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martedì 9 marzo 2021

Pasolini sulla via del Vangelo - di padre Virgilio Fantuzzi

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

 
 

Pasolini sulla via del Vangelo
di padre Virgilio Fantuzzi, S.I., apparso su “La Civiltà Cattolica”.



Da quando lo studio del cinema è entrato a pieno titolo nelle aule universitarie, la critica cinematografica, la cui superficialità e imprecisione era stata più volte stigmatizzata da Pier Paolo Pasolini, si è dotata di strumenti che le consentono di uscire dall’«impressionismo» giornalistico e di misurarsi ad armi pari con le discipline alle quali fanno capo la critica letteraria e quella che si occupa delle cosiddette arti maggiori (1). Che il gap di un tempo sia stato felicemente colmato ne danno prova, fra l’altro, due libri dovuti a due docenti universitari (Stefania Parigi e Tomaso Subini) che analizzano due film degli esordi di Pasolini (Accattone e La ricotta) con un’attenzione, riservata ai testi audiovisivi, alle loro fonti e alle loro possibili interpretazioni, che può essere definita ineccepibile sotto ogni punto di vista (2).

Pier Paolo Pasolini, Accattone di Pino Bertelli

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro





Pier Paolo Pasolini, Accattone
di Pino Bertelli



Pier Paolo Pasolini, il poeta di Casarsa della Delizia, esordisce sulla bianca palpebra dello schermo con ACCATTONE (1961), ed è subito eresia. Il Cristo in forma di Accattone, che Pasolini trasporta sullo schermo dai suoi "romanzi di strada", si chiama fuori da ogni cristologia corrente e anche i richiami ad un’antropologia dell’emarginazione (che in molti vi hanno visto...) non lo riguardano. "Sono passato così, come un vento dietro gli ultimi muri o prati della città – o come un barbaro disceso per distruggere, e che ha finito col distrarsi a guardare, baciare, qualcuno che gli somigliava – prima di decidersi a tornarsene via" (Pier Paolo Pasolini). ACCATTONE figura da subito la "cinelingua" o la "lingua dei corpi" di Pasolini come regista, ed è forse il più grande debutto nella storia del cinema italiano.

Accattone/Vittorio (Franco Citti) è un sottoproletario delle borgate romane. Non lavora, vive facendo il "pappone" di una puttana, Maddalena (Silvana Corsini). Abitano in una baracca semidiroccata con Nannina (Adele Cambria), la moglie e i figlioletti di Ciccio, un guappo/sfruttatore che è in galera. Le giornate di Accattone passano lente, quasi immobili, in un baretto sgangherato insieme agli amici (Mommoletto, Piede d’oro, il Capogna, Pupo biondo, Peppe il folle, il Tedesco, Balilla, Cartagine, il Cipolla, il Moicano)... abbacinati dalla svogliatezza di vivere.