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martedì 24 febbraio 2015

Intervista all'avvocato Stefano Maccioni, difensore del cugino del grande scrittore e regista Pier Paolo Pasolini.

"Le pagine corsare " 
dedicate a Pier Paolo Pasolini

Eretico e Corsaro

 
 
 
Esame del Dna sui nuovi reperti. Pasolini, ultime rivelazioni sull'omicidio
Intervista all'avvocato Stefano Maccioni, difensore del cugino del grande scrittore e regista

di Imma Giuliani 

 La procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta sull'omicidio del poeta e regista Pier Paolo Pasolini, avviata anni fa dopo l'istanza presentata dall'avvocato Stefano Maccioni difensore del cugino dello scrittore e regista, Guido Mazzon. L’istanza di riapertura richiedeva, in particolare, l’effettuazione di prove scientifiche quali esame del DNA sui reperti che mai prima di allora erano state effettuate. Il procedimento fino al 2009 era sempre rimasto a carico di ignoti. Per la morte di Pasolini l'unico condannato, a 9 anni e 7 mesi di reclusione, resta Giuseppe Pelosi detto "la rana".

Avvocato Maccioni quali novità ha portato l'indagine avviata nel 2010?
"L’istanza di riapertura in particolare richiedeva l’effettuazione di prove scientifiche quali esame del DNA sui reperti che mai prima di allora erano state effettuate. Il 10 maggio del 2010 ho assistito alle operazioni peritali presso i laboratori della Sezione di Biologia del RIS dei Carabinieri di Roma all’esame dei reperti custoditi presso il museo criminologico di Roma".

Che cosa e' risultato da queste e perizie?
"A seguito di tale attività si e' arrivati alla individuazione di tracce di DNA determinanti per la individuazione degli altri responsabili.

Avvovato Maccioni il suo pool ha svolto altri tipi e' indagine?
"Si, abbiamo svolto indagini difensive che hanno contribuito a fornire ulteriori e determinanti elementi alla pubblica accusa. Secondo il mio assistito Guido Mazzon l’attenzione non dovrebbe essere posta soltanto nei confronti della criminalità comune ma il movente dovrebbe essere ricercato molto più in alto ovvero nel legame tra tre delitti eccellenti quello di Enrico Mattei, quello di Mauro de Mauro e quello di Pasolini"

Tra i vari elementi forniti alla Procura della Repubblica di Roma l’avv. Maccioni ha anche depositato, in data 19.9.2012 un DVD contenente copia della sentenza emessa dalla Corte di Assise di Palermo nei confronti di Salvatore Riina in relazione all’omicidio del giornalista dell’Ora Mauro De Mauro evidenziando quanto sostenuto da tale decisione ovvero che: “la certezza che l’omicidio De Mauro s’inscrive a pieno titolo nel filone dei “delitti politici”, intendendo per tali quelli commessi per finalità strategiche da un’organizzazione criminale come Cosa Nostra, nella cui evoluzione fenomeni e processi di produzione mafiosa della politica si alternano e si intrecciano a fenomeni e processi di produzione politica della mafia (secondo un noto e convincente paradigma sociologico ). Ma l’omicidio DE MAURO è un delitto politico anche nel senso che alla genesi della deliberazione omicidiaria non è estranea, come si vedrà, una parte del mondo della politica e delle istituzioni.
De Mauro si avvicina inesorabilmente alla sua fine quando,  come e' riportato nella sentenza nella prima decade di agosto, inizia a “puntare” i cugini Salvo, potenti esattori di Salemi, in una solitaria e perigliosa indagine che minaccia di violare uno dei massimi santuari del potere in Sicilia, andando ad incrociarsi con l’inchiesta che stava conducendo, in quegli stessi giorni, sulla morte di Enrico Mattei.

E da quell' inchiesta De Mauro scopri verità che lo condussero alla morte...
" Esatto le conclusioni di quell' inchiesta a, a cui giunse De Mauro, la causa più prossima che fece precipitare gli eventi".

Ma non bastò eliminare De Mauro
C' era la necessità di metter mano al dossier ma scomparve. " Gli assassini infatti avevanoriposto particolare cura nell’impossessarsi (preventivamente) o nel fare sparire tutto il materiale che DE MAURO aveva raccolto sul caso MATTEI, almeno per quanto poteva essere a loro conoscenza.

Ed invero, insieme al copione predetto e' scomparso il materiale che verosimilmente doveva essere contenuto in uno dei raccoglitori in cui era raccolto e ordinato lo sconfinato materiale giornalistico rinvenuto a casa DE MAURO (all’interno di un armadio): e precisamente il raccoglitore dal titolo “Petrolio”, che è stato rinvenuto praticamente vuoto (conteneva solo varia corrispondenza con Gianfranco COBOR, direttore dell’agenzia giornalistica Radiocor di Milano) "

L' inchiesta di De Mauro fu accennata nel noto articolo di Pier Paolo Pasolini “Cos'è questo golpe? Per il Corriere della Sera in data 14.11. 1974
"Infatti Pasolini in quel famoso articolo scriveva: “Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti..Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari”. Ma ora la Procura di Roma vuole chiudere le indagini perché e' impossibile determinare se quelle tracce biologiche rinvenute sugli indumenti siano precedenti, coevi o successivi all’evento delittuoso”. Inoltre nessun nuovo elemento e' risultato significativo per le indagini.

Nel provvedimento, i particolare, i pubblici ministeri Pierfilippo Laviani e il sostituto Francesco Minisci spiegano che non e' stato possibile attribuire i 5 profili di DNA isolati da alcuni reperti a nessun soggetto .Inolte i pm spiegano che le tracce genetiche non sarebbero collocabili nel tempo e nessun indizio utile è venuto poi dalle 34 persone sentite come testimoni nel corso degli accertamenti.

 Il cugino di Pasolini, Guido Mazzon, ha annunciato attraverso il suo avvocato Stefano Maccioni che probabilmente avanzerà un’opposizione alla richiesta di archiviazione.


Fonte:
http://www.affaritaliani.it/cronache/omicidio-pasolini-intervista-avvocato230215.html



Curatore, Bruno Esposito

Collaborano alla creazione di queste pagine corsare:

Carlo Picca
Mario Pozzi
Alessandro Barbato
Maria Vittoria Chiarelli
Giovanna Caterina Salice
Simona Zecchi