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mercoledì 4 marzo 2015

"PIU' MODERNO DI OGNI MODERNO. PASOLINI A BOLOGNA"

"ERETICO & CORSARO"
Notizie
 
Immagine di Roberto Villa
 
"PIU' MODERNO DI OGNI MODERNO. PASOLINI A BOLOGNA"
Bologna: progetto speciale dedicato all’opera e alla figura intellettuale di Pier Paolo Pasolini, a 40 anni dalla morte

 

Il Comune di Bologna e la Fondazione Cineteca promuovono un progetto speciale dedicato all’opera e alla figura intellettuale di Pier Paolo Pasolini, in occasione dei 40 anni dalla morte. La creatività multiforme del poeta, narratore, saggista, cineasta e drammaturgo ha trovato dimora presso la Cineteca, nel Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna, città dove Pasolini nacque il 5 marzo del 1922 e dove avvenne la sua formazione intellettuale, prima al Liceo Classico Galvani e poi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna.

Dopo i progetti dedicati a John Cage, Gianni Celati e Romeo Castellucci, il nuovo progetto speciale dedicato a Pasolini, tuttora in fase di definizione, proporrà una costellazione di appuntamenti che coinvolgeranno istituzioni pubbliche e private e operatori culturali del territorio che hanno manifestato la volontà di produrre iniziative dedicate al poeta-regista.

"Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna", titolo del progetto speciale 2015, cita esplicitamente un famoso componimento poetico di Pasolini stesso, confluito nella raccolta Poesia in forma di rosa pubblicata nel 1964. Versi tanto emblematici che Pasolini volle fossero recitati dal personaggio del Regista, interpretato da Orson Welles e doppiato da Giorgio Bassani, in una celebre sequenza de "La ricotta".

Il progetto bolognese, che prenderà avvio a fine estate 2015 per concludersi nella prima parte del 2016, sarà anticipato da varie iniziative che Bologna ospita nei suoi tanti luoghi culturali, proposte da diverse realtà – artisti e operatori culturali – che vogliono rendere omaggio e/o lasciarsi ispirare all’opera del poeta/cineasta.

Tra queste, Cena Pasolini (Bologna, Palazzo del Podestà, 3-4 aprile), spettacolo in prima assoluta commissionato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, capitolo finale dell’articolato progetto di Virgilio Sieni per la città, Nelle pieghe del corpo_Bologna. Geografia di gesti e luoghi, è da considerare come una sorta di sublime anticipazione all’insieme degli appuntamenti pasoliniani che si svolgeranno a Bologna in autunno.

A Pasolini sono inoltre dedicate altre iniziative che saranno realizzate da diversi operatori culturali del territorio. Tra queste segnaliamo: Tutto il mio folle amore di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli al Teatro delle Moline/Arena del Sole nell’ambito del Cantiere Moline, in scena dal 5 marzo , data di nascita di Pasolini, fino a domenica 8 marzo. Da qualche giorno ha avuto inizio il laboratorio del progetto teatrale Pilade/Pasolini di Archivio Zeta, composto da episodi ambientati in luoghi differenti in diversi momenti dell’anno, il cui primo episodio Pilade/Montagne andrà in scena il 25 aprile a Monte Sole, Marzabotto.

Dal 25 al 28 marzo Atelier Sì, ospita BLUEMOTION / SPRINGst che propone, venerdì 27 e sabato 28 marzo BLUEMOTION PETROLIO SAFARI spettacolo ispirato a Petrolio di Pier Paolo Pasolini, ideazione e regia di Giorgina Pilozzi.

Il 5 maggio, tra le scavatrici del cantiere della nuova Arena al Parco Pier Paolo Pasolini del Pilastro, è in programma Stile e Verità, un incontro con Alfonso Berardinelli con letture e riflessioni sull’opera di Pier Paolo Pasolini, a cura di Laminarie nell’ambito della programmazione di DOM la Cupola del Pilastro.

