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Le pagine corsare - Riflessioni su "Processo alla DC"

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Pasolini - docufilm, cortometraggi e collaborazioni varie.

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Omicidio Pasolini, video

domenica 30 gennaio 2022

Israele «Nuovi Argomenti», n.s., 6, aprile-giugno 1967

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


Pier Paolo Pasolini, Israele

«Nuovi Argomenti», n.s., 6, aprile-giugno 1967

Giuro sul Corano che io amo gli arabi quasi come mia madre. Sono in trattative per comprare una casa in Marocco e andarmene là. Nessuno dei miei amici comunisti lo farebbe, per un vecchio, ormai tradizionale e mai ammesso odio contro i sottoproletariati e le popolazioni povere. Inoltre forse tutti i letterati italiani possono essere accusati di scarso interesse intellettuale per il Terzo Mondo: non io. Infine, in questi versi, scritti nel ’63, come è fin troppo facile vedere, sono concentrati tutti i motivi di critica a Israele di cui è ora piena la stampa comunista.

Alfredo Bini e Pier Paolo Pasolini - Una collaborazione finita senza rancori

"Le pagine corsare " 
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Eretico e Corsaro



Una collaborazione finita senza rancori

Alfredo Bini Hotel Pasolini - Un’autobiografia

Dietro le quinte del cinema italiano -

 A cura di Simone Isola e Giuseppe Simonelli 

Il Saggiatore


     In molti mi hanno chiesto i reali motivi della fine della collaborazione tra me e Pasolini, come se dietro questa separazione professionale ci fosse un segreto inconfessabile. La mia non è reticenza: non ci fu un vero e proprio motivo, tutto qui. Il rapporto andò incontro a un normale, e credo inevitabile, logoramento. Qualche volta ho avuto la sensazione, una sensazione curiosa, che ormai tutto fosse inutile – metodi di valutazione che non collimavano, idee non più comuni, discorsi diversi – e che rimanesse un’unica possibilità: ricominciare da capo. Da zero. Come se si giocasse alla roulette e ci si ostinasse a puntare con accanimento le fiches a un tavolo cui manca il croupier. Stavamo lì attenti, seduti per non perdere il posto, e non ci accorgevamo che il gioco era finito. Continuava, è vero, ma da un’altra parte… Forse, la goccia che fece traboccare il vaso fu la nostra partecipazione alla Mostra del cinema di Venezia del 1967, per Edipo re. Durante i giorni della presentazione di Uccellacci e uccellini a Cannes, Pasolini aveva elaborato l’idea di Teorema. A me il progetto non interessava e non ero disposto a produrre il film. Per Edipo re, un suo vecchio pallino, ero assolutamente pronto, anche perché c’era chiaramente la possibilità di realizzare riprese all’estero, e dunque di avviare rapporti di coproduzione o collaborazione con cinematografie in crescita. Alla fine Pasolini accettò, anche se mi fece presente che prima o poi avrebbe realizzato Teorema.

Pier Paolo Pasolin, La cultura contadina della scuola di Barbiana - «Momento», IV, 15-16, gennaio 1968.

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Eretico e Corsaro




La cultura contadina della scuola di Barbiana

   «Momento», IV, 15-16, gennaio 1968. Intervento introduttivo a una discussione coi ragazzi della scuola di Barbiana organizzata alla Casa della Cultura di Milano il 17-18 ottobre 1967.


   Io farò una breve storia della lettura della Lettera a una professoressa. I destinatari di questa mia breve storia sono i ragazzi di Barbiana e mi rivolgerò sempre e costantemente a loro.


   Come sempre succede quando ci si trova di fronte a un libro, che istintivamente si capisce che sarà di grande interesse, non ho avuto la pazienza di cominciarlo subito dalla prima riga: ho cominciato a sfogliare impazientemente qua e là; e ho letto alcune frasi che mi hanno leggermente irritato. Ve ne leggo soltanto due brevissime: «è il sistema che adoperano in America per creare le differenze tra bianchi e neri: scuola peggiore ai poveri fin da piccini»; un’altra: «parlava senza guardarci, chi insegna pedagogia all’università i ragazzi non ha bisogno di guardarli, li sa tutti a mente come noi si sa le tabelline»; e un’altra ancora: «più tardi scoprono che son belline anche le altre», poi si accorge che è bella anche la storia.

