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sabato 12 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini, biografia breve -1969, «Il mondo non mi vuole più e non lo sa».

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Disegno di P.P.Pasolini, databile 1969/70
"Il mondo non mi vuole più e non lo sa", è una nota scritta da Pasolini e posta al margine inferiore di questo disegno da lui realizzato.
Il disegno non ha data, presumibilmente è datato 1969/70 
Una serie di linee diagonali, che secondo alcuni rappresentano bocche socchiuse. 
Questo disegno ha sollecitato le "fantasie" dell'amico Giuseppe Zigaina per sostenere le sue "improbabili" teorie sulla morte del Poeta.

Pier Paolo Pasolini
Biografia breve
1969

«Il mondo non mi vuole più e non lo sa».

(Per questo post, ringrazio Bruno Fraccaroli per il grande contributo)



La nascita di un nuovo tipo di buffone

   Non «caca», ma «baba ndogo» (sor maestro)
   così viene liquidato il mio narcisismo.
   Che ne è di esso?
   Ho perso la compagnia di un sentimento.
   O, meglio, della «forma di una vita» (la mia).
   Son sceso all’ultima stazione.
   Resta un rebus. Tra i Wagogo innamorati degli Europei
   il monumento nero è alto contro i sinistri cespugli,
   e i templi naturali di macigni dove vissero leoni.
   Io non ho più il sentimento
   che mi fa avere ammirazione per me.
   Non considero il fondo delle mie parole
   come un fondo prezioso, una grazia,
   qualcosa di speciale e di particolarmente buono.
   Che cosa comunico, alla fine
   della mia carriera di poeta, che, sotto sotto,
   si considerava indispensabile all’umanità?
   Ecco la risposta (nel mattino
   del primo gennaio 1969):
   «Una spiacevole ironia su tutto ciò».
   Come fu imperterrito e puro il mio zelo
   alla luce del mio narcisismo!
   Attraverso l’umorismo rientro nell’ordine.
   Tace il Tersite imberbe e sedicente
   (oltre che oggettivamente) grazioso.
   L’Ulyxes è rimasto a casa:
   vi fa (appunto) dell’ironia e vi difende
   da folle moderato le istituzioni. Quanto a Ettore,
   lui, fa saltuarie apparizioni.
   Ma anche lui, guai se non ci fosse un po’ di distacco.
   Che cosa comunico, se non comunico più,
   se, tutto sommato non ho mai comunicato
   altro che il piacere di essere ciò che sono?
   Ciò che mi insegnò mia madre?
   Grida, dunque, un uccello sull’Hotel Mwanza.
   Ninetto dorme sotto la zanzariera.
   Io dò sfogo all’equivoco fervore mattutino,
   per cui mi dichiaro «poeta dilettante».
   Ma non è un caso che ciò accada sul Lago Vittoria.
(1969)

Patmos, l'Apocalisse di Pier Paolo Pasolini

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

Ernesto Treccani

Patmos, tra i versi più belli e spontanei di Pier Paolo Pasolini scritti subito dopo la notizia della strage del 12 dicembre 1969 ( i versi li trovi sotto). Patmos è un'isola greca dove la tradizione vuole che l'Apostolo Giovanni, ha scritto l'ultimo libro della Bibbia, l'Apocalisse.
Patmos fa parte della raccolta “Trasumanar e organizzar” (1971) e viene pubblicata per la prima volta nel numero di ottobre/dicembre 1969 della rivista “Nuovi Argomenti” con il titolo "Poemi zoppicanti".

“Secondo una tecnica tipica della neoavanguardia (per esempio Balestrini), il testo è formato da tre diverse “stringhe” che vengono ritagliate e alternate come in un collage, la prima “stringa” è quella dell’Apocalisse di Giovanni (Patmos è il nome dell’isola in cui l’evangelista era esiliato), la seconda è un elenco giornalistico delle vittime, la terza un discorso polemico sulle dichiarazioni del presidente Saragat e dei potenti democristiani.” 
(Pasolini, Tutte le poesie, Mondadori 2003, volume II).

Pasolini girerà anche un film "12 Dicembre" insieme agli attivisti di Lotta Continua: 
Il film lo trovi qui:

“Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12-12-69. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna […] Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”. 
(“Corriere della sera” del 14 novembre 1974) 
Qui trovi "Io So"
.
Il grande dipinto ad olio di Ernesto Treccani (cm 394 x 238) è ispirato ai funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana.
"I funerali davanti al Duomo di Milano delle vittime della strage di Piazza Fontana sono stati il fatto storico da cui ha preso avvio la lunga esecuzione di questa vastissima tela: una sorta dì opera aperta, dipinta nell'arco di oltre cinque anni come progressiva aggiunta ed elaborazione di nuclei di immagini, di volta in volta suggeriti da incontri, luoghi, occasioni pubbliche e private, esperienze politiche e di lavoro. Si tratta di una monumentale galleria di ritratti – tutti i volti sono di persone conosciute dall'artista: amici, famigliari, compagni del Nord e del Sud – che si configura, complessivamente, come tentativo d'individuazione e caratterizzazione psicologica attraverso il colore. L'occasione prima del dipinto (esistono anche bozzetti e disegni da un altro punto di vista, da cui si vede il Duomo) ne fa un fondamentale e affascinante esempio di impegno civile" 
(www.ernestotreccani.net).