Queste iniziative anticipano il vero e proprio progetto che si articolerà in autunno attorno alla data del 2 novembre 2015, giorno dell’anniversario dei 40 anni dalla morte di Pasolini.

Anima-guida del progetto sarà la Cineteca di Bologna, il cui "Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini" voluto da Laura Betti, amica e musa del poeta-regista, si trova all’interno della Biblioteca "Renzo Renzi" e conserva più di 1.200 volumi (comprendenti le diverse edizioni dei libri di Pasolini e gli studi monografici e miscellanei a lui dedicati), oltre ad un archivio di fotografie, audiovisivi, riviste, cataloghi, ritagli stampa, tesi di laurea, documenti audio, registrazioni di convegni, dibattiti, interventi e programmi radiofonici.



Calendario
5 – 8 marzo (5 e 6 marzo ore 20.30; Sabato 7 marzo ore 20; Domenica 8 marzo ore 16.30) Teatro delle Moline Cantiere Moline 2014-2015 TUTTO IL MIO FOLLE AMORE s-concerto poetico e non per un profeta popolare: Pier Paolo Pasolini di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli Compagnia AstorriTintinelli http://www.arenadelsole.it

27-28 marzo 2015, ore 21 Atelier Sì – BLUEMOTION PETROLIO SAFARI, spettacolo ispirato a Petrolio di Pier Paolo Pasolini ideazione e regia Giorgina Pilozzi con Lorenzo Corti, Cristiano De Fabritiis, Sylvia De Fanti, Roberto Dell’Era, Rodrigo D’Erasmo, Gian Marco Di Lecce, Mafalda, Andrea Fish Pesce, Laura Pizzirani, Valerio Vigliar http://www.ateliersi.it/si

3 – 4 aprile 2015 (3 aprile ore 21; 4 aprile ore 19:30) Bologna, Palazzo del Podestà, Salone del Podestà Cena Pasolini, prima assoluta ideazione e coreografia Virgilio Sieni assistente alla coreografia Giulia Mureddu; assistenti al progetto Gaia Germanà, Daina Pignatti musica Corale G. Savani di Carpi, direttore Giampaolo Violi spettacolo commissionato da Emilia Romagna Teatro Fondazione nell’ambito di Nelle pieghe del corpo_Bologna. Geografia di gesti e luoghi www.arenadelsole.it

25 aprile 2015 – Monte Sole (Marzabotto – BO) PILADE/MONTAGNE, primo episodio del progetto teatrale PILADE/PASOLINI diretto da Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti http://www.archiviozeta.eu/

5 maggio 2015, ore 19 – Dom La cupola del Pilastro – Stile e Verità, incontro con Alfonso Berardinelli. Letture e riflessioni sull’opera di Pier Paolo Pasolini tra le scavatrici nel cantiere della nuova Arena del Pilastro, nell’ambito di LA MISURA DEL TEATRO, a cura di Laminarie nell’ambito della programmazione di DOM la cupola del Pilastro. www.domlacupoladelpilastro.it


Progetto Speciale 2015
Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna settembre 2015 – gennaio 2016 Promosso da Comune di Bologna e Fondazione Cineteca di Bologna Con il sostegno della Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura Grazie al supporto di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Hera, Gruppo Unipol.

Più moderno di ogni moderno | comunicato stampa.pdf

Info: Comune di Bologna Cultura: http://www.comune.bologna.it/cultura – Cineteca di Bologna: http://www.cinetecadibologna.it

Fonte: http://www.bologna2000.com/2015/03/04/bologna-progetto-speciale-dedicato-allopera-e-alla-figura-intellettuale-di-pier-paolo-pasolini-a-40-anni-dalla-morte/



@Eretico e Corsaro - Le Pagine Corsare

Curatore, Bruno Esposito

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Pier Paolo Pasolini: "Ya no hay más seres humanos, sólo extrañas máquinas que se abaten unas contra otras" (4)

