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mercoledì 11 maggio 2022

I FULMINI DI PASOLINI - Intervista di Mario Farinella a Pier Paolo Pasolini, comparsa sull'Ora l'11 dicembre 1972

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro




Intervista di Mario Farinella comparsa sull'Ora l'11 dicembre 1972
I FULMINI DI PASOLINI

In Sicilia per preparare “Il fiore delle Mille e una notte”, l'autore risponde colpo su colpo ai suoi molti detrattori. “Io pornografo? Sono i critici che si comportano da piccoli borghesi conformisti”. Sferzante con l'avanguardia letteraria e polemico con il risvolto borghese della contestazione giovanile, Pasolini racconta: “Verga il mio maestro. Guttuso e Sciascia i miei fari”. Un incontro commovente a Corleone

di MARIO FARINELLA

Piccolo teschio angoloso, occhi di scimmietta cattiva: è il malevolo schizzo che di Pier Paolo Pasolini ha tracciato, di recente, uno dei tanti acidi moralisti che pontificano anche sulle colonne dei giornali, rabbiosamente intento a demolire il suo ultimo film., “I racconti di Canterbury”. Non c'è da meravigliarsi: il richiamo al bestiario non è nuovo alle patrie lettere; anche di Foscolo – tanto per fermarci ad un precedente illustre – si scrisse che aveva fisionomia più di scimmia che di uomo. E con ciò? Se Foscolo ha scritto “I sepolcri”, se Pasolini – ci si perdoni l'accostamento - ci ha dato la Poesia a forma di rosa, c'è davvero da gridare evviva le bertucce.

Rivedo Pasolini, dopo tredici anni, a Palermo, in una sera gonfia di burrasca e i suoi occhi, anche se scimmieschi, così pungenti, così curiosi, così avidi, sono tra i più vivi e inquietanti che si possa immaginare. Anche il primo incontro era avvenuto in un giorno di pioggia a Crotone, in Calabria: polemiche, allora, attorno al suo nome, polemiche – scandalo anzi – anche ora. Veniva premiato tra dissensi e appassionate difese, per quel suo straordinario romanzo che è “Una vita violenta”. C'era stata persino l'interferenza astiosa di due partiti politici, la Dc e il Msi, che attraverso manifesti e pubbliche prese di posizioni ingiungevano alla Giuria (De Benedetti, Moravia, Gadda, Ungaretti, Repaci) di non assegnare a Pasolini il Premio Crotone perché “nemico della Calabria”.

Tredici anni sono tanti nell'esistenza di un uomo, di uno scrittore. E perciò mi vien quasi spontaneo di chiedere a Pasolini:

– Dall'”Usignuolo della Chiesa cattolica” alle “Ceneri di Gramsci”, da “Una vita violenta” al suo ultimo “Empirismo eretico” ne è corsa di acqua sotto i ponti. Ha pensato di tentare un bilancio della sua vita di scrittore?

La risposta è decisa, frettolosa: 

“No, ho sempre evitato di fare un bilancio perché lo trovo una cosa crudele e forse inutile. Io penso che uno scrittore o un uomo debba dare tutto quello che ha senza fare i conti. Se ha potuto dare tanto, ha dato tanto; se ha potuto dare poco, ha dato poco. Fare un bilancio mi sembra un atto moralistico nei propri confronti. È crudele, forse inutilmente crudele”.