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venerdì 18 febbraio 2022

Pier Paolo Pasolini, Perché vado a Venezia - «II Giorno», 15 agosto 1968

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Pier Paolo Pasolini
Perché vado a Venezia

«II Giorno», 15 agosto 1968

Finalmente è uscito sul Festival di Venezia un articolo che, pur contestandolo (Dio solo sa che sforzo faccio su me stesso per usare questa che è diventata la parola di un nuovo conformismo), lo fa pacatamente e ragionan­do. Si tratta di un breve intervento del critico Mino Ar­gentieri («Rinascita», n. 32). Va bene, Argentieri scrive da uomo iscritto a un partito, e i suoi argomenti sono gli argomenti della linea politica di un partito, che è, eter­namente, la solita (cfr. la mia Polemica in versi del ’57), e che implica quindi una sorta di cinismo strumentalizza­tore e una certa dose di cosciente calcolo. Tuttavia il di­scorso di Argentieri è «pacato»; non è terroristico. E questo è già molto, direi che è tutto, in un momento in cui il «fascismo di sinistra» (che è fenomeno assolutamente nuovo: non ha nulla a che fare con la analogia istituita dal basso anticomunismo nel passato, tra totali­tarismo fascista e totalitarismo staliniano: che è una be­stialità), in cui il fascismo di sinistra, dico, ha creato una situazione di vero e proprio terrore ideologico.