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro


 

Pier Paolo Pasolini: "Ya no hay más seres humanos, sólo extrañas máquinas que se abaten unas contra otras" (4)

A partir de 1971 el cineasta boloñés realizó su tetralogía del escándalo, el cine de la provocación: "Il Decameron" (El Decamerón), "I racconti di Canterbury" (Los cuentos de Canterbury), "Il fiore delle Mille e una notte" (Las mil y una noches) y "Salò o le 120 giornate di Sodoma" (Saló o los 120 días de Sodoma). Las tres primeras (la Trilogía de la Vida) se basaron en los cuentos de Giovanni Boccaccio, Geoffrey Chaucer y los clásicos textos árabes presumiblemente recopilados por Abu abd-Allah Muhammed el-Gahshigar, respectivamente. En la última, Pasolini combinó la novela del marqués de Sade, el Infierno del Dante y un retrato de la República de Saló, aquella efímera república italiana establecida por los fascistas entre septiembre de 1943 y abril de 1945 en la que fueron asesinadas más de 70.000 personas. Con la Trilogía de la Vi­da, Pasolini ahondó en la búsqueda del sentido existencial y placentero del cuerpo por medio del sexo, entendiéndolo co­mo una extensión corrosiva de alcance político accesible al pueblo. Desengañado por la sujeción de éste -convertido en masa- a las leyes del poder consumista en medio de un país despolitizado, Pasolini realizó con "Saló" su última bravata, un grito irritante contra la burguesía bien pensante y metáfora sádico sexual sobre el poder fascista. "No puedo negar la sinceridad y la necesidad que me han empujado a la representación de los cuerpos y de su símbolo culminante, el sexo -dijo-. El presente degenerativo era compensado por la supervivencia objetiva del pasado, y también, como consecuencia, por la posibilidad de evocarlo nuevamente. Pero hoy la degeneración de los cuerpos y de los sexos ha asumido un valor retroactivo. El derrumbe del presente implica también el derrumbe del pasado. La vida es un montón de insignificantes e irónicas ruinas. Entonces, yo me estoy adaptando a la degradación y estoy aceptando lo inaceptable. Maniobro para ordenar otra vez mi vida. Estoy olvidando cómo eran antes las cosas. Los amados rostros de ayer empiezan a volverse amarillos. Delante de mí -lentamente, ya sin alternativas- tengo el presente. Readapto mi empeño a una mayor legibilidad". En "Pilade" (Pílades), su obra teatral de 1973, Pílades le dice a Atenas: "ahora sé que ésta es la más culpable de las culpas. Solamente la idea de enseñorearse del poder (aunque sea para uno mismo) es la más culpable de las culpas". Y del hambre y de la rabia como motivos-eje de la poética de su primera época, pasará en "Saló" a la coprofagia y a la destrucción, a la forma más tenebrosa y absurda de la condición humana, al exterminio, al infierno en la tierra. La película está dividida en cuatro segmentos que tienen cierto paralelismo con el Infierno del Dante: Anteinfierno, Círculo de las Manías, Círculo de la Mierda y Círculo de la Sangre, gobernados por cuatro personajes corruptos llamados el Presidente, el Duque, el Obispo y el Magistrado. Durante su rodaje, Pasolini permitió a un pequeño equipo liderado por el periodista Gideon Bachmann seguirlo e involucrarlo en una extensa entrevista. La misma fue filmada por el director y guionista italiano de cine Giuseppe Bertolucci (1947), y pasó a formar parte de su documental "Pasolini prossimo nostro" (Pasolini prójimo nuestro), estrenado en 2006. Algunos fragmentos de aquella entrevista se reproducen a continuación.


¿El film se basa en el texto homónimo del Marqués de Sade?