giovedì 27 gennaio 2022

Pier Paolo Pasolini, "A Allen Ginsberg. New York" - 1967

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Eretico e Corsaro



A Allen Ginsberg New York

[ Milano, 18 ottobre 1967 ]


Caro, angelico Ginsberg, 

ieri sera ti ho sentito dire tutto quello che ti veniva in mente su New York e San Francisco, coi loro fiori. Io ti ho detto qualcosa dell' Italia (fiori solo dai fiorai). La tua borghesia è una borghesia di PAZZI, la mia una borghesia di IDIOTI. Tu ti rivolti contro la PAZZIA con la PAZZIA (dando fiori ai poliziotti): ma come rivoltarsi contro l' IDIOZIA? Ecc. ecc.: queste sono state le nostre chiacchiere. Molto, molto più belle le tue, e te l' ho anche detto il perché. Perché tu, che ti rivolti contro i padri borghesi assassini, lo fai restando dentro il loro stesso mondo... classista (sì, in Italia ci esprimiamo così), e quindi sei costretto a inventare di nuovo e completamente giorno per giorno, parola per parola il tuo linguaggio rivoluzionario. Tutti gli uomini della tua America sono costretti, per esprimersi, ad essere degli inventori di parole! Noi qui invece (anche quelli che hanno adesso sedici anni) abbiamo già il nostro linguaggio rivoluzionario bell' e pronto, con dentro la sua morale. Anche i Cinesi parlano come degli statali. E anch' io come vedi. Non riesco a MESCOLARE LA PROSA CON LA POESIA (come fai tu!) e non riesco a dimenticarmi MAI e naturalmente neanche in questo momento che ho dei doveri linguistici. Chi ha fornito a noi anziani e ragazzi il linguaggio ufficiale della protesta? Il marxismo, la cui unica vena poetica è il ricordo della Resistenza, che si rinnovella al pensiero del Vietnam e della Bolivia. E perché mi lamento di questo linguaggio ufficiale della protesta che la classe operaia attraverso i suoi ideologi (borghesi) mi fornisce? Perché è un linguaggio che non prescinde mai dall' idea del potere, ed è quindi sempre pratica e razionale. Ma la Pratica e la Ragione non sono le stesse divinità che hanno reso PAZZI e IDIOTI i nostri padri borghesi? Povero Wagner e povero Nietzsche! Hanno preso tutta loro la colpa. E non parliamo poi di Pound! 

Tuo Pier Paolo




Curatore, Bruno Esposito

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mercoledì 26 gennaio 2022

Pier Paolo Pasolini, biografia breve - 1966, l’ideologia e "la sua atroce amarezza" .

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Eretico e Corsaro

Pier Paolo Pasolini
biografia breve
1966
l’ideologia e "la sua atroce amarezza"



 A gennaio del 1966, inizia la nuova serie di Nuovi argomenti. Pasolini affiancato da Alberto Moravia e Alberto Carocci, da vita ad un laboratorio che vuole essere la sede delle autonome ricerche di un gruppo di amici-nemici, con l’obiettivo di << risolvere la difficile situazione della cultura italiana >>. Pasolini nel suo primo articolo spiega cosa vuole essere il nuovo corso della rivista: Pasolini "Sulla formula di «Nuovi Argomenti»"  - «Nuovi Argomenti», numero 1, gennaio-marzo 1966.

martedì 25 gennaio 2022

PASOLINI l'enragé (TV) 1966 in Italiano et Français Sub. English

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Eretico e Corsaro




Pasolini l’enragé (1966), ovvero “Pasolini l’arrabbiato”

Intervista televisiva rilasciata a  Jean-André Fieschi


Pasolini l’enragé (1966), ovvero “Pasolini l’arrabbiato” è il primo, importante ritratto in forma di film-intervista dedicato al cineasta. E' la Francia e non l'Italia, con Jean-André Fieschi, a riconoscere per prima l'importanza ed il ruolo culturale di questo grande intellettuale italiano. 




Curatore, Bruno Esposito

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domenica 23 gennaio 2022

Liliana Madeo intervista a Pier Paolo Pasolini - gira a colori il suo Edipo moderno - La Stampa, venerdi 2 - sabato 3 dicembre 1966

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Eretico e Corsaro


Liliana Madeo intervista a Pier Paolo Pasolini 
Gira a colori il suo Edipo moderno

La Stampa, venerdi 2 - sabato 3 dicembre 1966

Il personaggio della tragedia di Sofocle trasformato in un provinciale italiano piccolo-borghese.

