 
perché quello era il piccolo nume 
contadino del Lazio di Turno. 
Lacrime su un mondo perduto 

anche nelle sue ultime propaggini. 


Regia:  Pier Paolo Pasolini

Fotografia:  Giorgio Pelloni;

Commento:  Pier Paolo Pasolini;

Musica:  Gato Barbieri;

Montaggio:  Cleofe Conversi, Pier Paolo Pisolini;

Produzione:  Gian Vittorio Baldi per IDI Cinematografica;

Distribuzione:  Cineteca di Bologna; origine: Italia, 1970;

Durata:  55’.


Uno dei più belli di Pasolini. Mai convenzionale, mai pittoresco, il documentario ci mostra un’Africa autentica, per niente esotica e perciò tanto più misteriosa del mistero proprio dell’esistenza, coi suoi vasti paesaggi da preistoria, i suoi miseri villaggi abitati da un’umanità contadina e primitiva, le sue due o tre città modernissime già industriali e proletarie. Pasolini ‘sente’ l’Africa nera con la stessa simpatia poetica e originale con la quale a suo tempo ha sentito le borgate e il sottoproletariato romano.
(Moravia, 1971)  


 Tornato dal viaggio africano, lo attende una lettera di Nicola Cattedra, il nuovo direttore di «Tempo», che lo informa di non aver pubblicato il suo pezzo in quanto i temi affrontati, «specificamente politici». Dopo un ultimo articolo, che appare il 24 gennaio, la collaborazione con il settimanale Tempo, presso il quale scriveva per la rubrica "Il caos", si interrompe.

lunedì 30 gennaio 2023

Pier Paolo Pasolini, A li scopini - Appunti per un romanzo sull'immondizia, 1970.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
A li scopini

Appunti per un romanzo sull'immondizia
Appendice a Trasumanar e organizzar
1970.


Vorrei dirvi di una giornata di sole
che splendette nell’Aprile del 1970 su Roma:
gli scopini stavano a casa loro.
Stiamo qui, a casa nostra, in borgata:
il nostro interprete sa tutto di noi, l’unica
differenza sta nel fatto che lui -
chi parla per noi - si trova davanti al fatto inesprimibile,
ch’esser scopino è un gran mistero.
Nessuno sa né dove né quando
viene ‘sta vocazione.

giovedì 19 gennaio 2023

Pasolini: Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con metodi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù... - Vie Nuove, n. 42, 28 ottobre 1961

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro 


 POESIA, CINEMA, POLITICA

Vie Nuove, n. 42, 28 ottobre 1961


Caro signor Pasolini, ho capito quanto lei dice su D’Annunzio e, in linea di massima, condivido le sue opinioni. Tutta quella caterva di parole sia pure infilate con un certo virtuosismo, mi è stata ostica sempre e pesante. Magnifico è quanto lei dice: «fascismo e poesia non possono mai coincidere». Perché la poesia è amore fra gli umani. Nel fascismo invece, tale nobile sentimento è sconosciuto. Mi dica: le piace il Pascoli? A me, sì. Un po’ troppo rassegnato ma dignitoso, umano. Sul «Paese», poi, ho letto la recensione delle sue ultime poesie. Le hanno fatto l'appunto di «decadente». Io non ho letto le sue poesie (coi quattro soldi della pensione riesce sempre più difficile comperarsi qualche libro), ma dai brani riportati su «Vie Nuove», l’accusa non mi pare giusta. Ho visto La giornata balorda e l’ho apprezzato. Il problema però è un altro: le cose che quel film dice le sanno anche coloro che fingono di ignorarle. Passo all’ultimo argomento. Lei, una volta, mi ha dato un dispiacere, criticando Stalin. Io non mi sono mai creata dei feticci, so che Stalin era soltanto un uomo e, come tale, poté sbagliare. Anzi, avrà certamente sbagliato ma ciò che di positivo ha fatto quell’uomo ha avuto un peso rilevante nella storia contemporanea. 

mercoledì 18 gennaio 2023

Pier Paolo Pasolini: Può educare solo chi sa che cosa significa amare... - Tratto da Romàns a cura di Nico Naldini © 1994 Ugo Guanda Editore S.r.l

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Pasolini insegnante a Valvasone - 1942

Pier Paolo Pasolini
Può educare solo chi sa che cosa significa amare... 

(Invito alla lettura)

Tratto da Romàns a cura di Nico Naldini

© 1994 Ugo Guanda Editore S.r.l., Via Gherardini 10, Milano

 Gruppo editoriale Mauri Spagnol



[...] 

21 febbraio

I miei ragazzi sono quasi tutti di Romàns. San Pietro è un paese molto lungo, che comincia verso la metà del viale della Rimembranza (per mezzo del quale è congiunto a Marsure) e termina alla svolta di San Quirino, proprio dove ha inizio il viale alberato che porta a San Vito. In tutto sarà lungo un chilometro e forse più. Proprio nel centro c’è la piazza con la chiesa, e, di fronte alla chiesa, la mia casa. La canonica e il cinema parrocchiale, con la stanzetta della nostra scuola, si trovano di fianco alla chiesa.

 Ma San Pietro si articola in vari borghi: facendo angolo proprio con la mia casa sbocca in piazza la strada che conduce a Romàns; verso San Quirino si stende il lungo Borgo   Braida; in direzione del Tagliamento Borgo Sassonia, e infine, verso Marsure, Borgo Monte. Il fatto che i miei scolari siano prevalentemente di Romàns è abbastanza importante, perché Romàns è una specie   di paese nel paese. I suoi abitanti hanno caratteri propri, fisici, anzitutto: sono biondi, di un biondo tra barbaro e delicato, alti, solidi come pioppi, hanno una pronuncia strascicata, rude e vezzosa. Al   contrario giù per Braida prevalgono i tipi bruni, con un’aria più svelta e moderna. Dino è di Braida. Pierino abita in piazza, e così Berto.

Cesare è il vero esemplare di Romàns.