El film está tomado de "Los 120 días de Sodoma" de Sade, pero está ambientado durante la República de Saló, en 1944-1945. Entonces hay mucho sexo, pero el sexo en el film es el típico sexo de Sade, cuya característica es ser exclusivamente sadomasoquista en toda la atrocidad de sus detalles y sus situaciones. Me interesa este sexo como le interesa a Sade, por lo que es, pero en mi film todo este sexo asume un significado particular: es la metáfora de lo que el poder hace del cuerpo humano, su mercantilización, su reducción a una cosa, que es típica del poder, de cualquier poder. Si en lugar de la palabra "Dios", en Sade, pongo la palabra "poder", surge una extraña ideología, extremadamente actual. Y esta actualidad marca un verdadero salto con respecto a los films que hice hasta ahora, que forman la "Trilogía de la Vida": "El Decamerón", "Los cuentos de Canterbury" y "Las mil y una noches". Es marxismo puro. El "Manifiesto" de Marx dice esto: el poder mercantiliza el cuerpo, transforma el cuerpo en mercancía. Cuando Marx habla de la explotación del hombre por el hombre, habla efectivamente de una relación sádica. Los sádicos han sido siempre poderosos, éste es un dato real. De hecho, en Sade, los cuatro que hacen las cosas tremendas en los ciento veinte días son un banquero, un duque, un obispo y un presidente de la corte que representan el poder, el brazo secular del poder. Son cuatro nazi-fascistas de aquel tiempo, pero son personas particularmente cultas, capaces de leer muy bien a Nietzsche o a Baudelaire, o quizás incluso a Lautréamont... Son personajes más bien ambiguos. Y luego, sobre todo, el film carece de psicología y, por lo tanto, carece de datos personales reales. Otro elemento de inspiración del film es el recuerdo de aquellos días que viví, los días de la República de Saló...

¿Estaba allí en aquellos días?

No estaba en Saló sino en Friuli. Friuli se había convertido en una región alemana, estaba burocráticamente anexada a Alemania. Se llamaba el "Litoral Adriático". Había un "Gauleiter", que era una especie de gobernador... desde el 8 de septiembre de 1943 hasta el fin de la guerra. Y entonces pasé días espantosos en Friuli. Para empezar, hubo una de las luchas partidarias más duras y mi hermano murió allí. Fue una de las más crueles porque Friuli estaba bajo completo control de Alemania y pocos fascistas se veían allí. Eran verdaderos asesinos. Y además, Friuli era continuamente bombardeada por los norteamericanos, porque los bombarderos Flying Fortresses tiraban bombas en Friuli en su camino a Alemania. Redadas, ciudades vacías, bombardeos... casi inútiles, por pura crueldad.

¿En qué ciudad estaba?

Estaba en Casarsa, la ciudad de mi madre, donde pasé parte de mi infancia, donde iba cada verano cuando era niño. Allí fuimos evacuados en 1943.

¿De Bolonia?

Sí.

Entonces allí no trabajaba.

No, estaba aún estudiando. Escribía los poemas que fueron mis primeros poemas friulanos.

¿Ha escrito usted el guión?

El film fue ofrecido a Sergio Citti y yo trabajé con él en el guión. Mi principal contribución al guión fue darle una estructura de tipo dantesco que probablemente Sade ya tenía en mente. Dividí el guión en círculos, le di al guión una suerte de verticalidad y un orden de carácter dantesco. Pero mientras trabajábamos en el guión, Sergio Citti, poco a poco, perdía interés porque tenía la idea de otro film, y yo, en cambio, poco a poco me enamoraba. Y me enamoré por completo cuando me vino esa iluminación de transportar a Sade a 1944 en Saló.

¿Cómo puede ser entendido el mensaje de este film por los jóvenes de hoy?