Incontro con il regista nella sua casa romana. 

Roma, venerdì sera. 

Il primo film a colori di Pier Paolo Pasolini inizierà a dicembre. Il titolo è Edipo Re, gli interpreti principali Silvana Mangano nel ruolo di Giocasta, Franco Citti in quello' di Edipo e Orson Welles nelle vesti dell'indovino Tiresia. Dice il regista: 

<< Nel '61 quando giravo Accattone, pensai per la prima volta ad utilizzare Citti in una storia che prendesse le mosse dal dramma di Sofocle. L'idea si trasformò alcuni anni dopo, quando tradussi L'Orestiade e progettai di farne una trasposizione cinematografica. Ma quest'estate sono ritornato al progetto originario ». 

In un'ardita mescolanza di storia e mito, realtà contemporanea e fantasie poetiche, Pasolini narrerà la vicenda di un Edipo moderno, l'avventura di un bambino di estrazione piccolo-borghese che intorno agli anni trenta vive nella provincia italiana e passa attraverso le fasi tipiche dì un complesso edipico. 

<< Freud ha spiegato tutto ciò molto bene — egli dice. — A me non interessava il ricorso a termini psicanalitici.. Ho scelto invece la via della poesia, Sofocle appunto, della cui tragedia — che io stesso ho tradotto e ridotto — sarà costituita la parte centrale del film >>. 

In Friuli, la terra dove Pasolini ha trascorso i suoi primi anni, a Bologna e a Milano verrà << girata >> l'infanzia, la maturità e la vecchiaia dell'Edipo << contemporaneo >>. Mentre la parentesi <<.mitica >> di Edipo — quello illuminante — avrà per sfondo il Marocco, coi suoi magici colori: il rosso estenuato della terra, il bruno delle abitazioni, i verdi tenerissimi della vegetazione. 

<< L'ambiente e i costumi sono liberamente inventati, come già feci per il Vangelo. E tale operazione non mi sembra arbitraria, poiché Edipo non è personaggio storico ma figura emblematica, che appartiene al mito, anteriore allo sfesso Sofocle >>. 

La preparazione del film è stata rapida. A Pasolini non è stata d'intralcio la lavorazione di un episodio delle. Streghe attualmente al montaggio, né l'intensa attività critica — << prevalentemente saggi di teoria cinematografica linguistica >> — ne l'improvvisa quanto feconda produzione teatrale — un dramma in versi scritto in tre giorni, ambientato in una grande città industriale, Milano... ma potrebbe essere anche New York, centrato sul valore della morte; la storia di un poeta cecoslovacco negli anni dal '50 al '60; ed altri tre lavori abbozzati in meno di un mese. 

Nel bel salotto della sua casa, una villetta all'Eur, << l'arrabbiato numero uno della cultura italiana >> prende con delicatezza dalle mani della madre la sua camomilla bollente. Gli occhi lucidi e severi, la voce sottile, egli non sorride mai. Indossa un pullover nocciola, pantaloni di velluto a coste color miele  e scarpe pesanti: << La tuta da lavoro >> dice scusandosi. Giunto al quarto film, più due episodi, il bilancio che trae è positivo. 

<< Nei miei interessi — dice — il cinema ha preso il posto della narrativa: dopo Accattone non ho più scritto romanzi. Lo stesso sta avvenendo con il teatro: scrivo i drammi in versi, e non compongo poesie da oltre un anno. Iniziai ad usare la macchina da presa come in un atto di ribellione, alla ricerca di un nuovo modo di raccontare. Ma oggi il cinema ha assunto per me un significato ancora più originale, quasi un'esperienza di tipo filosofico. Eppure, rivedendo i miei film, mi accorgo che lo stile è unitario e io — pur avendo narrato storie diverse in chiavi diverse — ho girato sempre lo stesso film >>. 

Liliana Madeo



Curatore, Bruno Esposito

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sabato 22 gennaio 2022

Pasolini, l'arrabbiato sono io - Giorgio Bocca, «Il Giorno», 19 luglio 1966.

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Eretico e Corsaro

Pasolini, l'arrabbiato sono io

Giorgio Bocca
«Il Giorno», 19 luglio 1966.

