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domenica 2 maggio 2021

Laura Betti «Non svendo Pasolini» - La Stampa 15 luglio 1993

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

La Stampa 15 luglio 1993

La Betti e la mostra a Milano 
«Non svendo Pasolini»

La Stampa 15 luglio 1993


Laura Betti risponde a Nico Naldini e Vincenzo Cerami che sulla Stampa dell'8 luglio l'hanno accusata di vendere con una mostra Pasolini ai leghisti. 

La Stampa 14 novembre 1993
Se per << vestale >> si intende chi, come me, ha sacrificato tre quarti della propria vita per far nascere l'unico archivio esistente in Europa, frequentato dalla mattina alla sera da studenti e studiosi, chi, come me, ha dato battaglia contro il silenzio sull'opera di Pasolini deciso con fredda determinazione nei primi Anni 80 e lo ha vinto (sbloccando dunque l'intera editoria) tramite le manifestazioni prima all'estero e poi in Italia, con l'aiuto di intellettuali fedeli e inattaccabili, se è così allora sono una «vestale». Ma altrimenti è un termine da vietarsi, ridicolo e offensivo. Molto meglio «la serva di Teorema». 
Rispondo all'articolo in questione:
 - Pasolini non è in vendita.  Sarei ricca. Forse il «Fondo» potrebbe ridarmi i denari che mi deve. Ma non ne ha, quindi niente. 
- Troppa paura che Pasolini possa minimamente essere considerato merce d'acquisto. Davvero troppa. Pier Paolo è inviolabile, come i Re. Ci pensa lui, da solo... 
- Quanto alla manifestazione di cui ancora non abbiamo conferma: la prassi normale è semplice. C'è un progetto e dunque un copyright. E' evidente che lo si propone a chi << ha le redini del potere in mano >>, appunto. Difficile fare una manifestazione in casa propria. 
E in che cosa consistono queste << redini >>? Il Comune o Museo, insomma l'istituzione che riceve la proposta dice: sì, mi piace, oppure, no, non mi piace. Può anche dire: << Questo spazio non mi piace, te ne trovo uno migliore >>. E buonanotte. Nel caso di Milano, ad esempio, così è per la Mostra. 
E' o sarebbe. 
Per il resto il progetto tiene conto di: 
- Cinque convegni o tavole rotonde che dir si voglia. E dunque, persone qualificate parleranno dell'opera di P. P. Pasolini. 
- Finalmente si vedranno tutti i film (in copia nuova) e anche una scelta di film tratti dalle sceneggiature cui Pier Paolo ha collaborato. I film sono di Pasolini, sono opera sua non nostra. E lo amava molto, il cinema. 
- Altra dimensione culturale - mi si consenta - forse ineccepibile: al Teatro dell'Elfo, il mio spettacolo Una disperata vitalità. Pare - dalla critica - sia ampiamente legittimato a far capire il senso della poesia di Pier Paolo. E poi: Studio per la regia di Elio De Capitani di I turcs tal Friul; Studio per la regia di Federico Tiezzi di Porcile. Quindi debutto di Calderón di Luca Ronconi con i ragazzi del Laboratorio. 
Tutte opere di Pier Paolo Pasolini. 
- Stiamo aspettando una risposta dall'Università degli Studi per la consegna dei << Premi Pier Paolo Pasolini '93 >> alla tredicesima edizione e per un convegno internazionale sulla poesia. 
Le tesi di laurea, in genere, indicano lunghi studi sull'opera di Pier Paolo Pasolini. 
Perché accusare senza sapere? 
Che senso ha quando è poi così facile smentire? Non è troppo semplice fare del male tanto per farlo? 

Laura Betti

La Stampa 8 luglio 1993

@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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