Yo creo que los jóvenes no lo entenderán. No me ilusiono con ser entendido por los jóvenes porque es imposible instaurar una relación cultural con ellos, dado que viven nuevos valores que son incomparables con los viejos valores en nombre de los cuales hablo. ¡Es como si tuvieran un acuerdo! Hablan, ríen y se comportan de la misma manera, usan los mismos gestos, aman las mismas cosas, manejan las mismas motocicletas... En suma, yo vi los uniformes. Cuando era niño, vi el movimiento juvenil fascista, pero nunca vi gente en uniforme como ahora. No son de una organización, no se llaman Boy Scouts, Balilla o Juventud Fascista, no se llamarán así, pero todo está basado en este movimiento juvenil informal y autocreado. Todo está basado en los chicos, en los jóvenes. Lo horrible del periodismo de la cultura italiana es que "los jóvenes son libres, no tienen complejos, son desinhibidos, son felices". Toda la burguesía italiana está convencida de esto. Y también toda la izquierda. Creen que estos jóvenes son finalmente los jóvenes... ¿Comprende? ¡No entienden, no ven, porque no los aman! Quien no ama a los campesinos no entiende su tragedia. Quien no ama a los jóvenes se desentiende de ellos. Dice: "pero si son alegres, desinhibidos...". No le importan porque no los ama. No habiendo amado a los de antes, no advierte que los de ahora han cambiado. Son siempre los mismos para él. Yo, como los he amado, los he seguido siempre. Por eso, esto para mí es una catástrofe. Es toda una declaración de amor, todos mis libros y mis obras narrativas hablan de jóvenes. Los amaba y los representaba. Ahora no podría hacer un film sobre estos imbéciles que nos rodean. A veces mis ojos se llenan de lágrimas cuando veo al hijo de Ninetto, que tiene un año. Me vienen las lágrimas de piedad por su futuro. Sí, porque los padres de estos hijos terribles, de esta nueva generación de jóvenes odiosos... hablo de las masas, porque luego, pobres, hay infinitas excepciones. En las grandes ciudades industrializadas la juventud se volvió odiosa, insoportable. ¿Pero qué han hecho los padres, aquellos que tienen cuarenta, cincuenta años? ¿Qué han hecho para prevenir que estos hijos fueran así? Los padres que tienen hijos de quince a veinte años objetivamente ya no les pueden enseñar nada... porque no tienen experiencia del tipo de vida que sus hijos viven, entonces no tienen derecho a decir: "Mira...". Cuando eran jóvenes su problema era encontrar pan, mientras que el problema de sus hijos es encontrar una motocicleta. Entonces no les pueden decir: "Cuando yo era joven...". No, porque su tipo de vida era tan diferente que no tienen derecho a enseñar y entonces se quedan callados. ¿Pero cuál generación creó las condiciones para que sus hijos vivieran así? Es siempre su culpa. Entonces, pobres, en la relación con sus hijos son impotentes y hasta podemos entenderlos, pero son los responsables de esta situación. ¡El ideal es el consumismo! Hay un enorme grupo que se extiende de Milán a Bolonia, comprende Roma y se extiende por el sur. Es una civilización homologante que hace todo igual. Entonces es claro que caen las barreras, los pequeños grupos...

¿Sin ideología?