Certi mattini, al risveglio, il pensiero dell’età è come una folgore. L’ulcera, un mese a letto, la debolezza, i riguardi. Mi sono sentito un vecchio, per la prima volta.

 



Già, il vecchio Pasolini Pier Paolo, cinquanta chili di una rabbia che è solitudine, amore, timidezza, incontinenza, paura, genio. Cinquanta chili di uomo. Ma non è questo che fa tenerezza o mette a disagio, ma ben altro: sentirsi in debito con lui per conto di tutti e non sapere che fare, come ripagarlo dell’intelligenza che ci ha dato in questi anni, generosamente. Non è il denaro che vuole anche se noi ci guardiamo bene dal darglielo; né siamo autorizzati a concedergli quella esenzione dalla morale comune che chiede con tanta ingenua insistenza: diamogli almeno la stima intellettuale che merita (su diamogliela cuori spugnosi e cervellini esangui), diciamolo che è il migliore di tutti.

 

La mamma porta il caffè all’ospite e la camomilla al figlio. Sediamoci nel giardino, c’è un po’ di vento. Così, tanto per sfuggire al patetico, attacco un po’ alla balorda. 

giovedì 20 gennaio 2022

Pier Paolo Pasolini, il poemetto "Poeta delle Ceneri"

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Eretico e Corsaro



Poeta delle Ceneri
Poesie disperse II

P.P. Pasolini, il poeta delle ceneri, a cura di Enzo Siciliano, in "nuovi argomenti" n. 67-68, Roma, luglio dicembre 1980.
ora in:
Pier Paolo Pasolini, Bestemmia. Tutte le poesie, vol. I, Garzanti, Milano 1993




Un testo quasi autobiografico del 1966 di Pier Paolo Pasolini pubblicato postumo da Enzo Siciliano nel 1980.
Il dattiloscritto è rimasto chiuso in un cassetto senza essere stato mai pubblicato, ritrovato solo dopo la tragica morte dello scrittore fra le carte del suo studio in via Eufrate.
“E oggi, vi dirò, che non solo bisogna impegnarsi nello scrivere,
ma nel vivere” 
"Ma io non sto facendo che un poema bio-bibliografico..."



Sono uno
che è nato in una città piena di portici nel 1922.
Ho dunque quarantaquattro anni, che porto molto bene
(soltanto ieri due o tre soldati, in un boschetto di puttane,
me ne hanno attribuiti ventiquattro – poveri ragazzi
che hanno preso un bambino per un loro coetaneo);
mio padre è morto nel ’59, mia madre è viva.
Piango ancora, ogni volta che ci penso,
su mio fratello Guido,

mercoledì 19 gennaio 2022

Sono qui pro tempore. Intervista con Totò, uomo di due secoli di Giacomo Gambetti - Uccellacci e uccellini 1966

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Eretico e Corsaro



“Sono qui pro tempore”
Intervista con Totò, uomo di due secoli 

Giacomo Gambetti 
Garzanti, Uccellacci e uccellini 1966

Intervista apparsa per la prima volta nel volume Uccellacci e uccellini. Un film di Pier Paolo Pasolini, a cura di Giacomo Gambetti, Garzanti, Milano, 1966, con il titolo Intervista con Totò, uomo di due secoli. 
(Le note fra parentesi quadre sono di Gabriele Gimmelli)


Giacomo Gambetti
Lei conosce Pasolini da molto tempo?

Totò
No, è la prima volta che ho questo piacere. Ho letto delle sue opere, ma di persona l'ho conosciuto soltanto in occasione di questo film [Uccellacci e Uccellini]. So che è bravissimo e un intellettuale vero e profondo, non superficiale come molti altri. Non ho visto però gli altri suoi film, anche perché io vado poco al cinema... So che molti colleghi vanno spesso a vedere film...

Giacomo Gambetti
Da che cosa deriva questo suo atteggiamento?...

Totò
No, non è una posa. Ma ho un po' di paura che vedendo una cosa che mi piace, io possa essere portato a imitarla: mentre ho sempre cercato di essere me stesso, magari sbagliando...

martedì 18 gennaio 2022

Pier Paolo Pasolini, Un marxista a New York, intervista di Oriana Fallaci, L’Europeo, 13 ottobre 1966

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Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
Un marxista a New York

Dialogo-intervista con Oriana Fallaci
apparso sull’Europeo il 13 ottobre 1966

Eccolo che arriva: piccolo, fragile, consumato dai suoi mille desideri, dalle sue mille disperazioni, amarezze, e vestito come il ragazzo di un college. Sai quei tipi svelti, sportivi, che giocano a baseball e fanno l’amore nelle automobili. Pullover nocciola, con la tasca di cuoio all’altezza del cuore, pantaloni in velluto a coste nocciola, un po’ stretti, scarpe di camoscio con la gomma sotto. Non dimostra davvero i quarantaquattr’anni che ha. Per ritrovarli, quei quarantaquattr’anni, deve andare verso la finestra dove la luce si abbatte spietata sul viso e schiaffeggia quegli occhi lucidi, dolorosi, quelle guance scarne, appassite, la pelle tesa agli zigomi fino a rivelare il suo teschio. Per la stanchezza, suppongo. La notte scappa agli inviti e se ne va solo nelle strade più

lunedì 17 gennaio 2022

Pier Paolo Pasolini, "I diseredati sono il nostro «Terzo Mondo»" - «Paese Sera», 23 marzo 1966

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Paese sera marzo 1966


P. P. Pasolini

I diseredati sono il nostro «Terzo Mondo»

   «Paese Sera», 23 marzo 1966
oggi in Saggi sulla politica e sulla società

  
 Gentile Direttore,

   chiedo ospitalità su «Libri-Paese Sera» per queste due mie pagine, che dovevano essere introduttive al volume Alì dagli Occhi Azzurri e che all’ultimo momento ho soppresso. Il pretesto per la pubblicazione di queste due note, è un articolo di Salinari, uscito sull’«Unità» (12 marzo 1966), sul mio libro. Esso definisce molto bene Alì; solo alla fine Salinari annota: «... diremo sì al coraggio con cui Pasolini, in un momento in cui sembra che ci si debba interessare solo del neocapitalismo e dell’alienazione nei centri industriali, ci ricorda l’esistenza di tanta parte dell’umanità assillata da problemi diversi; diremo no al suo voler considerare proprio le zone sottosviluppate come i centri motori della rivoluzione, e così via...». Ma io non ho mai fatto affermazioni di questo genere (ho detto qualcosa di simile solo nell’eccesso stilistico di qualche verso, che non va dunque preso alla lettera). Le due seguenti paginette serviranno, penso, a chiarire abbastanza esattamente la mia posizione sia davanti al «sì» che davanti al «no».

domenica 16 gennaio 2022

Pasolini "Contro la televisione" - Inedito, 1966

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Eretico e Corsaro



Contro la televisione
Inedito, 1966

Oggi in "Saggi sulla politica e sulla società"
I Meridiani, Mondadori, a cura di Walter Siti.


Il San Francesco della Cavani: l’ho guardato, naturalmente, con l’interesse di uno che ha girato un film simile. Ho capito: che un cattolico moderno non può avere il sentimento del sacro e il suo ritmo: egli ha famigliarizzato la religione, che ha preso il senso e il ritmo della sua vita. I personaggi sono stati scelti dalla Cavani nel suo ambiente famigliare e di lavoro, essa pare non poter conoscerne altri: la sua «invenzione di facce» non va oltre il realismo piccolo-borghese. Le «facce» sono tutte di impiegati, professionisti, studenti, operai imborghesiti ecc. Il sudore e la meschinità delle loro stempiature, l’espressione degli occhi (con l’idea che un sia pur nobile impiegato di banca si fa della religione come di un «luogo» finalmente ideale della sua stravaganza, della sua interpretazione poetica e

mercoledì 12 gennaio 2022

Pasolini "Sulla formula di «Nuovi Argomenti»" - «Nuovi Argomenti», numero 1, gennaio-marzo 1966

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Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini
[Sulla formula di «Nuovi Argomenti»]

«Nuovi Argomenti»
numero 1
gennaio-marzo 1966

La nostra è, anzitutto, «una rivista che serve a preparare una rivista». Come tale non ha un programma. Al posto del programma ha una formula, che è la seguente: una serie di quattro-cinque «ricerche parallele», a puntate, condotte liberamente da quattro-cinque collaboratori fissi (Moravia, Pasolini, Leonetti, Siciliano, Fortini...). Ognuna di queste «ricerche parallele», può avere un tema o più temi, può essere di ampiezza disuguale (dalla nota al saggio), può essere stesa sotto forma di diario o di studio, può toccare argomenti particolari o argomenti generali ecc. ecc.

lunedì 10 gennaio 2022

Pasolini, biografia breve, 1965 - Il linguaggio tecnologico

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Eretico e Corsaro

L'Avanti, 29 gennaio 1965



Pasolini, biografia breve
1965
Il linguaggio tecnologico




"……………………….