¡Cómo que no hay ideología! La ideología consumista... En vez de llevar una bandera se ponen ropas que son una bandera. Han cambiado algunos medios y algunos instrumentos externos, pero, en la práctica, es un empobrecimiento de la individualidad que se disfraza a través de su valorización. Durante la edad "represiva" el sexo era una delicia, porque se hacía a escondidas y era una burla a todas las obligaciones que el poder imponía. En cambio, en las sociedades tolerantes como se declara la nuestra, el sexo produce neurosis porque la libertad concedida es falsa y, sobre todo, es concedida desde arriba y no ganada desde abajo. Por lo tanto, no es vivir una libertad sexual sino adecuarse a una libertad que viene concedida. Y entonces, en cierto punto, uno de los personajes de mi film dirá exactamente: "Las sociedades represivas reprimen todo... entonces los hombres pueden hacer todo". Pero agregué este concepto que para mí es lapidario: "Las sociedades permisivas permiten algo... y se puede hacer sólo aquel algo". Es terrible, ¿no? Hoy, en Italia, se pueden hacer algunas cosas. Antes, en realidad, nada era concedido. Las mujeres eran casi como en los países árabes, el sexo estaba escondido y no se podía hablar de eso, y ni siquiera se podía mostrar un seno medio desnudo en una revista. Ahora... conceden algo. Después, una gran libertad en las parejas heterosexuales, "libertad" por decir de algún modo, porque debe ser ésa y además es obligatoria. Como es concedida, se volvió obligatoria. Como es concedida, un muchacho no puede no aprovechar la concesión. Entonces se siente obligado a estar siempre en pareja, y la pareja se volvió una pesadilla, una obsesión, en vez de una libertad. ¿Ha visto cómo está de moda la pareja ahora? Pero es una pareja falsa, de una insinceridad espantosa. Mire estos chicos que, presos de quién sabe cuál noción romántica, caminan de la mano o abrazados, un chico y una chica. "¿Qué es este súbito romanticismo?", se preguntará. Nada. Es la nueva pareja relanzada por el consumismo, porque esta pareja consumista compra.

Exactamente.

Teniéndose de la mano van a La Rinascente, a las tiendas UPIM... Son neuróticos los italianos. En una época, durante la represión, eran sexualmente equilibrados. Con la tolerancia se volvieron todos neuróticos.

¿El film es una metáfora sádico sexual sobre el poder fascista?

Además de la anarquía del poder, mi film trata sobre la posible inexistencia de la historia, polemiza contra la idea de historia que tiene la cultura eurocéntrica, es decir, el racionalismo o el empirismo burgués de un lado y el marxismo del otro. Tome Francia, por ejemplo, con sus relaciones con Argelia y con el Tercer Mundo en general. Francia, que ha alcanzado el mayor racionalismo del mundo. Para Francia, la palabra "libertad" corresponde a "racionalidad". Ahora Francia ha llegado a una especie de saturación de la propia racionalidad. Entonces, ¿cómo soporta una nación como Francia esta irrupción de irracionalidad que trae consigo el Tercer Mundo, el mundo del hambre? Las poblaciones del Tercer Mundo, precisamente porque son reprimidas y tenidas al margen de la vida pública y de la vida política, han conservado, como todas las áreas marginales, un tipo de cultura anterior que, de algún modo, es el tipo de cultura prehistórica. Francia se ubica como la maestra de racionalidad para las poblaciones coloniales. De hecho, los educa muy bien. Francia no ha tomado nada de ellos, sólo ha dado. Les dio un modelo de educación, racionalidad, civilización, pero no supo aprender nada de ellos, porque este tipo religioso, irracional, prehistórico -que el Tercer Mundo trae consigo- no es racionalizable. Entonces los franceses deben modificar su razón si quieren comprender, si no quieren quedarse atrás. París es una ciudad maravillosa que admiro porque la matriz de mi cultura está allí. Uno no puede dejar de admirarla, pero se siente que es... más remota, más lejana, más arcaica que una pequeña ciudad de cualquier nación subdesarrollada que está creciendo. El mundo moderno será una síntesis entre el mundo de la burguesía occidental de hoy y el mundo de las poblaciones subdesarrolladas que se unen ahora a la historia. La racionalidad occidental será modificada por la presencia de otro tipo de visión del mundo que estos pueblos expresan. La modernidad consiste en esta modificación. Es verdad que el hombre es siempre el mismo, pero también es verdad que cambia. Tanto más porque en este momento nos está amenazando una verdadera mutación antropológica. El verdadero apocalipsis es que la tecnología, la era de la ciencia aplicada, hará del hombre algo distinto de lo que era antes. Ha sucedido algo que no tiene equivalentes en la historia del hombre y estamos aterrorizados por la idea de que nuestros descendientes no sean más como nosotros. Es un poco el fin del mundo.