   Quanto a Moravia, devo dire che egli, intervenendo in questa occasione, non ha avuto orecchie per ascoltare la vera realtà del mio discorso: l’ha anch’egli strumentalizzato alla mia personale ricerca tecnica di autore, mentre esso non era che un passaggio per una comprensione più vasta della realtà italiana, in cui poi operare «anche» linguisticamente; e si è affannato a dimostrare una cosa assolutamente ovvia, cioè che l’italiano è sempre stata una lingua media. Mi dimostri che l’italiano è sempre stata una lingua nazionale: e non una «lingua» media di élite o di classe. Inoltre, per via della sua solita impazienza, egli mi attribuisce la «nozione» di un nuovo italiano già adulto, mentre io mi ero limitato a battesimare un infante. Lo credo bene, per esempio, che gli ingegneri e i tecnici parlino con le loro «signore» l’italiano aulico (per quanto la parola non sia esatta), ed è vero che l’italiano di Moro ha un fondo ancora avvocatesco e umanistico. Le cose stanno cominciando ad avvenire, non sono avvenute!

   Dunque per un utile proseguimento del dibattito, sull’«Espresso» o altrove, direi che andrebbero tenuti presenti i seguenti punti:

   1) Io non ho parlato, ripeto, di un italiano nuovo, ma della nascita di un possibile italiano nuovo (nazionale). Supporne sbrigativamente una figura adulta, significa: a) non riconoscerlo; b) riconoscerlo attraverso esperienze ritardate, già fatte, e quindi accantonarlo in quanto effettiva nuova realtà politica e sociale.

sabato 8 gennaio 2022

Due domande a Pasolini a cura di Fr. Pal. - L'Avanti 23 dicembre 1965, pagina 3

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Eretico e Corsaro



Due domande a Pasolini a cura  di  Fr.  Pal. 

L'Avanti 23 dicembre 1965
pagina 3


Prima domanda:
In che cosa  le  « autentici­tà »  di  Moravia  si  distingue dal  « realismo »?,  e  crede  che quella  autenticità  o  realismo debbano   pre-esistere   all’in­terno   della   dimensione   — psicologica,    sociale,    stori­ca  —  che  si  prende  in  esame  nel  lavoro  artistico?,  e in  che  misura  ritiene  che  u­na ideologia  possa  costituire metodo  di  ricerca? 

Pasolini, Dante e i poeti contemporanei - Inedito, 1965

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dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro



Pier Paolo Pasolini

Dante e i poeti contemporanei
Questionario

Inedito, 1965
In occasione dei 700 anni dalla nascita di Dante, Pasolini rilascia un’intervista radio la cui trascrizione è rimasta inedita fino al 1999 e poi finalmente è stata pubblicata nell’edizione Meridiani Mondadori dei Saggi sulla letteratura e sull’arte.
A Pasolini viene posto un questionario di 11 domande.

Il questionario:


1. L'età di Dante presenta i caratteri di una grande civiltà giunta al suo culmine e già volta al declino, o - se si preferisce - in via di trasformazione verso una nuova civiltà che di lì a poco si sarebbe configurata e precisata come umanesimo. Alcuni aspetti dell'epoca che noi viviamo - crisi della cultura «borghese» in senso tradizionale, e profilarsi di un nuovo umanesimo - sembrano indicare che un fenomeno analogo si stia producendo nel nostro secolo. Quale è la sua opinione in proposito? Le rivolgiamo questa e le successive domande, facendo appello, naturalmente, alla sua personale e viva esperienza di poeta.

Pasolini, "UN ARTICOLO SU «L’ESPRESSO»" del 7 febbraio 1965

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Eretico e Corsaro




"UN ARTICOLO SU «L’ESPRESSO»"

7 febbraio 1965

   Si era fatto nel n. 3 di quest’anno dell’«Espresso» un buon riassunto della mia conferenza sulle «Nuove questioni linguistiche» (pubblicata in «Rinascita» del 26 dicembre 1964): ora, nel n. 4 introducendo i due interventi di Moravia e di Eco, l’articolista pare avere dimenticato tutto quello che aveva diligentemente riassunto. Mi basta citare la terza riga in cui egli mettendo tra virgolette una frase sua, e facendola così passare per mia, mi fa annunciare con solennità che «è nata la nuova lingua italiana, quella della borghesia tecnologica».

venerdì 7 gennaio 2022

Intervista a Pier Paolo Pasolini - Christ -- The Marxist revolutionary - Di James Blue nel numero di Flim Comment dell'autunno 1965

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Eretico e Corsaro





Intervista a Pier Paolo Pasolini
Christ -- The Marxist revolutionary
Di James Blue 
nel numero di Flim Comment dell'autunno 1965


Pier Paolo Pasolini 

Antonio Gramsci 


Mi stavo chiedendo cosa dovrei chiederti. Spesso faccio domande a registi che mi sembrano un po' stupide, vede, ma non voglio evitarle, perché alla fine le domande stupide sono quelle a cui più voglio rispondere. So che sarà difficile - non credo che saprei rispondere molto bene sui miei film - ma spero che le vostre risposte mi aiutino a giungere a certe conclusioni in seguito. Hai capito? 

Si, capisco.

Pier Paolo Pasolini, VIAGGIO IN MAROCCO - Vie nuove n. 16, 22 aprile 1965

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Eretico e Corsaro




Pier Paolo Pasolini 
VIAGGIO IN MAROCCO

Vie nuove n. 16, 22 aprile 1965

Naturalmente, quando si va a visitare un paese nuovo, si hanno già dei progetti d’interpretazione. E ogni scoperta è una lotta contro questi progetti, che piano piano cadono, e vengono sostituiti da altri, quelli reali. Perciò scoprire è sempre molto faticoso, in qualche modo disgustoso. Per quel che riguarda il Marocco io ho dovuto lentamente rinunciare a tutta una serie di idee che mi ero fatte sulla sua presenza nel «Terzo Mondo». Sapevo, certo, che il Marocco non era il paese tipico dello «scandaloso rapporto dialettico che il Terzo Mondo instaura col mondo industrializzato, neocapitalista o marxista»: tuttavia, alcuni dei dati che credevo costanti di questo rapporto, ero convinto di ritrovarli e verificarli nella gita marocchina. Sono rimasto non deluso, no, ma confuso. Nessuno di quei dati è nella coscienza dei marocchini. Essi ci sono certo, ma sono sprofondati nella realtà bruta: pragmatici, inconsapevoli. Naturalmente io parlo di quello che appare all’occhio di un visitatore che fa un viaggio di piacere e di vacanza. Io non ho

mercoledì 5 gennaio 2022

Visioni del Maghreb: Alì dagli occhi azzurri e il Mediterraneo di Pasolini

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Eretico e Corsaro




Visioni del Maghreb: Alì dagli occhi azzurri e il Mediterraneo di Pasolini

di  Sara Alianelli
(Si ringrazia la gradita segnalazione di Sara Tislit Tintlellí)

Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi.Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.
Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici,e di camicie americane.
Subito i Calabresi diranno,
come da malandrini a malandrini:
” Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!”
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe della Storia Antica
voleranno davanti alle willaye.
(…)
 
 
Pasolini attore nell'Edipo Re (1967)Un sole accecante e un gracchiare incessante di cicale. Orizzonti sconfinati di terre rosse o di sabbia, città dalle misteriose architetture di feconde, antiche civiltà, sullo sfondo delle quali appaiono popolazioni vestite dei colori primari, verde, blu, bianco, nero: questo è lo scenario dei film che Pier Paolo Pasolini girò tra gli anni sessanta e settanta, viaggiando nel Mediterraneo, in Africa, in Medio Oriente, in India.

sabato 1 gennaio 2022

Biografia breve, 1964 - «Perché un marxista non può essere religioso? »

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Eretico e Corsaro



Biografia breve, 1964
«Perché un marxista non può essere religioso? »

«Allora avrei dovuto fare un altro film: inventare situazioni, linguaggio, tentare di raffigurarmi la società del tempo, e le cose che vi accadevano. Io non ho voluto fare un film storico: ho voluto semplicemente trasporre sullo schermo un testo poetico, letterario, che è il " Vangelo secondo Matteo " Il tema del mio film è il mito di Cristo, non la storia di Gesù Cristo »

La Stampa - Sabato 5 settembre 1964)